Nell'ultimo mese, girando tra i parchi della città durante i pomeriggi assolati, è possibile vedere un gruppo di persone fare Yoga.
Tutto è iniziato qualche mese fa quando il maestro di Yoga Ariele Pittalà, ha cominciato a tenere il corso presso l'asilo occupato a L'Aquila. Con la bella stagione il gruppo di ragazze e ragazzi, che è andato man mano crescendo, non si lascia sfuggire sortite nelle aree verdi, principalmente il martedì e il giovedì.
Ariele dove andate precisamente a fare il corso di yoga quando siete all'area aperta?
Abbiamo scelto di andare nel parco davanti la Basilica di ColleMaggio in modo che le persone possano conoscere il corso e avvicinarsi. Ora però abbiamo avuto anche un'altra idea: a breve il corso diventerà ancor più itinerante e si svolgerà anche nelle piazze semi-abbandonate del centro storico dell'Aquila. Un modo per stare vicino alla città ferita e contribuire a tenere alta l'attenzioneanche con lo yoga, come già fanno i ragazzi dell'asilo e gli altri attivisti con le loro iniziative.
Perché hai voluto iniziare un corso di yoga così accessibile tra l'asilo e gli spazi verdi della città?
Ho voluto creare questa iniziativa principalmente per dare la possibilità ai i giovani di "evolversi". Perché va bene divertirsi, bere, fare festa ma lo yoga ti aiuta ad avere più sicurezza in te stesso, equilibrio, non è competitivo e non è aggressivo. Tutte cose positive ed utili credo, a me inoltre ha avvicinato tantissimo alla natura.
Come hai incontrato lo Yoga e quale tipo di yoga proponi nei tuoi corsi?
Ho iniziato a praticare yoga circa vent'anni fa in un momento in cui, di fronte ad un problema di salute, volevo sperimentare anche altre strade. Da allora la mia ricerca non si è mai fermata. Quello che propongo è un mio yoga, messo a punto con diversi maestri e che mette insieme le varie
tecniche che ho appreso. Ho iniziato con l'hatha yoga che è legato agli esercizi del corpo, senza arrivare ad un livello spirituale più profondo. Poi ho fatto Kundalini yoga che si occupa del risveglio dell'individuo per arrivare, diciamo, fino all'illuminazione. A questo tipo di Yoga viene comunemente associata la figura di una specie di serpente intorno la colonna vertebrale dove attraverso due canali, passa l'energia che arriva fino alla testa. Per ultimo mi sono avvicinato anche al Kria Yoga lo yoga più "religioso" costituito da esercizi legati alla ritualità usando il corpo ma anche attraverso delle visualizzazioni. Lo yoga che propongo si basa sull'esercizio degli addominali per la respirazione e per mettersi in sintonia con l'hara il centro vitale situato sotto l'ombelico. L'approccio che uso pesca molto anche dalla frequentazione di un ex monaco Zen giapponese grazie al quale ho messo a frutto le tecniche acquisite col la meditazione Zazen (una meditazione giapponese che si fa da seduto) molto importante per rilassarsi. Scopri cosa incredibili, aumenta la consapevolezza.
In cosa consiste la ricerca che sta dietro lo Yoga?
Io credo che lo Yoga sia volontà di capire la realtà come lo è la filosofia, ma mentre la filosofia attraverso i testi limita la conoscenza all'intelletto, lo Yoga ti fa arrivare alla stessa conoscenza col corpo e la mente insieme. Io leggo molto ma per me non basta studiare. Dove non riesci ad arrivare con la mente è necessario praticare l'esercizio fisico, che può essere anche duro".
A cosa può servire concretamente? Può essere utile anche ad affrontare lo stress causato dalle conseguenze del sisma a L'Aquila?
Come dicevo lo Yoga permette di aumentare la consapevolezza di sé stessi e quindi a recuperare il senso della realtà e ad interrogarti anche su chi è l' "altro". E' un sostegno affinché si crei un'armonia e un modo di vivere migliore.
Bisogna creare le condizioni con cui le persone possano recuperare questo senso di realtà smarrito globalmente e anche qui a L'Aquila, dove il terremoto ha messo a dura prova le persone.
Io con l'esercizio che propongo spingo chi partecipa al corso a mettersi in discussione. Attraverso lo yoga infatti l'identità che ci siamo costruiti artificialmente tende a sgretolarsi e resta l'essere con la sua mutevolezza: cogliere questa mutevolezza dell'essere è lo Yoga, perché l'identità è importante ma si costruisce volta per volta. Non a caso il concetto fondamentale dello yoga è riflettere sull'impermanente, un termine sanscrito usato nel buddismo che vuol dire cambiamento, divenire.