Venerdì, 12 Luglio 2013 19:34

MUOS e siciliani in lotta, la battaglia di un territorio raccontata dai comitati

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Niscemi, Caltanissetta. Dalla terrazza barocca del belvedere generazioni di ragazzi s'innamorano, da due secoli, ritrovandosi al tramonto abbracciati di fronte al panorama della piana di Gela, col sole che si immerge sul Canale di Sicilia, rosso come la vita, mentre in lontananza si scorgono in silhouette le romantiche colonne della Valle dei Templi e le post-moderne ciminiere del distretto Eni di Gela.

A poca distanza dalla cittadina di 28mila abitanti, nel pieno della riserva naturale orientata Sughereta di Niscemi (in cui sono consentiti interventi colturali, agricoli e silvo-pastorali purché non in contrasto con la conservazione degli ambienti naturali), lo Stato italiano ha deciso che dovrà nascere un altro toccasana per i siciliani: il MUOS.

Il MUOS (Mobile User Objective System, programma del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d'America) è un sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza che si compone di quattro satelliti e quattro stazioni di terra localizzate nelle Hawaii, in Virginia, in Australia e, appunto, a Niscemi. In sintesi, un'arma utile per ogni conflitto mondiale.

La stazione MUOS di Niscemi è dislocata a poca distanza dal centro abitato e potrebbe incidere pericolosamente sulla salute dei cittadini, ma anche sul traffico aereo degli aeroporti di Catania, Sigonella e dello scalo ragusano, fresco d'inaugurazione, di Comiso. In questi anni non sono mancate minacce e momenti di tensione tra istituzioni e chi protesta pacificamente contro il MUOS, con manifestanti denunciati e finiti in ospedale per le repressioni della polizia. Pochi giorni fa, il Tar di Palermo ha respinto il ricorso presentato dal Ministero della Difesa, il quale chiedeva la sospensione della revoca delle autorizzazioni della Regione Sicilia, che nel marzo scorso ha comportato il fermo dei lavori del MUOS.

Ma non c'è stato il tempo di esultare per questa seconda battaglia vinta. Nello stesso giorno Turi Vaccaro, noto pacifista e attivista No Muos, è stato arrestato. Venerdì scorso il Tribunale di Gela ha confermato il fermo, il prossimo 19 luglio inizierà il processo. Nel frattempo, si attende la consegna della relazione dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), chiamata a pronunciarsi sul MUOS. l'ISS stilerà un documento che in ogni caso sarà fondamentale per la vicenda.

 

Abbiamo sentito al telefono Pippo Gurrieri, del comitato No MUOS di Ragusa, di ritorno dal tribunale di Gela.

Cos'è successo venerdì al Tribunale di Gela?
C'era una sorta di udienza, praticamente il giudice doveva decidere sulla sorte di Turi Vaccaro che è stato fermato alcuni giorni fa, sempre a Gela durante alcune proteste della manifestazione di contestazione.

Turi Vaccaro è un attivista pacifista molto noto in Italia, anche in Sicilia...
Sempre presente in tutti i movimenti di lotta dal basso almeno da trent'anni a questa parte, in Italia e anche all'estero, in Olanda e in Germania. E' venuto a lottare a Niscemi diverse volte, era già stato arrestato ad aprile quando è salito su una delle antenne della base all'interno della quale si sta costruendo il MUOS. L'altro giorno c'era stata una iniziativa che contestava una parata che voleva rievocare lo sbarco degli americani (nell'anniversario della liberazione e dell'operazione Husky, ndr) del 10 luglio 1943, settantanni fa. Turi è salito su una macchina della polizia, ha fatto due salti sopra il tetto della macchina e l'hanno subito preso e fatto scendere, di lato, abbastanza violentemente, calpestato. Poi l'hanno messo in macchina e se lo sono portati via. Oggi c'è stata la convalida dell'arresto, il processo inizierà il 19 luglio. Le accuse sono pesanti, perché c'è anche danneggiamento e lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, in quanto pare che dentro la macchina abbia fatto una resistenza tale da portare al ferimento di due poliziotti, cui sono state appunto refertate delle ferite. Noi abbiamo dei video e testimonianze che dimostrano che le cose sono andate in tutt'altro modo. Questo episodio riguarda tutto il movimento, è un segnale che si cerca di dare a tutti, sopratutto dopo la sentenza del TAR di qualche giorno fa.

nomuos2Sempre il 10 luglio c'è stata la sentenza del Tar di Palermo che si é espressa in merito al ricorso presentato dal Ministero della Difesa.
Il Ministero aveva fatto un ricorso contro la Regione Siciliana e il comune di Niscemi, un ricorso contro le revoche emesse delle autorizzazioni per i lavori del MUOS. Tra l'altro con questo ricorso il Ministero chiedeva anche 25mila dollari al giorno di risarcimento danni sia al comune che alla regione. Chiaramente la risposta del Tar, con una relazione di un professore incaricato de La Sapienza di Roma è stata di conferma di tutti i dubbi, espressi finora, sulla risposta alla onde elettromagnetiche sull'uomo e sull'ambiente e anche sul traffico aereo - in particolare l'ex base NATO di Comiso oramai aeroporto civile appena aperto e che dista venti chilometri in linea d'aria.
Quindi la relazione ha confermato non solo dubbi ma anche alcune certezze, smontando pezzo per pezzo le perizie sia dei tecnici che a suo tempo la Regione aveva utilizzato per dare le autorizzazioni, sia la documentazione della Lockheed (Lockheed Martin, la più potente società stellestrisce del compartimento difesa, ndr) e della US Navy (marina militare statunitense, ndr) sugli effetti del MUOS sulla salute umana, che erano per loro irrilevanti. Le loro relazioni erano molto particolari, perché davano delle risposte interessanti. Risposte sempre positive per l'Us Navy, per esempio, ma ma non fornivano alcuna informazione sull'impatto dell'opera sul territorio.

Il MUOS può essere definita un'arma di controllo?
Certamente, è un'arma, e sicuramente questa sentenza del TAR – che ha scompaginato un po' le carte – ha creato una certa rabbia nell'ambiente americano, il movimento ha rotto le uova nel paniere insomma. Mercoledì scorso, sostanzialmente abbiamo fatto saltare la parata, già quando in spiaggia e a mare cercavano di simulare lo sbarco dei mezzi anfibi. E' stato un bel momento per noi e chiaramente il gesto di Turi è stata l'occasione per dare un certo tipo di risposta. Lui, in modo coerente e dignitoso, ha rifiutato di parlare anche con gli avvocati, e per ora fa sciopero della parola. Quindi ha avuto un avvocato di ufficio che si sta comportando molto bene. Certo il gesto di Turi è estremo, per cui è chiaro che ci aspettavamo una reazione estrema come la sua mancata liberazione. Comunque, è una gran notizia per noi quella per cui il TAR ha respinto la richiesta di annullamento della revoca, sulla base del fatto che ancora non sono stati verificati i possibili effetti sulla salute dei cittadini e sul traffico aereo. E inoltre c'è la questione riguardante la sughereta (riserva naturale regionale di Niscemi, ndr), quindi danneggia in maniera evidente, per gli studi effettuati dal prof. D'Amore, anche l'ambiente e la fauna.

E' atteso a breve anche per un altro pronunciamento, la presentazione di un documento molto importante da parte dell'organo chiamato a valutare i rischi, l'Istituto Superiore di Sanità. Cosa vi aspettate?
Dopo l'uscita del TAR la cosa è passata abbastanza in secondo piano perché, benché si dica in giro e si sappia che l'Istituto Superiore di Sanità dovrebbe emettere un parere favorevole alle posizioni del governo italiano e quindi sul fatto che il MUOS non faccia danni, ormai questo precedente del TAR ha creato seri problemi, perché c'è un conflitto tra istituzioni. La prima bozza redatta dall'Istituto è stata mandata alla Regione e ha avuto poi delle controdeduzioni dei cinque tecnici incaricati dalla Regione, che hanno giudicato la relazione superficiale e reticente. Uno dei tecnici, Massimo Zucchetti (ordinario al Politecnico di Torino, ndr) ha aggiunto poi una specie di appendice con sue ulteriori considerazioni molto più pesanti. Ora l'Istituto Superiore di Sanità dovrà emettere un giudizio conclusivo che dovrà comunque tenere in conto le controdeduzioni.
Ma è sempre il movimento che deve tenere il timone della lotta e non deve mollare, perché questo può anche determinare e condizionare eventuali decisioni istituzionali, quindi il movimento non dipende assolutamente dai pareri tecnici, ne prende atto.

nomuos3Esternamente si riesce a sapere poco se non attingendo ai canali ufficiali della protesta, dal sito nomuos.info ai vari social network, ma nei media le notizie non girano. In Sicilia come gestiscono la faccenda i media?
Qui sono molto attenti, hanno dato grande risalto non solo ai movimenti e alle iniziative di questa settimana antimilitarista che abbiamo proclamato al presidio e in città. I media sono stati molto attenti anche alla questione del TAR, rispetto ai media nazionali. Noi qui ormai la copertura mediatica locale l'abbiamo, con qualche eccezione chiaramente di qualche giornale. Il Giornale di Sicilia per esempio è il più reticente e ha sempre qualche mal di pancia rispetto ai problemi del MUOS. Qualche giorno fa è stata organizzata una sorta di “operazione simpatia”, per cercare di dare un altro volto del MUOS, mostrare un aspetto tranquillizzante. Molti giornalisti sono stati portati su un camion dell'Aeronautica italiana. Sono venuti su un aereo dell'aviazione italiana a Sigonella e poi sono andati con un autobus militare a Niscemi. Anche con questi giornalisti il movimento è riuscito, bloccando il mezzo, a mostrare che c'è un altro aspetto della faccenda, che ci sono altre idee e posizioni; i compagni sono riusciti anche a fare entrare due attivisti dentro l'autobus brevemente a parlare coi giornalisti. Uno dei due era il prof. Coraddu, che è un altro dei tecnici, assieme a Zucchetti, messosi a disposizione della battaglia. Però ci sono state subito delle multe, che si stanno aggiungendo a tutte le altre, che vanno da 2500 a 10mila euro che in questi giorni ci stanno arrivando, su cui si dovrà esprimere il prefetto di Caltanissetta. Tra l'altro, proprio a partire da questa vicenda il coordinamento ha lanciato una campagna di adesioni, inviata ad associazioni e movimenti, ad un appello per le dimissioni del questore e del prefetto di Caltanissetta, per questa gestione repressiva della lotta. La sentenza del TAR ha confermato che le revoche erano corrette, quindi è stato il governo italiano – attraverso la questura e la prefettura – che s'è messo dalla parte del torto, perché ha forzato i blocchi e ha scortato delle ditte al cantiere, oltretutto prive di certificato antimafia, a lavorare in un cantiere di fatto abusivo. Quindi lo Stato garantiva l'illegalità e l'abusivismo e poi fioccavano denunce e multe per chi era dall'altra parte a cercare di affermare la “legalità” attraverso la revoca dal basso.

E' curioso come in un territorio come quello niscemese, ad alta densità mafiosa, finalmente si stia lottando anche per una legalità in maniera aperta, partendo dai suoi cittadini.
La legalità coincide con la giustizia sociale, quindi non con la mera applicazione delle leggi, ma col desiderio di libertà e di giustizia che esprime la popolazione nei confronti di una sopraffazione che sta avvenendo.

Quali sono le vostre prossime iniziative in programma?
Naturalmente da oggi pomeriggio il movimento è nei quartieri anche per informare sull'esito della vicenda di Turi Vaccaro di stamane. Domani il movimento sarà a Catania dove concluderà questa quattro giorni di rievocazione dello sbarco alleato, il movimento sarà li a far sentire la propria voce come ha fatto in tutte le tappe di questa messa in scena. Continueremo ovviamente fino all'inizio del suo processo il 19 luglio. Quindi si passa ad agosto, dove ci sarà il campeggio del movimento, Dal 5 all'11 agosto ci sarà un campeggio del movimento, in cui saremo i movimenti di lotta dal basso a livello nazionale, incontreremo in No TAV, rievocheremo noi i trentanni di lotta contro i missili a Comiso e faremo anche delle azioni di disobbedienza civile sul posto. Per informarsi, oltre ai nostri siti web, siamo presenti anche sui social network.

 

nomuos4Il MUOS: breve storia di un'opera faraonica

I cittadini niscemesi sanno bene cosa significa vivere a stretto contatto con onde elettromagnetiche: nella Sughereta di Niscemi è attiva dal 1991 la stazione NRTF (Naval Radio Transmitter Facility) composto da 46 antenne a media e alta frequenza. In questo lasso di tempo il tasso di leucemia tra i residenti è cresciuto in maniera abnorme. Grazie all'impegno dei cittadini siciliani e niscemesi riunitisi nei comitati NO MUOS, sono partiti numerosi studi scientifici, come quelli del Politecnico di Torino del professor Zucchetti e della Sapienza di Roma, che dimostrano la nocività del MUOS. Parallelamente alcune indagini, come quelle del blogger attivista Antonio Mazzeo, svelano la illegittimità della costruzione del MUOS. La storia del MUOS inizia nel 2006 con l'ok del Consiglio dei Ministri e dell'Aeronautica, che prendono per oro colato gli studi d'impatto elettromagnetico e ambientale presentati dagli americani. I lavori partono nel 2009, prima del rilascio (2011) della valutazione d'incidenza della regione, ai tempi retta dalla giunta di centrodestra del governatore Raffaele Lombardo. Di lí è tutto un susseguirsi di scontri tra popolazione e istituzioni. Il 29 marzo 2013 arriva la revoca da parte della Regione Sicilia delle autorizzazioni ai lavori, seguita dal ricorso del Ministero della Difesa italiano contro Regione Sicilia e comune di Niscemi, con la richiesta di sospensione della revoca e d'indennizzo pari a 25mila euro per ogni giorno di stop del cantiere. Il 30 marzo 2013 (sabato santo) 20mila persone si ritrovano a Niscemi per la manifestazione nazionale contro il MUOS, nonostante l'ordine di revoca del giorno prima e l'invito del governatore Rosario Crocetta a disertare la giornata. Lo scorso 10 luglio il TAR di Palermo ha respinto la richiesta del Ministero della Difesa, giudicando prioritari gli interessi della salute dei cittadini. Le azioni del movimento No MUOS in tutta la penisola non si arrestano, in quella che si preannuncia essere un'estate più calda del solito per la Sicilia.

 

Articolo, intervista e foto di Massimo Denaro

Ultima modifica il Lunedì, 15 Luglio 2013 20:31
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