Domenica, 14 Luglio 2013 12:22

Il Parco del Sole cambia volto: l'assessore Moroni racconta il progetto

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I legami personali che ogni aquilano ha con il Parco del Sole sono infiniti e questo comporta, così come era accaduto per gli interventi al Parco del Castello, una certa diffidenza nei “cambi di volto”, anche se con intenti almeno dichiaratamente migliorativi. In una città il cui aspetto è stato e continua ad essere violato, ogni cittadino ha il diritto di conoscere tutti i dettagli di modifiche e nuove costruzioni, in particolar modo se queste sono pubbliche e si insedieranno nel parco più bello della città.

Per questo, abbiamo incontrato Alfredo Moroni, assessore alle Opere pubbliche, con cui abbiamo parlato dell’accordo con Eni che sembra aver avviato gli ingranaggi di un progetto in cantiere da anni e delle modifiche che verranno apportate a quello che l’assessore definisce un “luogo di nessuno”, senza lasciarci sfuggire la situazione attuale dell’area e le eventuali responsabilità.

Già dal 2010 si parlava dell'approvazione del progetto per la riqualificazione del Parco del Sole, a che punto siete con i lavori?

I lavori inizieranno a settembre, dopo la Perdonanza. Addirittura già dall’ottobre 2010 avevamo approvato il masterplan secondo cui erano previsti, in termini di risorse finanziarie, 900.000 euro che venivano dalla “legge mancia”, una donazione di 209.000 euro da parte dell’Assilt, più altri fondi del Comune, limitativamente a 1.400.000 euro su un complesso di previsioni di costi pari a circa 3 milioni di euro. Chiaramente una parte era già coperta, un’altra invece era da reperire così, quando l’anno scorso è andato a monte l’intervento Eni che doveva finanziare un centro di ricerca, l’Ente nazionale Idrocarburi ha deciso comunque di investire sull'Aquila e di stringere un accordo con noi per finanziare la ristrutturazione della Basilica di Santa Maria di Collemaggio e, con i fondi restanti, il Parco del Sole. Abbiamo dovuto comunque, per correttezza normativa, fare un bando chiedendo a chi fosse interessato una sponsorizzazione: ha risposto solo Eni e si è aggiudicato la gara. Con loro ho rapporti costanti: stanno predisponendo adesso il progetto definitivo perché, fino ad ora, c’era solo il progetto preliminare, il masterplan appunto.

Quindi l’Eni di preciso quanto investirà?

Non lo sappiamo ancora: se Santa Maria di Collemaggio ha necessità di un intervento di 8 milioni di euro e l’Eni ha una disponibilità di 10 milioni, 2 milioni andranno al Parco del Sole. Stiamo lavorando insieme sul progetto definitivo, sostanzialmente.

Quali sono gli interventi che vedremo nel Parco?

Sarà uno spazio di cultura, sport e tempo libero, con attività ricreative e di svago. Da quanto previsto nel masterplan, l’attuale cisterna in pietra diventerà un planetario per 30 visitatori finalizzato ad un turismo astrofisico scolastico, poi avremo un bar dove erano gli ex-bagni a fianco allo stagno e un’attività di ristorazione nella “Casetta degli Alpini”. Per gli spettacoli, soprattutto estivi, avremo un teatro all'aperto, il cui progetto scultura c'è stato offerto dalla statunitense Beverly Pepper: saranno dei gradoni naturali che sfrutteranno la scoscesità del prato e ospiteranno circa 3000 persone, realizzati probabilmente con la stessa pietra usata per Collemaggio. Il fabbricato dirupo che sta a valle, invece, diventerà una struttura di supporto per il teatro e le attività convegnistiche. Vogliamo quindi puntare anche ad un innalzamento culturale: non possiamo pensare che quello sia un luogo in cui beviamo una birra sdraiati sulla panchina e la buttiamo per terra, che è quello che succede adesso, purtroppo. Infine, risistemeremo lo stagno, il parco giochi per i bambini e l’area sportiva, creando una sorta di percorso della salute che utilizzi tutto il perimetro del Parco.

Siete vincolati con la Sovraintendenza ai Monumenti per la vicinanza con la Basilica di Collemaggio?

Si e no, il vincolo è soprattutto sul prato, internamente dobbiamo comunque mantenere lo stato dei luoghi perché c’è una destinazione urbanistica di verde attrezzato, tant’è che noi non facciamo nuove edificazioni ma ripristiniamo i manufatti già esistenti, al massimo possiamo fare un leggero ampliamento e sicuramente non abbatteremo alberi ma ne pianteremo di nuovi.

Quindi non sarà un cambiamento radicale dal punto di vista estetico?

Assolutamente no, sarà una valorizzazione, sarà un luogo in cui non andrà solo chi vuole svagarsi.  Il luogo avrà poi tutti i requisiti minimi di una città moderna e sarà servito dalla banda larga.

Per quanto riguarda l'abbattimento delle barriere architettoniche, che lavori verranno effettuati?

Purtroppo la conformazione del luogo è abbastanza scoscesa ma i Lions, impegnando una somma di  100mila euro, hanno studiato un progetto di riduzione di alcuni punti critici per fare in modo che i disabili possano essere agevolati nei trasferimenti.

Ultimamente è stato presentato un progetto a Palazzetto dei Nobili sull’illuminazione del Parco del Sole, di che si tratta?

E’ uno studio preliminare del professor Terzi con cui, nei prossimi giorni, abbiamo fissato un incontro specifico con tecnici e progettisti, per entrare in coerenza con la realizzazione del progetto in modo tale che si risponda all'esigenza di creare, grazie alla presenza di colori specifichi per ogni zona, un’atmosfera consona anche allo stato dei luoghi.

Avete pensato dunque di rendere il parco fruibile anche di notte?

Può essere fruito sia di giorno che di notte, l’importante è che sia controllato: ci sarà una recinzione e, presumo, anche la necessità di una gestione che ne controlli la frequentazione, utilizzando anche videocamere di sorveglianza, centralizzando quindi quello che sarà il sistema di sorveglianza diffuso sulla città.

I costi di mantenimento di tutte queste strutture, oltre che della loro sorveglianza, sarà senz’altro elevato. Dove pensate di trovare i fondi?

Come sempre i costi di gestione sono un po’ lo spauracchio di tutte le amministrazioni , è chiaro che io ritengo che il Comune non debba gestire tutto. Sarebbe invece opportuno trovare altre forme di gestione di terzi, ovvero uno o più soggetti o magari cooperative che vengano demandate a mantenere lo spazio aperto, controllato e fruibile. Nel momento in cui ci sono il bar, il ristorante, gli spettacoli, il turismo legato agli studi di fisica nucleare quindi didattico, l’integrazione del “sacro e il profano” con i turisti della Basilica, possiamo puntare su questi “turismi” per rilanciare l’economia e dare delle opportunità ai nostri giovani che diventano imprenditori.

Anche se non si sono potuti fare grandi lavori, l’amministrazione comunale avrebbe dovuto occuparsi della cura di questo importante spazio pubblico e il degrado dimostra che forse non si è fatto ciò che si doveva fare.

Io questo lo contesto perché se noi adesso andiamo al Parco del Sole, l’erba è tagliata e le panchine sono state riprese dallo stagno dove vengono abitualmente gettate da chi si diverte in questo modo. La pulizia dell’Asm non è giornaliera ma avviene più volte alla settimana, è chiaro che, se 50 persone buttano carte e bottiglie per terra, dopo due giorni c’è il degrado assoluto.

Lei dice che è un problema di educazione civica?

E’ sicuramente anche un problema di educazione civica, noi abbiamo tagliato l’erba due settimane fa ma con l’acqua di questi giorni ovviamente sarà cresciuta molto… il punto è che tu puoi fare tutti gli interventi che vuoi ma non si notano perché è un luogo anonimo che non ha una funzione, una destinazione, una zona di nessuno. L’obiettivo è creare delle funzioni per far sì che chi andrà a gestire avrà cura di tutelarlo come un luogo della comunità. Mentre il prato dove i ragazzi giocano a pallone possiamo risistemarlo perché è uno spazio limitato, il Parco è di 30 ettari e tra gli immobili diruti e tutto il resto non è facile.

Gli immobili non sono un esempio di degrado?

Per quelli avevano bisogno di finanziamenti, grazie a Dio siamo riusciti a trovarli.

Ma prima del terremoto non versavano in migliori condizioni.

Certamente ma quando ho iniziato l’avventura da assessore all’Ambiente, a fine 2008, la prima cosa che ho fatto è stato ripristinare l’impianto di irrigazione del Parco e far preparare un progetto di riqualificazione, tant’è vero che il Masterplan è stato approvato sulla base di quel progetto che era scaturito dall’incontro con l’Istituto di Fisica Nucleare per dargli una finalità scientifica, culturale e ricreativa. Poi è arrivato il terremoto e abbiamo dovuto pensare ad altro.

Il bando di gara per la realizzazione di una struttura polivalente è scaduto il 14 giugno, a che punto siete?

Stiamo cercando di essere rapidi nell’esame delle richieste. Rispetto a tutto il discorso di riqualificazione del Parco del Sole, però, questa struttura può viaggiare in maniera autonoma, infatti sarà realizzata grazie ai 209mila euro donati dall’ Assilt, l’associazione di assicurazioni del gruppo Telecom. La somma, donata a suo tempo, era destinata alla costruzione di strutture per universitari e per il dibattito culturale, legata ad un bando dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani, ndr.).

Che tipo di struttura avete in mente e dove volete realizzarla di preciso?

La struttura sorgerà al posto dell’attuale serra comunale, vicino al laghetto, sarà leggera e sicuramente non in muratura.  Avrà una funzione didattica, formativa, convegnistica e culturale riservata soprattutto agli studenti universitari perché era quella la destinazione originaria. Sarebbe l’ideale se ci fosse un gruppo di universitari o un’associazione che gestisce la struttura per queste finalità.

Quindi, nonostante sia scaduto il bando, ancora non gli è stata attribuita una funzione precisa?

No, il bando serve per la progettazione della struttura, poi potrebbe anche essere un luogo di presentazione culturale, in cui si possono fare delle mostre o quant’altro.

Poco tempo fa, siete andati nelle scuole per chiedere un parere ai ragazzi.

Sì, abbiamo fatto degli incontri per ragionare su che cosa vogliamo fare del Parco del Sole e i ragazzi hanno elaborato dei progetti. Nel momento in cui andremo a fare la presentazione del progetto con Eni, faremo incontri nelle scuole per implementare elementi di suggerimenti e di contributo. Il nostro non sarà un progetto esecutivo per cui potrà essere ampliato da alcune delle idee dei ragazzi.

Non avete pensato di ampliare la partecipazione a tutta la cittadinanza, attraverso delle assemblee cittadine per esempio?

Esistono dei luoghi previsti nel regolamento sulla trasparenza, abbiamo poi fatto il bilancio partecipativo che è vero che è di Pelini ma è stato fatto per la prima volta sui lavori pubblici, quindi mi sono proposto per questo esperimento. Nel momento in cui andremo a presentare il progetto, faremo un’udienza pubblica in cui ne discuteremo.

Una volta presentato il progetto però di cosa si può andare a discutere?

Il progetto definitivo può essere soggetto anche a revisione, certo non si può dire che non si può fare l’illuminazione, i sotto servizi o il teatro all’aperto, è solo la destinazione dei luoghi che può essere soggetta a revisione perché tanto i luoghi non li tocco.

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