Ora tutti quei criminali in giacca e cravatta
sono liberi di bere Martini e guardare l'alba
mentre Rubin siede come Budda in una cella di pochi metri
un innocente in un inferno vivente
Questa è la storia di Hurricane
ma non sarà finita finché non riabiliteranno il suo nome
e gli ridaranno indietro gli anni che ha perduto
Lo misero in galera ma un tempo sarebbe potuto diventare
il campione del mondo
E' morto all'età di 76 anni, a Toronto (Canada), Rubin "Hurricane" Carter, ex pugile diventato negli anni sessanta il simbolo dell'ingiustizia razziale negli Stati Uniti. Carter era malato di un tumore alla prostata. Sul ring tra il 1961 e il 1966, è conosciuto anche per essere stato accusato di triplice omicidio il 17 giugno 1966 a Paterson (New Jersey) e successivamente condannato a due ergastoli, con sentenza confermata dieci anni più tardi. Hurricane fu poi scarcerato nel 1985, quando l'accusa rinunciò a muovere in giudizio una terza volta contro l'illegittimità processuale sollevata dalla Corte Federale degli Stati Uniti.
Dopo la scarcerazione, l'ex pugile ha vissuto in una fattoria poco fuori Toronto, e dal 1988 ed è stato direttore esecutivo dell'Associazione per la Difesa dei Condannati per Errore (ADWC) dal 1993 al 2005. Il record della carriera pugilistica di Carter è di 27 vittorie, 12 sconfitte e un pareggio in 40 incontri, con 8 knockout e 11 knockout tecnici. Ha ricevuto la cintura di Campione del Mondo dal World Boxing Council nel 1993.
La vicenda di Carter ispirò, nel 1976, la celebre canzone di Bob Dylan Hurricane. Inoltre, nel 1999, uscì negli Stati Uniti il film The Hurricane, con Denzel Washington nel ruolo di protagonista.