Martedì, 16 Febbraio 2016 12:58

Utenze Case e Map: mancano 7 milioni e mezzo. Il disastro amministrativo e la dubbia transazione con Banca Sistema

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Una voragine nel disastrato bilancio del Comune dell'Aquila. 

Il mancato pagamento delle utenze dei progetti Case e Map ha generato un buco nei conti dell'Ente che si allarga sempre di più, a macchia d'olio. 

Vicenda spinosa, che abbiamo già trattato, e che si spiega a partire da una doppia premessa: la prima, lo scarso senso civico degli assegnatari del progetto Case e Map e, in particolare, delle famiglie più abbienti; la seconda, il disastro amministrativo, oramai conclamato, nella gestione del patrimonio lasciato in eredità dalla Protezione civile e, nello specifico, l'incapacità di far pagare a tutti gli assegnatari il dovuto per quanto effettivamente consumato. Un disastro amministrativo generato da una scelta politica precisa: l'invio delle bollette solo a seguito delle elezioni 2012 che segnarono la rielezione del sindaco Massimo Cialente.

A partire da quella scelta, si sono succedute una serie di leggerezze amministrative, le chiameremo così, che hanno generato il disastro emerso, stamane, in Ia Commissione Bilancio. 

Ma andiamo con ordine. 

 

Le famiglie benestanti non pagano le utenze

Dal 2010 al 2015, le fatture relative ai consumi del progetto Case per il riscaldamento, la produzione di acqua calda e l'illuminazione delle parti comuni, ammontano a circa 19 milioni e 200 mila euro, per una media annua di 3 milioni, 700 euro l'anno ad alloggio. In realtà, nei costi sono ricomprese anche le spese di energia elettrica dei Map, pertanto le medie ad alloggio sarebbero più basse. 

Ad oggi, sono state emesse bollette per 16 milioni e 482 mila euro, con un incasso di 11 milioni e 759 mila euro. Nelle casse comunali, mancano 7 milioni e 441 mila euro: 2 milioni e 807 mila euro devono essere ancora emessi, non sono state ancora istruite le bollette in altre parole, 4 milioni e 723 mila euro si devono alla morosità dei cittadini assegnatari, attestata al 28.66%. Particolarmente alta appare la morosità relativa all'acconto 2014: la percentuale è del 42.20%. 

E' interessante evidenziare che sul totale della morosità, circa l'83% è relativa ad assegnatari con fasce di reddito ISEE superiore ai 12 mila euro annui, mentre solo il 17% è addebitabile alla fascia di popolazione meno abbiente, con redditi inferiori. 

La lista dei morosi non si può diffondere, questione di privacy: il presidente della Ia Commissione Bilancio, Giustino Masciocco, ha chiesto un parere per capire se sarà possibile convocare una riunione a porte chiuse così da rendere edotti i consiglieri comunali degli estremi anagrafici dei morosi, in particolare di quelli con ISEE superiore ai 12 mila euro annui. 

 

Una gestione amministrativa disastrosa

Scarso senso civico, dicevamo. Non è l'unico problema, però. Se è vero che c'è un alto tasso di morosità, in particolare tra le fasce più abbienti della popolazione che usufruisce, o ha usufruito, degli alloggi del progetto Case, è vero anche che, in questi anni, l'amministrazione attiva ha gestito la vicenda in maniera disastrosa. Come detto, il buco nei conti pubblici si apre per una precisa scelta politica: le bollette, infatti, iniziano ad essere inviate con colpevole ritardo, a partire dall'estate 2012, a elezioni celebrate. A dire che per oltre due anni si è deciso a tavolino di non far pagare le utenze agli assegnatari del progetto Case e Map. 

Di lì, una serie di scelte sbagliate hanno portato al disastro attuale: mega bollette da migliaia di euro recapitate ai cittadini, mancata lettura degli effettivi consumi di ogni alloggio, ammontare delle spese suddivise per abitazione e, dunque, a metro quadro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: al 31 dicembre 2015, risultano pagate fatture per i consumi di Case e Map pari a 11 milioni e 957 mila euro, su un totale fatturato dai gestori pari a 19.2 milioni. E allo scoperto di oltre 7 milioni, vanno aggiunte le fatture relative all'energia elettrica per ascensori e illuminazione delle parti comuni per l'anno 2015, pari a 1 milione e 191 mila euro, che dovranno essere pagate con gli incassi relativi al canone per le spese comuni. 

Così, arriviamo al discusso piano di rientro firmato con Banca Sistema. 

 

 

Il piano di rientro con Banca Sistema

A farla breve, Enel Energia ha ceduto il credito vantato nei confronti del Comune dell'Aquila, relativo al mancato pagamento delle fatture riguardanti la fornitura di energia elettrica e gas metano delle utenze condominiali di Case e Map per il periodo che va dal marzo 2011 al settembre 2014, a Banca Sistema.

Al netto dei pagamenti già effettuati, il debito ammontava a 7 milioni e 912 mila euro: 5 milioni e 451 mila euro per la fornitura gas metano e 2 milioni e 460 mila euro per l'energia elettrica. Giusto chiarire che l'amministrazione si è impegnata a pagare anche utenze riferibili al periodo di gestione della Protezione civile, per 230 mila euro. Giusto chiarire altresì che, da settembre 2014, il Comune dell'Aquila ha ricominciato ad accumulare debiti con Enel Energia che, a quanto si è appreso, ha già ceduto il credito vantato ad un'altra banca per una cifra che dovrebbe aggirarsi sul milione e mezzo. E fino a quando il Comune dell'Aquila sarà moroso, Enel energia applicherà tariffe con un rialzo del 30-40%: gli assegnatari di alloggi Case e Map, almeno coloro che stanno pagando regolarmente le utenze, pagano tariffe più alte degli altri cittadini.

Ma torniamo alla transazione stragiudiziale con Banca Sistema. La Giunta comunale con voto unanime - assenti il vice sindaco Nicola Trifuoggi e l'allora l'assessore al bilancio Lelio De Santis, guarda il caso - decide di autorizzarla per un importo complessivo di 9 milioni e 177 mila euro, comprensivi di interessi. Si impegna a versare una prima maxi rata di 500 mila euro, regolarmente pagata al 31 agosto scorso, e 32 rate mensili da poco più di 271 mila euro.

La delibera è la numero 261 del 10 luglio 2015: trova fondamento sulla presunta capacità di recupero dei mancati pagamenti degli assegnatari di Case e Map che dovrebbero assicurare la copertura delle rate mensili da versare a Banca Sistema. Ed infatti, nel bilancio di previsione approvato dal Consiglio comunale, all'uscita di 9 milioni e 177 mila euro fa seguito un'entrata di 9 milioni e 177 mila euro. Peccato che l'amministrazione attiva non abbia questa capacità di recupero: l'avevamo già scritto e, stamane, se ne è avuta ulteriore conferma. La dirigente Enrica De Paulis, infatti, ha spiegato che le rate di novembre e dicembre, per un totale di oltre 542 mila euro, e parte della rata di ottobre, sono state 'caricate' contabilmente su un altro capitolo di bilancio, relativo ai debiti fuori bilancio e alle passività pregresse. E sarà così anche per le rate a venire.

A leggere i dati forniti dal Sed, infatti, gli incassi mensili stanno ben al di sotto dei 271 mila euro necessari a coprire le rate contratte con Banca Sistema: sono stati incassati poco meno di 60 mila euro a giugno 2015, 53.446 euro a luglio, 32.966 ad agosto, 79.996 a settembre, quasi 126 mila euro ad ottobre, 58.287 a novembre, 51.643 a dicembre, 48.479 a gennaio 2016. 

E dunque? A dirla semplice, i mancati introiti derivanti dalle morosità degli assegnatari di Case e Map, e così le lentezze del Comune dell'Aquila nell'approntare le bollette mancanti, stanno 'pesando' sulle tasche di tutti i cittadini aquilani. Ad ogni rata, infatti, andranno a generarsi dei debiti fuori bilancio che l'amministrazione, nel consuntivo da poco approvato, ha iniziato a coprire con 5 milioni di euro destinati proprio al capitolo relativo. Non basteranno, evidentemente, se si considera che non si è ancora proceduto con il riallineamento dei residui attivi e passivi. 

 

Una delibera 'controversa'

La delibera 261 del luglio scorso è aggrovigliata in una matassa di incongruenze che fanno tremare i polsi. 

La cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema, infatti, sembrerebbe avvenuta in violazione di legge, in particolare del regio decreto 2440 del 1923 che stabilisce come la cessione di un credito - quando riguardi la Pubblica Amministrazione - possa avvenire solo se avallata preventivamente dalla p.a, se si riferisca, come nel caso in oggetto, a "... rapporti di durata come l’appalto e la somministrazione (o fornitura)di servizi rispetto ai quali il legislatore ha ravvisato, in deroga al principio generale di cedibilità dei crediti anche senza il consenso del debitore, l’esigenza di garantire con questo mezzo la regolare esecuzione, evitando che durante la medesima possano venir meno le risorse finanziarie al soggetto obbligato e possa risultare compromessa la regolare prosecuzione del rapporto". Bene, non esiste alcun assenso del Comune dell'Aquila alla cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema.

La proposta di transazione stragiudiziale, insomma, sarebbe stata approvata dalla Giunta anche se Banca Sistema non era legittimata a transare, non avendo titolo giuridico per chiedere soldi al Comune. Ed infatti, nel parere fornito da de Nardis a Pirozzolo, si legge chiaramente che la delibera non ha approvato una transazione stragiudiziale, come da oggetto, piuttosto la cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema.

In altre parole, la Giunta sarebbe stata tratta in inganno dall'allora segretario generale e dal dirigente preposto.

Non è finita qui. L'amministrazione comunale ha pagato alcune somme a Banca Sistema con due determine dirigenziali, e prima che la Giunta approvasse la delibera 261. Tra l'altro, appare piuttosto oscuro il motivo per cui tutto sia stato perfezionato in due giorni, dall'8 al 10 luglio: proposta di transazione di Banca Sistema, pareri e delibera di Giunta. Infatti, la proposta dell'istituto bancario è datata 8 luglio, viene protocollata in entrata al Comune dell'Aquila l'indomani, il 9 luglio. Il giorno stesso arriva il parere favorevole di regolarità tecnica e, l'indomani, ecco il parere di regolarità contabile, con la delibera votata in Giunta proprio il 10 luglio.

Una vera e propria corsa contro il tempo, non c'è che dire.

o che poi approvi la proposta di transazione dell'8 luglio che non tiene affatto in considerazione i 91mila e 500 euro. Un vero e proprio pasticcio. 

 

La 'lettera' di Cialente a Enel e Banca Sistema

C'è una lettera datata 22 giugno 2015, qualche giorno prima l'approvazione della delibera di Giunta, firmata dal sindaco Cialente e indirizzata a Banca Sistema e Enel Energia. Scrive Cialente: "In riferimento alla proposta di transazione stragiudiziale in oggetto [...] si comunica che, dopo un attento esame della pratica, la On. Giunta comunale ha ritenuto di non approvare per il momento la suddetta proposta in considerazione della necessità di un ulteriore approfondimento della questione, tenuto conto che la stessa prevede il riconoscimento di interessi sia essi moratori che di dilazione. E' parimenti evidente – scrive ancora il primo cittadino – che l'eventuale riconoscimento di interessi costituisce di fatto il riconoscimento di un debito fuori bilancio, la cui competenza è del Consiglio comunale, pertanto confermando l'interesse dell'amministrazione comunale a voler risolvere bonariamente la complessa vicenda, operando altresì nel rispetto della normativa vigente, si porta a conoscenza che questa amministrazione comunale, sta ponendo in essere una serie di iniziative tali da poter portare a breve alla soluzione definitiva della vicenda".

In altre parole, non solo era chiaro che l'amministrazione non avrebbe potuto coprire le rate del debito con Banca Sistema attraverso il recupero crediti dai morosi, generando così, per ogni rata, un debito fuori bilancio, ma la stessa imposizione degli interessi, sia moratori che di dilazione, avrebbe generato di per sé un debito fuori bilancio. E dunque, era necessario un passaggio in Consiglio comunale. Il sindaco Cialente lo sapeva bene, l'ha scritto a Banca Sistema e ad Enel Energia, il 22 giugno.

Passano 18 giorni, però, e la Giunta approva la delibera contestata, senza il passaggio in Consiglio comunale. Saranno stati 'cancellati' gli interessi, direte voi: si, ma soltanto in parte, con Banca Sistema che ha rinunciato a 641mila euro su più di 1milione. Un accordo tra le parti, a conferma che si è trattato di una transazione stragiudiziale, a differenza di quanto scriveva l'allora segretario generale Pirozzolo. Il punto, però, è un altro: essendo stati riconosciuti degli interessi a Banca Sistema, si tratta di un debito fuori bilancio e, come tale, sarebbe servito il vaglio dei Revisori dei Conti e l'approvazione del Consiglio comunale. Invece, si è proceduto, consapevolmente, con la sola delibera di Giunta.

"La delibera è un falso", ha ribadito stamane il consigliere comunale Giorgio De Matteis. "E infatti, guarda il caso, non erano presenti né l'assessore al bilanco Lelio De Santis né il vice sindaco Nicola Trifuoggi. Gli altri assessori, chissà quanto consapevolmente, hanno approvato un falso". Non solo. L'atto illegittimo - ha aggiunto De Matteis - ha generato delle spese sostenute dall'Ente che ha già versato un primo acconto da 500 mila euro, oltre alle rate di settembre, ottobre, novembre e dicembre, con le ultime di gennaio e febbraio che sono in pagamento: totale, 1milione e 963 mila euro.

Il presidente della Ia Commissione ha, dunque, annunciato la prossima convocazione di una riunione ad hoc, con la sbobinatura degli interventi di stamane, per decidere se e quali atti inviare al vaglio della Corte dei Conti. 

 

... Sono spariti quasi 2 milioni e mezzo

Succede anche questo. A sollevare la questione, il consigliere comunale Ettore Di Cesare. Il debito transato con Banca Sistema, al netto dei pagamenti già effettuati e degli interessi, ammonta come detto a 7 milioni e 912 mila euro: 5 milioni e 451 mila euro per la fornitura gas metano e 2 milioni e 460 mila euro per l'energia elettrica. 

E si è detto anche che la delibera stabiliva come le rate dovessero essere coperte con il pagamento delle morosità pregresse. 

A leggere i dati forniti stamane dalla dirigente Enrica De Paulis, però, stante il periodo di riferimento marzo 2011-settembre 2014, le bollette emesse e non pagate ammontano a 4 milioni e 240 mila euro circa. Se si aggiunge il milione e 250 mila euro ancora da 'bollettare', si arriva ad un totale di 5 milioni e mezzo. 

Dunque, anche i morosi pagassero tutto il dovuto, e non sta accadendo, mancherebbero quasi 2 milioni e mezzo per la copertura totale del debito transato con Banca Sistema. Che fine hanno fatto? E come si è potuta approvare una delibera che stabiliva chiaramente come le rate sarebbero state coperte con gli introiti delle morosità recuperate se, a leggere i numeri, comunque non basterebbero?

 

Gli aquilani pagano anche per gli alloggi vuoti

C'è un'altra questione, spesso sottaciuta, che andrebbe posto al tavolo della discussione: con la decisione dell'amministrazione attiva di far pagare le utenze a metro quadro, dividendo i consumi totali per i metri quadri degli alloggi costruiti nel post-terremoto, vengono pagate le utenze anche sulle Case non assegnate, che sono vuote in altre parole. Il pagamento 'ricade' sul bilancio comunale, dunque sui cittadini tutti.

A quanto ammonta la cifra che il Comune dell'Aquila versa ogni anno, per gli alloggi vuoti? Stando ai dati forniti dal Sed, per il periodo che va dal gennaio 2015 all'ottobre 2015, soltanto 10 mesi insomma, l'amministrazione ha dovuto sborsare quasi 146 mila euro, per una media di 14 mila e 600 euro al mese. 

Le cose dovrebbero risolversi a partire dal 1 aprile prossimo quando, per legge, il calcolo dei consumi non potrà più avvenire a metro quadro ma per gli effettivi consumi di ciascun alloggio. "Siete pronti a calcolare finalmente gli effettivi consumi degli assegnatari?", ha domandato il consigliere Ettore Di Cesare. Risposte non ne sono arrivate. 

 

Come risolvere il 'pasticcio'? 

In un modo o nell'altro, il pasticcio della transazione stragiudiziale con Banca Sistema verrà risolto con qualche artificio contabile: i mancati introiti verrano 'coperti' come debiti fuori bilancio, attraverso l'appostamento nel capitolo di bilancio dedicato di somme che serviranno a pagare le rate mancanti. Soldi che verranno 'sottratti' ad altri capitoli di spesa, soldi che tutti gli aquilani verseranno, con il pagamento delle tasse, per coprire i buchi di gestione del progetto Case. 

Intanto, c'è un altro debito - contratto dal settembre 2014 in avanti - già ceduto da Enel Energia ad altro istituto bancario per il recupero e, notizia di stamane, da febbraio 2015 il Comune dell'Aquila non sta pagando le utenze del suo patrimonio. Dunque, altri debiti all'orizzonte. 

Tardivamente, l'amministrazione attiva sta tentando di correre ai ripari: gli assegnatari con morosità superiori al 40% sono stati tutti sollecitati con lettera raccomandata. Dal mese di settembre, poi, è stata avviata una campagna di posa in opera di rubinetti ai contatori del gas con il contestuale distacco dell'utenza ai morosi, sia totali che parziali, relativi alle utenze 2010-2014. Ad oggi, sono stati effettuati 282 distacchi che hanno consentito di recuperare poco più di 233 mila euro di morosità arretrate che gli assegnatari hanno pagato per ottenere il riallaccio. 

Per gli alloggi con i contatori posti all'interno delle abitazioni, è stata attivata la procedura di revoca e sgombero dell'alloggio, attualmente in corso. E la campagna di distacchi continuerà nei mesi successivi, con ritmi più serrati. 

Non solo. Sono stati emessi ingiunzioni di pagamento per circa 143 mila euro, a seguito dei quali sono stati avviati gli atti di precetto. Inoltre, la società Rescus di Treviso si è aggiudicata, provvisoriamente, la gara per l'affidamento del servizio di recupero crediti extragiudiziale, pubblicata a novembre. A breve verrà affidato l'incarico: alla società trevigiana spetterà il recupero di circa 5 milioni di crediti, con priorità a quelli relativi ai consumi di gas ed elettricità. Altri costi a carico dei cittadini: a quanto si apprende, infatti, Rescus percepirà circa 200 mila euro al recupero di almeno il 40% della somma. 

Infine, a metà dicembre è stata consentita ai morosi una ulteriore rateizzazione dei debiti agli assegnatari con ISEE inferiore ai 7 mila euro annui, in 18 rate, e a quelli con ISEE  tra 7 mila e 12 mila euro, in 6 rate. Non sta andato come si sperava, però: ad oggi, le istanze di rateizzazione pervenute sono soltanto 66. 

 

Non solo utenze: ammanchi anche nei pagamenti dei canoni concessori

Dal 2011 al 2015, il canone concessorio dovuto ammonta complessivamente a circa 7 milioni di euro, in parte ancora da emettere. Ad oggi, risultano incassati circa 5 milioni di euro, con una morosità pari al 24%. Da agosto, è stata avviata una campagna di sgombero degli alloggi agli assegnatari con morosità totale riferita al periodo 2010/2013.

In totale, sono stati avviati 51 procedimenti, di cui: 

  • 6 sgomberi eseguiti in via definitiva;
  • 9 sgomberi eseguiti parzialmente e sospesi per intervenuto pagamento o per intervenuta disposizione su richiesta del servizio assistenza; 
  • 26 procedimenti cui non si è data esecuzione perché è intervenuto il pagamento della morosità;
  • 3 sgomberi non eseguiti perché sono state riconsegnate le chiavi degli alloggi; 
  • 1 procedimento impugnato al Tar e in attesa di giudizio; 
  • 6 casi di intervenuto pagamento a seguito di avvio del procedimento per cui non si è resa necessaria l'emissione dell'ordinanza di sgombero. 

 

 

 

Ultima modifica il Mercoledì, 17 Febbraio 2016 22:21

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