Si è discusso molto, in queste ore, della rissa sfiorata tra il governatore Luciano D'Alfonso e il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci. E' successo altro, però, in Consiglio, e ben più grave. Ma andiamo con ordine.
Argomento di discussione è l'inchiesta su La City di Pescara, l'edificio che sorge nell’area dell’ex fornace Tinaro sulla Tiburtina e che dovrebbe ospitare la nuova sede della Regione Abruzzo. Un affare da 42 milioni di euro. Ad aprire il confronto è il consigliere di centrodestra ed ex assessore Paolo Gatti che, citando un articolo apparso sulle pagine de 'Il Centro' nei giorni scorsi, con la pubblicazione di una intercettazione telefonica tra D'Alfonso e l'assessore Silvio Paolucci, non indagati, si è domandato come sia potuto accadere che i telefoni dei due siano finiti sotto controllo e come siano poi finite sui giornali, le intercettazioni.
Le intercettazioni. Cosa si sono detti D'Alfonso e Paolucci al telefono? "Fammiti leggere una cosa che mi devi fare i complimenti, eh", dice il presidente, parlando della decisione di bloccare l’operazione da 42 milioni di euro perché priva di copertura finanziaria. "Credo che tu non abbia mai avuto dubbi, ma non li devi davvero avere mai, ma non li devi manco avere quando percepisci che c’è una pescaresità di mezzo", continua D’Alfonso.
"Io proprio non la percepisco per niente", risponde Paolucci. E D’Alfonso ribatte: "Bravo, bravo... non la percepì ma... fai bene perché davvero sono libero".
Dunque, D'Alfonso legge a Paolucci la delibera non approvata "poiché necessita di approfondimenti urbanistici ulteriori". E spiega: "Il tema ricorrente, nelle perplessità segnalate, concerne l’idoneità urbanistica del sito individuato con il cantiere di edificazione rispetto al cono d’ombra aeroportuale". Tra i documenti citati da D’Alfonso, "una lettera pretesa da me con la quale abbiamo richiesto il parere della Prima Commissione Bilancio".
La Prima Commissione, sottolinea la Squadra Mobile, non si è mai espressa. D’Alfonso, però, non se ne cura: "Questa posizione - dice a Paolucci - è cemento armato rispetto al disordine di condotta che ha avuto Sospiri su questo tema".
Questa, l'intercettazione pubblicata sul quotidiano 'Il Centro'. Ma su cosa stanno indagando gli inquirenti?
L'inchiesta su La City. A febbraio, i pm della procura di Pescara, Anna Rita Mantini e Mirvana Di Serio, hanno firmato l'avviso di conclusione delle indagini per 15 persone.
Sul registro degli indagati sono finiti, tra gli altri, l'ex sindaco di Pescara Luigi Albore Mascia e l'ex assessore all'Urbanistica Marcello Antonelli. Sono indagati per abuso d'ufficio insieme a Gaetano Pepe, ex dirigente all'Edilizia, ai dirigenti e funzionari regionali componenti della commissione tecnica Antonio Sorgi, Pierluigi Caputi, Mario Pastore e Carla Mannetti, e ai tecnici comunali Gaetano Silveri, Emilia Fino, Lanfranco Chiavaroli ed Enrico Iacomini.
Risultano invece indagati per il reato di abuso edilizio gli imprenditori Marco Sciarra della società Iniziative immobiliari srl e Giovanni Pagliarone dell'Imar, il direttore dei lavori architettonici Mario D'Urbano e il direttore dei lavori per le opere strutturali Carlo Galimberti.
L'inchiesta portata avanti dalla Squadra mobile di Pescara, diretta da Pierfrancesco Muriana, ha lavorato sulle intercettazioni e sulle carte pubbliche che avrebbero evidenziato diverse "forzature" e la violazione di alcune norme prettamente urbanistiche con il fine di avvantaggiare il gruppo di imprenditori costruttori del complesso edilizio La City.
A farla breve, gli atti finiti all'attenzione della Procura avrebbero favorito la società di Sciarra nel "conseguimento degli atti autorizzativi all'edificazione del progetto costruttivo e da ultimo nel conseguimento del favorevole esito della procedura pubblica selettiva avviata dalla Regione Abruzzo per l'ottenimento in locazione ed opzione di acquisto della nuova sede della Regione a Pescara, di cui al canone locativo annuo pari a 1.7 milione euro e al prezzo di acquisto, in opzione contrattualmente prevista pari a 42 milioni di euro".
Ci sono due filoni d'inchiesta: il primo, riguarda Regione Abruzzo che, nel 2010, ha avviato la ricerca di immobili per sistemare gli uffici regionali di Pescara, riproponendolo, poi, nel 2011, con la scelta della Iniziative immobiliari di Sciarra e del suo progetto che, sostengono gli inquirenti, non aveva tutti i requisiti richiesti, in particolare il requisito di conformità urbanistica; il secondo, riguarda invece il Comune di Pescara che, pur mancando il requisito di conformità urbanistica, ha lavorato per far ottenere all'imprenditore Sciarra i titoli di costruzione. Dunque l'ex sindaco Mascia e l'ex assessore Antonelli, secondo l'accusa, avrebbero proposto "fattivamente l'adozione della deliberazione di giunta n. 271 del 29 marzo del 2013", approvata poi il 12 luglio , "sulla base della relazione tecnica della dirigente Emilia Fino, e con adozione di procedura semplificata".
Con tale atto, "si addiveniva quindi al sostanziale ampliamento della destinazione d'uso della sottozona indicata, attestando, contrariamente al vero che tale variazione non determinasse l'aumento del carico urbanistico e delegavano al privato costruttore la mera attestazione del mancato incremento del carico antropico, pur a seguito dell'edificazione programmata".
Per l'accusa, sarebbe stato occultato "il dato che il fine ultimo della variante deliberata fosse volta a consentire la realizzazione di una struttura che anche per l'incremento differenziale del carico antropico, potesse integrare un obiettivo sensibile ai sensi dell'art.8 delle NTA del Piano di rischio aeroportuale".
La reazione di Luciano D'Alfonso. Torniamo in Consiglio regionale, e alla reazione di Luciano D'Alfonso a seguito dell'intervento del consigliere Paolo Gatti. "Mi domando come nascano queste cose", ha detto D’Alfonso, "si vuole mandare un segnale a qualcuno o questa pubblicazione è il frutto di un concentrato di progettazione?".
La pubblicazione delle intercettazioni sarebbe un 'complotto', insomma, orchestrato da persone poco corrette, non terze e non obiettive, specialmente una, che subirà conseguenze. Il governatore non ha mancato un affondo piuttosto chiaro alla Squadra Mobile di Pescara.
"Sì, c’è stata una progettazione e questo può essere avvenuto per fare confusione o ostacolare un procedimento o per gettare fango su alcune persone. Affermo, dichiaro e sottoscrivo che il magistrato che si è fatto carico con la sua altezza è al di sopra di ogni sospetto perché è figura di straordinaria professionalità, credibilità e valore istituzionale. Non ho la stessa opinione di coloro i quali hanno fatto parte dell’attività lavorativa sottostante e non ho la stessa opinione di uno di coloro ha fatto parte di questa attività. Lei già lo sa (il nome, ndr)», ha aggiunto poi D’Alfonso, rivolgendosi al consigliere pentastellato Pettinari che, con la sua denuncia, ha fatto partire le indagini. "Lei già lo sa, lei già lo sa… Farò i nomi davanti alle sedi opportune".
Elogi, insomma, assolutamente esplici e, per questo, piuttosto sospetti, al magistrato titolare dell'inchiesta, Anna Rita Mantini, e affondi durissimi verso la Squadra Mobile e verso un investigatore, in particolare, che avrebbe maneggiato il dossier. "Non vedo l'ora che mi si chiami e dirò chi, per me, ha turbato la genuinità di quel lavoro". E ha quindi aggiunto: "Mi occuperò, in particolare, di una figura della polizia giudiziaria".
Affermazioni molto gravi, inedite per un Consiglio regionale.
La City si farà. La City, comunque, si farà, ha aggiunto D'Alfonso, "anche con la rilettura che hanno rifatto il giudice e lo speciale consulente di cui ancora non conosco il merito. Ma anche io ho trovato un limite nella procedura che saneremo, quel che è certo è che mi renderò diga affinché mai accada questo livello di vizio, impastato di politica e attività giudiziarietta".
E ancora: "Si tratta di un investimento molto importante che ho ereditato ma di cui riconosco tutta la fondamentalità perché non mi faccio opinioni parlando allo scuro dietro gli angoli delle case. Mi faccio una opinione quando mi pongo la domanda di quante siano le sedi di lavoro a Pescara della Regione. Per questo sono favorevole a questo edificio"
I consiglieri 5 Stelle annunciano interrogazione parlamentare. "Non comprendiamo i motivi di un attacco così feroce, oltretutto da una persona che sembrerebbe estranea al procedimento penale sulla speculazione immobiliare de La City, partita grazie ad un esposto presentato dal Consigliere regionale M5S Domenico Pettinari. Perché D'Alfonso ha attaccato un altro organo dello Stato, arrivando a pronunciare vere e proprie minacce? A cosa alludeva quando parlava di abusi? E perché ha speso parole di elogio per un magistrato? I suoi trascorsi giudiziari hanno influito sulle parole pronunciate oggi? E che rapporti ci sono tra D'Alfonso, magistratura e organi inquirenti? L'unica certezza che i cittadini avranno domani, purtroppo, è che lo spettacolo andato in scena oggi è inqualificabile, e che mai ci saremmo aspettati di arrivar e tale livello di barbarie e di arroganza".
Lo scrivono in una nota i parlamentari del Movimento 5 Stelle Colletti, Vacca e Del Grosso preannunciando una interrogazione al ministero dell’Interno.
"L’attacco di Luciano D’Alfonso alla Squadra Mobile di Pescara - scrivono - colpevole solamente di fare il proprio dovere, ovvero indagare per accertare eventuali reati commessi da politici e colletti bianchi, è un atto senza precedenti, a maggior ragione da parte di un Presidente di Regione che, quale autorità, dovrebbe cercare di tutelare l’indipendenza ed il lavoro delle stesse forze dell’ordine. Per questo, abbiamo presentato una interrogazione al Ministro dell'Interno, a prima firma Colletti, per verificare che non vi siano interferenze, da parte di indagati o politici, nel lavoro degli organi inquirenti e per tutelarne l'attività".