Il turismo può essere un volano di sviluppo per le aree interne? "Sì, ma solo se è abbinato a una filiera produttiva agropastorale e culturale e a dei servizi socio-assistenziali; e, soprattutto, solo se è sorretto da un capitale di conoscenze “scientifiche” e specialistiche e non da improvvisazione".
E' stato Fabrizio Barca, ex ministro per la Coesiome territoriale, a chiudere il seminario sul turismo delle aree interne ospitato, ieri, dal Gran Sasso Science Institute.
La scuola di dottorato internazionale diretta da Eugenio Coccia ha avviato, dal 2015, un'attività di valutazione, analisi, ricerca e formazione per accompagnare i processi istituzionali che dovranno condurre alla definizione delle strategie di sviluppo nelle Aree Interne.
Nei preliminari di strategia sin qui elaborati il turismo è emerso con forza come elemento chiave dello sviluppo locale.
“Noi” afferma Barca a NewsTown “siamo convinti, però, che il turismo, da solo, non ce la faccia a essere il volano dello sviluppo ma che debba sempre agganciarsi a una filiera di produzione agricolo-pastorale-culturale o a una filiera forte di produzione sociale e di welfare. Solo così le aree interno potranno proporre un'offerta turistica esperenziale”.
Secondo Barca, “il turismo ha anche una componente ingegneristica e industriale. Esso è fatto sì di identità, capacità, da parte delle comunità, di rappresentarsi, di risorse naturali e, entro certi limiti, anche di improvvisazione; ma deve avere anche una componente ingegneristica, competenze forti, specie nella comunicazione”.
L'ex ministro ha partecipato al seminario del Gssi proprio nel giorno in cui, nei laboratori del Gran Sasso, si è svolta la prima assemblea pubblica del neonato Distretto turistico del Gran Sasso, un nuovo soggetto giuridico che dovrebbe aiutare comuni, imprenditori e associazioni a promuovere un'offerta turistica moderna legata alla montagna.
Per valorizzare il territorio, i comuni potranno contare anche sui 12 milioni di euro destinati al turismo che lo Stato, tramite Invitalia, ha messo a disposizione per la ripresa economica del Cratere.
Fondi che dovranno essere incanalati verso progetti capaci di avere ricadute durevoli e non dispersi in mille rivoli: “E' un rischio che francamente non vedo” afferma Barca “Mi fa piacere che sul Gran Sasso finalmente ci siamo, anche se forse ci è voluto più tempo di quello che avevamo immaginato. Non vedo come possano essere spesi male quei soldi visto che qui il pezzo forte, il grande elemento attrattore c'è già ed è proprio il Gran Sasso. Si tratta solo di saperlo curare con garbo facendo cose molto ordinarie, a cominciare da impianti di risalita moderni e funzionanti e da una sentieristica ben segnata”.
Da qualche settimana, Barca ha lasciato il suo posto di dirigente al Ministero dell'Economia per dedicarsi a tempo pieno alla politica e a progetti come quello sulle strategie di sviluppo delle Aree interne.
Alle elezioni di domenica 5 giugno, l'ex ministro, che dopo lo scandalo di Mafia Capitale, ha effettuato una mappatura dei circoli Pd di Roma dichiarandone "dannosi" 27 (su 108), sostiene convintamente Giachetti, anche se il parlamentare ha fatto di tutto per non passare come il candidato del Partito democratico.
Questo smarcamento dai partiti attuato anche da parte di chi ai partiti è iscritto, secondo Barca, "è un processo che sta avvenendo dappertutto, un dato di fatto, anche se a me non convince. A Roma Giachetti si è candidato quando il processo di rinnovamento interno al Pd era appena cominciato. Giachetti non è l'espressione di un partito già rinnovato e quindi è anche un segno di lealtà che lui si sia presentato come candidato nazionale, anche se romano nella pancia e nelle volizioni, e non come scelta di un partito locale ancora commissariato. E' stato un atto di correttezza nei confronti dei cittadini".
Le elezioni di domenica prossima sono molto importanti non solo perché determineranno chi governerà città come Roma, Napoli e Milano ma anche perché saranno l'ultimo test elettorale prima del referendum costituzionale di ottobre, al cui esito positivo Renzi ha vincolato il proprio futuro. Come voterà Barca? "Ancora non lo so, la materia è complessa, abbiamo cinque mesi per riflettere. Quel che è importante è non partire con un sì o con un no, io non ho ancora capito come voterò. Per farlo voglio studiarmi gli articoli, alcuni a naso mi piacciono altri non mi convincono ma poiché mi viene chiesto un voto unico, dovrò valutare molto attentamente cosa fare. Il voto del referendum sarà un atto politico ma non nel senso di una sfiducia o di una fiducia a Renzi ma come voto su uno degli atti del suo governo e come atto politico più alto che un Paese possa compiere".
Dopo il referendum, molto probabilmente, quale che sia il risultato (ma a maggior ragione se vinceranno i no), il Pd andrà al congresso, con un anno di anticipo. Secondo alcuni, Barca è uno dei papabili candidati alla segreteria, l'unica vera alternativa a Matteo Renzi. Qualche giorno fa, l'ex ministro ha pubblicato, sull'Huffington Post, un articolo intitolato Caro Matteo, ecco cosa manca alla tua idea di sinistra: "L'ho scritto perché ero stato contento di ascoltare da Renzi parole e concetti come "coraggio", "piazza", "frontiera come avventura" anche se poi mi ero chiesto: come mai queste parole convincono me ma non un sacco di gente che ha paura? Perché non fanno breccia tra tante persone - appartenenti al ceto piccolo e medio borghese, operai, precari? La risposta è che Renzi racconta solo metà della mela della sinistra. L'altra metà è la battaglia dura che deve esserci per l'avanzamento sociale, per mettere ognuna di queste persone nelle condizioni di vivere la globalizazione con gioia. Se io dico a uno a cui non ho dato una buona istruzione o al quale non garantisco l'accesso ai servizi sanitari di vivere l'arrivo degli immigrati con coraggio è normale che quello mi manda a quel paese. Il messagio di sinistra di Renzi deve essere completo, deve essere di apertura ma anche di avanzamento sociale".
Sulla possibilità che sia lui il candidato alla segreteria alternativo a Renzi, però, Barca nicchia, anche se non rinuncia a pungolare il premier/segretario: "Sono abituato a combattere una battaglia alla volta e per ora il mio impegno principale è ottenere da Renzi, subito dopo le amministrative, una risposta a una domanda che gli posi nel giugno dell'anno scorso: è pronto a immaginare un ritocco all'organizzazione del suo partito? Il Pd in questo momento non è ben organizzato, non raccoglie le forze progettuali degli iscritti. Su questo sono stato sentito, ho discusso con Guerini e Orfini, abbiamo una commissione e abbiamo partorito anche un documento che non ho ancora visto, però, uscire fuori. Una larghissima parte degli iscritti al Pd chiede al partito di rafforzare la filiera della progettazione, di parlare con i cittadini circolo per circolo, territorio per territorio".