Uscita dal regime di liquidazione e stipula del contratto di servizio con la Regione.
Passa attraverso queste due mosse – l'una, va da sé, collegata all'altra - il futuro di Abruzzo Engineering.
Dopo il salvataggio dello scorso anno - votato, tra mille polemiche, dal consiglio regionale - l'azienda si trova, in questo momento, in una delicata fase di transizione.
C'è da appianare, anzitutto, il debito da 1,5 milioni di euro che, da una parte (800 mila euro), è un residuo della transazione condotta da Regione e Selex per l'acquisizione delle quote e, dall'altra, è dovuto principalmente al fatto che l'azienda è andata avanti, in questi mesi, a scartamento ridotto.
Malgrado i 172 dipendenti abbiano ripreso tutti a lavorare dal settembre 2015 (dopo mesi di cassa integrazione praticamente a zero ore), lo hanno potuto fare solo in virtù di una giungla convenzioni dalla durata molto breve.
Per questo è necessario, ha spiegato il direttore generale della Regione Abruzzo Cristina Gerardis - attualmente membro del direttorio provvisorio di AE - approvare il prima possibile il nuovo contratto di servizio, per “non avere soluzioni di continuità nei servizi che l'azienda svolgerà per conto dell'Ente”.
La delibera, ha detto sempre la Gerardis - che, insieme a Paolo Costanzi, direttore delle attività amministrative della Regione, è stata ascoltata in commissione Vigilanza - dovrebbe approdare in giunta la prossima settimana (non sarà necessario un ulteriore passaggio in consiglio). Il contratto avrà una durata di due anni e mezzo e servirà a AE ad avere autonomia dal punto di vista economico e finanziario.
Quest'ultima, del resto, era una delle clausole ineludibili del salvataggio votato un anno fa: AE non sarebbe dovuta costare, alle casse regionali, nemmeno un euro ma avrebbe dovuto trovare una sua sostenibilità stando sul mercato. Facendo cosa? Tutta una serie di attività che la Regione non può fare soprattutto per carenza di personale, nel rispetto di tutta una serie di limitazioni previste dalla legge per le società in house.
Dopo il salvataggio, la maggior parte dei dipendenti di Abruzzo Engineering è stata assegnata ai vari uffici della ricostruzione (Usra, Ricostruzione pubblica e privata, Genio civile) ma ci sono lavoratori che sono stati ricollocati in altri uffici regionali, dall'Ambiente (settore idrico, monitoraggio discariche abusive e siti inquinati) al recupero crediti; finanche - ma solo per la provincia dell'Aquila - ai controlli di efficienza energetica delle caldaie.
Una gamma di servizi piuttosto eterogenea e diversificata, forse anche troppo; tanto che qualcuno si è chiesto se abbia ancora senso parlare di “contratto di servizio”, visto che il servizio è più d'uno. Attualmente l'azienda, più che come una società in house, sta agendo di fatto come una multiservizi, i cui lavoratori, peraltro, vengono spostati da un ufficio all'altro a seconda delle necessità, quasi fossero degli interinali o degli stagionali (con tutte le conseguenze del caso, dal punto di vista umano e professionale).
Inoltre - è stato osservato in commissione Vigilanza - la ricostruzione dell'Aquila e del Cratere non durerà in eterno. Cosa accadrà quando terminerà questa fase contingente? Secondo la Gerardis il problema non si pone perché ci sono tanti uffici regionali a corto di organico (per esempio quelli del Genio civile, che, per via della recente legge con cui sono stati riformati, avranno bisogno di più personale) nei quali i lavoratori di AE potrebbero essere reimpiegati.
Dopo la stipula del contratto di servizio, AE potrà concordare con le banche un meccanismo di anticipo fatture che in questo momento le è precluso, visto che è ancora in liquidazione. In questo modo potrà entrare a regime e non essere più soggetto a ritardi anche il pagamento degli stipendi. Attualmente, infatti, i lavoratori aspettano ancora di ricevere la paga di aprile e maggio (più altre quattro mensilità del 2015 che però devono essere liquidate dall'Inps).
Ritardi dovuti soprattutto alla lunghezza e alla farraginosità delle procedure burocratiche che governano il ritorno in bonis. Un esempio: una delle convenzioni che l'azienda aveva, quella con l'Usra, non è stata rinnovata perché sarebbe dovuta passare direttamente in capo alla Struttura di missione e quindi al ministero. Sono passati diversi mesi e tutto ciò non è ancora avvenuto.
La Gerardis ha voluto smentire anche un articolo comparso ieri sul quotidiano online Prima da noi, secondo il quale all'interno di AE ci sono dei dirigenti che arrivano a prendere fino a 2 mila e 500 euro al mese: “C'è un accordo sindacale" ha detto la Gerardis "che ha ridotto gli stipendi per rientrare nei parametri di convenienza economica fissati dalla Regione Abruzzo”. Passata la fase transitoria del direttorio, anche il nuovo organigramma aziendale sarà ridotto all'osso: niente consigli di amministrazione ma solo un amministratore unico che assommerà su di sé anche le funzioni di direttore.
L'altro passaggio obbligato che l'azienda dovrà affrontare come atto propedeutico all'uscita dal regime di liquidazione è quello della ripatrimonializzazione.
Sia la Gerardis che Costanzi hanno fornito, come data, quella del 31 agosto. Rassicurazione che però ha lasciato scettico il presidente della Quinta commissione Mauro Febbo, che ha già annunciato la convocazione di una prossima seduta per verificare il mantenimento degli impegni e il rispetto delle tempistiche: "Si nagia ancora a vista".
A essere iscritto nel patrimonio di Abruzzo Engineering sarà l'ex edificio del Parco Scientifico-Tecnologico, situato all'Aquila, in località Santa Barbara. Con il valore dell'immobile (circa 2 milioni e mezzo di euro) l'azienda potrà estinguere il debito da cui è ancora gravata e avere una base di garanzia con le banche.