Mercoledì, 18 Settembre 2013 14:18

Berlusconi, respinta la mozione di Augello. Si va verso la decadenza

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E’ oramai ad un passo la decadenza da senatore di Silvio Berlusconi. La Giunta delle elezioni e delle immunità di Palazzo Madama ha bocciato la relazione di Andrea Augello (Pdl), nel procedimento a carico dell'ex premier. I no sono stati 15 (Pd, M5S, Scelta Civica e Sel), un solo voto a favore (quello dello stesso Augello). I senatori del centrodestra hanno lasciato l’aula per protesta, al momento della bocciatura delle questioni preliminari.

Augello aveva chiesto la convalida dell’elezione di Berlusconi, nonostante la condanna a 4 anni di reclusione per frode fiscale: ora, il nuovo relatore della Giunta sarà il presidente, Dario Stefàno (Sel), che ha dichiarato "contestata l'elezione di Berlusconi". "Essendo stata respinta la relazione del relatore e quindi la convalida dell'elezione" - ha spiegato - si è aperta di fatto la fase della contestazione. Il presidente della giunta ha anche ufficializzato di aver "ritenuto di assumere la responsabilità dell'incarico di relatore" con l'auspicio di "proseguire un percorso istituzionale scevro da appartenenze di partito".

La prossima seduta non sarà prima di 10 giorni. Poi, con il voto che sancirà quasi sicuramente la decadenza del senatore Berlusconi, l'ultima parola spetterà ai parlamentari. Con il governo Letta che, oramai, pare appeso ad un filo sottile.

Aumento dell'Iva, ricatto al Governo. Benzina sul fuoco potrebbe arrivare dal ventilato aumento dell'Iva, che il Pdl potrebbe cavalcare per far cadere il Governo presentandosi agli occhi degli elettori, in caso di ritorno alle urne, come la forza politica che ha combattuto per abbattere le tasse. Autorevoli fonti del ministero dell'Economia hanno confermato all'Huffington Post che spazi di manovra per scongiurare il passaggio dell'aliquota del 21% al 22% non ce ne sono. Anzi. Ieri Saccomanni si è nuovamente impegnato con Rehn al rispetto del del tetto del 3% nel rapporto tra il Deficit ed il Pil. Il problema è che, in realtà, dai conti che sta facendo il Tesoro in queste ore, quel vincolo è già stato sforato. Dunque ci sono da trovare soldi, due o tre miliardi di euro, per riportare l'asticella dei conti sotto il 3%. Saccomanni conta di riuscirci con delle rimodulazioni di spesa, ma se facesse slittare anche di solo un altro mese l'aumento dell'Iva i conti davvero non tornerebbero più. Il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, ha già chiesto a Letta di "smentire l'aumento dell'Iva e di onorare gli impegni". Gli ha fatto subito eco il Presidente dei senatori del Pdl, Renato Schifani:"L'aumento dell'Iva? Più danni che vantaggi". 

Il governo sta provando, in queste ore, a mettere a punto un "piano antincendio" per spegnere le tensioni politiche nella maggioranza. L'idea sarebbe quella di una rimodulazione delle aliquote. Fermo restando l'aumento al 22% di quella più elevata, si starebbe ragionando sulla possibilità di far passare alcuni beni di più largo consumo con alti impatti inflazionistici, nello scaglione più basso, quello del 10%.

La furia del Cavaliere per la sentenza sul Lodo Mondadori. Intanto, l'ex premier resta barricato ad Arcore. Infuriato per la decisione della Cassazione che ha confermato la sentenza Cir. La Corte, nelle 185 pagine che contengono il verdetto sul Lodo Mondadori, ha sposato la tesi accusatoria: venticinque anni fa la Fininvest si assicurò il controllo della casa editrice di Carlo De Benedetti mediante la corruzione del giudice romano Vittorio Metta realizzata dall’avvocato Cesare Previti 'intraneo' al gruppo del Biscione e delegato tra l’altro proprio ad 'acquistare' a suon di mazzette le sentenze favorevoli. I 15 motivi di ricorso presentati dalla Fininvest sono stati tutti respinti: è stata decisa, però, una decurtazione di 46miliardi di vecchie lire dai 564,2milioni di risarcimento liquidati dalla Corte di Appello di Milano e che la Cir ha congelato in un fondo nel 2011. "Un altro schiaffo alla giustizia", ha commentato Marina Berlusconi, "che rappresenta la conferma di un accanimento sempre più evidente la cui gravità lascia sgomenti". 

Contro il verdetto è insorto il Pdl: il vicepremier Angelino Alfano ha parlato di "sentenza spropositata nella sua dimensione", Anna Maria Bernini di "assedio finale all’avversario politico Silvio Berlusconi: prima la limitazione della libertà personale, ora l’assalto al patrimonio".

Il videomessaggio. E' la decisione della Cassazione ad aver convinto l'ex premier a registrare una versione molto più dura del video annunciato per la giornata di ieri e che, invece, è stato trasmesso alle 18 di questo pomeriggio. Angelino Alfano, a Porta a Porta, aveva assicurato che “il sole tornerà a splendere dopo il videmessaggio”. In realtà il discorso di Berlusconi, apparso provato, ha ripercorso alcuni dei passaggi già sentiti negli anni scorsi. L'ex premier ha parlato di democrazia dimezzata, di magistratura come contropotere in grado di condizionare il potere esecutivo e legislativo, addirittua di via giudiziaria al socialismo. Con riferimento al processo Mediaset, ha definito la sentenza politica e mostruosa, non definitiva però: ci sarà tempo, ha promesso, per un revisione del pronunciamento in Italia e in Europa. Sono passati vent'anni dalla discesa in campo, ha ricordato, e nonostante i dispiaceri sono ancora innamorato di questo paese. "Sono innocente", ha detto. "Sono assolutamente innocente. Sto pagando un prezzo altissimo per aver difeso l'Italia dalla deriva comunista: una aggressione giudiziaria violenta". Poi l'appello ai giovani, celebrando la rinascita di Forza Italia: "Scendete in campo. Reagite, protestate. Forza Italia è l'ultima chiamata prima della catastrofe. Siate missionari della libertà: sarò accanto a voi, decadenza o non decadenza, non è un seggio che fa il leader è il consenso popolare. Che non mi è mai mancato e non mancherà in futuro". Sul governo, nessun accenno a Enrico Letta e ad una possibile crisi: "i nostri ministri fermeranno il bombardamento fiscale".

La paura del carcere. Un discorso debole, senza dubbio. Che ha mostrato un Berlusconi affannato. Il terrore, in queste ore, è il carcere. A denunciarlo, uno dei quotidiani di famiglia: Il Giornale. L'ex premier è atteso da altri processi: Ruby 1, Ruby 2, Processo Mediaset e processo di Napoli sulla compravendita dei senatori. "Avrebbe, naturalmente, più vie di fuga da senatore che da semplice cittadino: arresti domiciliari, affidamento ai servizi sociali, grazia", scrive Luca Fazzo. "Eppure il pericolo non viene tanto tanto dalla condanna per il processo Mediaset, quanto dalle nuove indagini preliminari. Finora a proteggerlo è la Costituzione, che impedisce l'arresto dei parlamentari senza il voto favorevole della Camera di appartenenza. Ma alla fine di questa settimana, il tribunale di Milano che ha processato e condannato Berlusconi per concussione e prostituzione minorile depositerà - a meno che i giudici non chiedano una proroga - le motivazioni della sentenza Ruby. Sentenza che si annuncia densa di giudizi pesanti sulle abitudini pubbliche e private di Berlusconi. Con il deposito, si aprirà formalmente la strada per la incriminazione di tutti i testimoni che per il tribunale sono venuti in aula a dire il falso per salvarlo. Dalla loro incriminazione scatterà l'inchiesta che ha già un nome in codice, 'Ruby 3'." Se la Procura sceglierà un avvio soft all'inizio indagherà le ragazze 'solo' per falsa testimonianza. Ma l'accusa vera che i pm faranno scattare è quella, assai più pesante, di corruzione in atti giudiziari. Il prezzo della corruzione? I soldi che Berlusconi ha versato alle ragazze mese per mese, dall'esplosione dello scandalo, ufficialmente per aiutarle a tirare avanti. A Napoli, inoltre, il 23 ottobre è fissata l'udienza preliminare a carico di Berlusconi per la presunta compravendita di parlamentari. E l'ex premier - senza il paracadute dell'immunità - rischierebbe l'arresto per corruzione in atti giudiziari.

Ultima modifica il Giovedì, 19 Settembre 2013 00:58

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