Dal 1° gennaio 2017 il dipartimento di Protezione civile della Regione Abruzzo potrebbe chiudere per gravi carenze di personale.
Il prossimo 29 dicembre, infatti, scadranno i contratti a tempo determinato di 28 dipendenti - 15 del centro funzionale e 13 della sala operativa – sul cui lavoro poggia gran parte della struttura. Avendo già raggiunto il limite dei tre anni previsto per i rapporti di lavoro a tempo determinato, per le norme europee recepite dal Jobs Act questi lavoratori non potranno essere prorogati.
La Regione, con il sottosegretario con delega alla Protezione civile Mario Mazzocca e il dirigente Antonio Iovino, sta studiando, insieme al Governo e alla Protezione civile nazionale, una soluzione, ma la situazione è complicata.
Mazzocca non nasconde la propria preoccupazione: “Il problema non è finanziario, perché il Dipartimento ci ha già garantito le coperture, ma giuridico-amministrativo. Stiamo affrontando la questione cercando, intanto, una soluzione tampone in attesa di indire un nuovo concorso”.
La via di una nuova selezione pubblica, infatti, sembra obbligata. Ma bandire un nuovo concorso richiede tempo, anche diversi mesi, e nel mentre bisogna evitare che gli uffici, da gennaio, rimangano scoperti, specie in un momento come questo, con l’emergenza del doppio terremoto del Centro Italia ancora in corso.
Il personale a rischio, che prima di essere assunto con contratti a tempo determinato era andato avanti per anni con collaborazioni e contratti a progetto, è formato da persone altamente specializzate, molte delle quali abituate a stare in prima linea: tecnici, ingegneri, climatologi, meteorologi, addetti a materiali e mezzi. Profili particolari, difficilmente rimpiazzabili.
Ma come si è arrivati a questo punto? Perché la Regione, pur sapendo che questi 28 lavoratori erano in scadenza di contratto, non si è mossa in tempo?
“In realtà” spiega il dirigente regionale Antonio Iovino “stavamo preparando il bando di concorso quando c’è stato il terremoto del 24 agosto, che ha cambiato tutto. Da quel momento non ci siamo potuti dedicare ad altro che all’emergenza. Questa volta ci eravamo mossi in tempo. Da parte della Regione c’era la volontà di stabilizzare questo personale, tanto che il Consiglio aveva approvato, tempo fa, una legge che poneva fine ai contratti co.co.co.. Purtroppo la legge italiana, ossia il Jobs Act, che ha dovuto recepire quella europea, parla chiaro: non si possono prorogare oltre i 36 mesi i contratti a tempo determinato”.
Il problema, peraltro, non riguarda solo l’Abruzzo ma molte altre regioni, a cominciare dall’Umbria, anch’essa alle prese con l’emergenza post-terremoto.
Proprio per questo, l’Abruzzo spera che il Governo possa concedere una deroga nel decreto terremoti, quando il testo sarà convertito in legge. Un’eccezione di qualche mese, necessaria a garantire la presenza dei lavoratori anche dopo il 29 dicembre e a preparare, nel frattempo, il concorso per la loro stabilizzazione definitiva.