Giovedì, 24 Novembre 2016 09:31

Roberto Giachetti all'Aquila per il sì: "Riforma necessaria, la Costituzione va migliorata"

di  Eleonora Fagnani e Roberto Ciuffini

"Ci accusano di calpestare la Costituzione perchè se la riforma passasse si stravolgerebbero 47 articoli. Ma sappiamo bene quanto già nei padri costituenti la seconda parte del testo costituzionale suscitò delusione. Forse nemmeno questa riforma è perfetta, ma il compito del legislatore è individuare ciò che non funziona e indicare una possibile soluzione.L'efficacia di un cambiamento si manifesta solo molti anni dopo. Per questo le proposte di riforma non possono essere bocciate a priori".

Ha esordito così Roberto Giachetti, vicepresidente della Camera e deputato dem, ieri all'Aquila a sostegno delle ragioni del sì al referendum costituzionale del 4 dicembre. Di fronte alla platea dell'Auditorium dell'Ance, anche esponenti della sinistra e del pd aquilano: la Senatrice Stefania Pezzopane, lìex assessore al commercio e alle attività produttive del Comune dell'Aquila Giancarlo Vicini e il Segretario del Partito Democratico dell'Aquila Stefano Albano. E' stato proprio quest'ultimo a tenere il discorso introduttivo. Endorsement al sì sono arrivati in apertura del dibattito, anche dagli interventi del capogruppo Idv del Comune dell'Aquila Giovanni Di Nicola, dal capogruppo pd Stefano Palumbo, dalla coordinatrice delle donne democratiche della provincia dell'Aquila Gilda Panella, da Gianluca Cervale del Comitato per il sì dell'Aquila, dal segretario provinciale dei giovani democratici Mario Schettino e dal Sindaco di Acciano Fabio Camilli. Presenti anche altri due sindaci delle frazioni: Marco Giusti, Sindaco di Scoppito, e Francesco di Paolo, Sindaco di Barisciano.

Giachetti ha condannato subito i toni eccessivamente aggressivi assunti dalla campagna referendaria. Nonostante l'invito a mantenere un "profilo basso" perchè "l'importante è raccontare alla gente cos'è la riforma", il deputato Dem si è tuttavia scagliato contro i maggiori esponenti politici schierati per il no. Da Berlusconi che "fa ridere quando parla di deriva autoritaria" a Grillo, nei giorni scorsi al centro di una scambio di battute al vetriolo con il Premier Renzi. Dopo aver letto la definizione di "accozzaglia" dal dizionario, l'affondo: "Di cosa ci dobbiamo scusare? - chiosa Giachetti - Renzi ha definito accozzaglia chi sostiene il no, ma ha ragione. Grillo invece si può permettere di dire scrofa e serial killer e nessuno dice nulla?".

Il vice presidente della Camera è passato quindi a snocciolare i punti salienti della riforma, stigmatizzando ogni volta le principali accuse mosse dal fronte del no . "Non è vero che la riforma nasconde il tentativo di rafforzare il potere del Governo - ha affermato il vice presidente della Camera- semmai il contrario. La Riforma prevede un assetto istituzionale più semplice per evitare situazioni di stallo e tempi biblici per l'approvazione di una legge. Oggi l'unico strumento cui il Governo può ricorrere per attuare il programma è il decreto legge. E questo mortifica il potere legslativo del Parlamento. La proposta del provvedimento a data certa contenuta nella riforma, invece, valorizza e semplifica il lavoro delle Camere che, da un lato, conservano il potere di proporre emendamenti e modifiche, dall'altro hanno il dovere di rispettare tempi definiti che garantiscono l'attuazione delle leggi".

"Ci accusano inoltre di ridurre gli spazi di partecipazione democratica - ha continuato Giachetti riferendosi alle modifiche previste dal ddl Boschi al referendum abrogativo e alle leggi di iniziativa popolare. Accuse che il deputato ha bollato come "strumentali e immotivate" dal momento che "sul tema della partecipazione la proposta di riforma porta modifiche rivoluzionarie". Per Giachetti la previsione di ridurre il quorum nel caso in cui a proporre la consultazione siano 800.000 cittadini - anzichè 500.000 - è "una spinta alla partecipazione" perchè in questo modo si scongiura il rischio di far cadere nel vuoto il voto di milioni di persone. "Quanti referendum sono andati in fumo perchè non si è raggiunto il quorum?". E ha aggiunto: "Ricordate che tutte le elezioni referendarie fallimentari hanno avuto un costo altissimo".

Quindi il bicameralismo perfetto, il tema al "centro di tutte le proposte di riforma degli ultimi trenta anni". Durante l'intervento ne cita alcune, la proposta Bozzi, la bicamerale di D'Alema, la riforma Berlusconi - Calderoli bocciata in sede referendaria. E sul punto il deputato dem ha dato forza alle sue argomentazioni leggendo prima uno stralcio della relazione di Meuccio Ruini, presidente della Commissione per la Costituzione alla Costituente del 1947, sul progetto di Costituzione proposto all'Assemblea costituente per la votazione finale. Poi, elencando alcuni punti del programma elettorale del Pds del 1994."Già nel 1947 il bicameralismo perfetto, risultato di un compromesso contro il rischio di un ritorno al fascismo, appariva una stortura istituzionale. Meuccio Ruini, nel suo intervento all'Assemblea costituente, auspicava un graduale miglioramento della Costituzione specialmente nella seconda parte, considerata piena di difetti e lacune".

"Vale la pena leggere anche del programma elettorale del Pds del 1994 - ha proseguito Giachetti - uno dei punti prevedeva il superamento del bicameralismo paritario attribuendo ad una Camera le funzioni proprie di un'assemblea nazionale e all'altra quella di Camera delle Regioni". Quindi la stoccata a D'Alema e alla minoranza Dem schierata per il no. "Quelli che oggi ci accusano di voler rafforzare eccessivamente i poteri del Governo a discapito della rappresentanza, sono gli stessi che, venti anni fa, proponevano riforme identiche a quelle contenute nel ddl Boschi. Ora affermano il contrario. Che credibilità hanno?".

E sul punto più controverso, la riforma del Titolo V della Costituzione, Giachetti ha paventato il rischio della "paralisi totale" semmai la riforma venisse bocciata. "La mancanza di criteri certi circa la ripartizione delle materie di competenza concorrente crea conflitto. Attualmente la Corte Costituzionale è ingolfata da ricorsi di legittimità e questo paralizza l'attvità legislativa penalizzando, di conseguenza, la risoluzione dei problemi dei cittadini".

In caso di possibile vittoria del no invece, Giachetti non ha prospettato alcuno scenario catastrofico: "Se il no dovesse vincere non cambierebbe nulla. E' proprio questo il problema. Ci troveremmo ad affrontare le sfide di questo Paese con una 500 quando abbiamo bisogno di una Spider".

Sul punto ha insistito invece la senatrice Stefania Pezzopane durante il suo intervento. " La vittoria del sì, delineando un rapporto tra Governo e Parlamento più efficiente, renderà più veloce, snello e autentico il percorso leglislativo - ha affermato la Senatrice - Nonostante gli attuali tempi di approvazione di una legge però, questo Gooverno è riuscito a fare moltissime cose, pensate alla riforma del mercato del lavoro, al dopo di noi, alle unioni e civili, e all'ultimo decreto sul terremoto nel Centro Italia, in cui sono stati inseriti molti comuni abruzzesi che hanno avuto danni". E sulle conseguenza di una eventuale vittoria del No, la Senatrice ha invitato gli astanti ad una "riflessione": "L'attuale Giverno si è sempre occupato di questo territorio. Sono le leggi di questa legislatura che hanno consentito al cratere di ripartire e possiamo affermare che oggi la ricostruzione è a buon punto. In caso di vittoria del no il Governo non cade, ma ne uscirebbe indebolito. A noi aquilani cosa ci conviene -  ha concluso Pezzopane - un governo poco autorevole o un governo forte in grado di legiferare?".

Ultima modifica il Giovedì, 24 Novembre 2016 12:41

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