Se la ricostruzione nelle frazioni è ferma o arranca, scontando un ritardo fattosi ormai incolmabile rispetto a quella del centro storico dell’Aquila, le responsabilità non sono da attribuirsi a inghippi tecnico-burocratici ma a una precisa volontà politica dell’amministrazione Cialente.
E’ l’accusa lanciata dai consiglieri comunali di Noi con Salvini Emanuele Imprudente, Daniele Ferella e Luigi D’Eramo, quest’ultimo candidato sindaco alle prossime elezioni per il partito del segretario della Lega Nord.
A parlare chiaro, dice Daniele Ferella, sono i numeri. Nel 2016, a fronte di 120 contributi emessi per pratiche riguardanti aggregati delle frazioni, per un totale di una settantina di milioni di euro, i cantieri realmente partiti sono una decina. C’è una discrepanza significativa, in altri termini, tra progetti approvati e ammessi a finanziamento e l'avvio dei lavori.
E anche in merito alle schede parametriche parte prima i dati sono altrettanto sconfortanti: su un totale di 1108 schede presentate ne sono state valutate appena 296 quando invece per il centro storico dell’Aquila la proporzione è di 309 valutate su 377 presentate.
Di questo passo, ha calcolato Ferella, per riavere le frazioni ricostruite ci vorranno decenni.
“Non può essere solo colpa dei tecnici o delle pratiche ferme al Genio civile” afferma il consigliere di Ncs “E’ evidente che è il sistema di valutazione complessivo, per come è stato concepito, a generare questi ritardi. La verità che è si è deliberatamente deciso di dare priorità al centro storico dell’Aquila e le frazioni sono state abbandonate. Ma siamo pronti a scommettere che da oggi alle elezioni sarà tutto un fiorire di cantieri per dare l’impressione che si stia facendo quello che non si è fatto in tutti questi anni”.
C’è un altro fattore, secondo i salviniani, che rischia di impaludare ulteriormente questo stato di cose già stagnante ed è la delibera comunale 109 del dicembre 2016 che ha introdotto l’obbligo del restauro conservativo per tutti gli edifici delle frazioni: “Questi immobili rappresentano il 90% del totale degli edifici delle frazioni" spiega Ferella "che invece hanno notoriamente un basso numero di edifici vincolati. Molte schede parametriche parte seconda per le frazioni prevedono delle demolizioni, fosse anche di solai o di altri elementi strutturali. Il restauro conservativo, per come è concepito, non permette però di farle. E così i progetti del genere già presentati, per effetto della delibera, sono stati sospesi. Quella delibera, inoltre, ha creato anche un altro problema per gli edifici posteriori al 1930 per i quali non è previsto l’adeguamento energetico in caso di abbattimento e ricostruzione. Adeguamento che invece è obbligatorio secondo la legge nazionale. Questo vuol dire che l’efficientamento energetico degli edifici dovranno pagarselo i propietari”.
“Questa amministrazione ha abbandonato le frazioni” attacca Emanuele Imprudente “non solo sulla ricostruzione ma anche sulla manutenzione ordinaria. Tutte le azioni che verranno messe in atto nei prossimi mesi, pertanto, saranno pura propaganda elettorale”.
Rincara la dose Luigi D’Eramo, candidato sindaco di Ncs alle prossime elezioni comunali: “La situazione di abbandono delle frazioni è la dimostrazione dell’irresponsabilità di questa maggioranza, che ha usato la ricostruzione per regolare equilibri interni di tipo partitico e politico, e dell’incapacità dell’assessore Pietro Di Stefano. Se i due candidati alle primarie del Pd, Pietrucci e Di Benedetto, vogliono davvero marcare una discontinuità e incarnare un’alternativa, devono affermare fin da ora che, in caso di vittoria del centrosinistra, Di Stefano non potrà più fare l’assessore alla ricostruzione. Altrimenti sono solo due barzellettieri”. Ma secondo D’Eramo questa presa di distanze non ci sarà: “Sia Pietrucci che Di Benedetto sono espressione della triade Cialente-Lolli-Pezzopane, che scegliendo loro per le primarie del Pd hanno ritrovato un equlibrio che negli ultimi tempi sembravano aver smarrito”.