“Alle primarie comunali del 9 e 10 aprile andrò a votare ma non dirò per chi”.
Il prossimo mese, a distanza di 20 giorni, si terranno le primarie di coalizione del centrosinistra aquilano per la scelta del candidato sindaco alle elezioni comunali di giugno e quelle nazionali (in programma il 30) per il congresso, per l’elezione del nuovo segretario del Pd.
A questo doppio appuntamento elettorale, la senatrice aquilana del Partito democratico Stefania Pezzopane si presenta appoggiando convintamente Mattero Renzi nella corsa alla segreteria ma adottando invece un profilo basso sulle primarie locali, che vedono contrapposti due pezzi da novanta del partito come Pierpaolo Pietrucci e Americo Di Benedetto.
“Sono due percorsi ugualmente importanti ma distinti” afferma la senatrice “Alle primarie locali andrò a votare ma non appoggerò pubblicamente nessuno dei due candidati, perché ritengo che chi, come me, svolge ruoli istituzionali importanti, è bene che faccia un passo indietro, per consentire all’opinione pubblica di esprimere liberamente le proprie posizioni”.
“Sia Americo che Pierpaolo” dichiara Pezzopane “sono miei carissimi amici e sono entrambi portatori di bellissime energie. Io penso già al dopo primarie, quando ci sarà bisogno di tutti e due. Mi metto a disposizione per creare le condizioni per una perfetta armonia tra chi vincerà e chi, pur uscendo sconfitto, dovrà dare il suo contributo per la vittoria vera, quella contro il centrodestra e i Cinque Stelle. Il mio sostegno sarà successivo alle primarie per unire i due pezzi che oggi confliggono”.
La sfida nazionale: “Dare continuità al governo Renzi”
Stefania Pezzopane sarà una delle principali animatrici del comitato comunale pro Renzi in vista del congresso. Comitato che può annoverare, tra i propri membri, anche l’assessore Maurizio Capri, l’ex segretario del Pd aquilano Francesco Iritale, i consiglieri comunali Tonino De Paolis, Antonio Nardantonio e Alì Salem, il capo di gabinetto di Cialente Mauro Marchetti e il consigliere provinciale Fabrizio D’Alessandro, che sarà anche coordinatore a livello regionale dei comitati che appoggiano l’ex premier.
Con i renziani ci sarà anche Americo Di Benedetto, sostenitore della prima ora, anche se la maggior parte del partito, a livello locale, da Massimo Cialente a Giovanni Lolli fino a Carlo Benedetti e Stefano Albano, si è già schierato con Orlando.
E a proposito di Orlando e della sua scelta di iniziare dall’Aquila la propria corsa alla segreteria, la Pezzopane non risparmia una punzecchiatura: “Orlando in realtà ha cominciato la campagna elettorale a Firenze. Ha detto che l’avrebbero cominciata all’Aquila quando è venuto qui. Non vorrei facesse lo stesso per ogni città in cui andrà”.
Anche Renzi potrebbe fare una capatina in città: “Lo abbiamo invitato, insieme ad altri esponenti nazionali, vediamo chi riusciremo a far venire. Renzi del resto è già venuto parecchie volte, ci è molto vicino e ha molto a cuore le questioni della ricostruzione, nei confronti delle quali è stato molto attento anche da premier e segretario. Giorni fa è stato ad Amatrice in maniera soft e poco ridondante a incontrare sindaci e amministratori. All’incontro sono andati anche i sindaci dell’Alto Aterno”.
Riconfermare Renzi alla guida del Pd, osserva la Pezzopane, è l’unico modo per dare continuità a un’esperienza riformatrice interrottasi il 4 dicembre: “Tornare indietro, a prima del Pd, significherebbe far fare un passo indietro non solo al partito ma al Paese”.
In caso di vittoria, Renzi riproporrebbe un partito a vocazione maggioritaria. Tant’è che la proposta di legge elettorale venuta fuori dal Lingotto è o un Mattarellum opportunamente riveduto e corretto o un Italicum con premio alla lista. Ma è importante, secondo Pezzopane, respingere ogni nostalgia del proporzionale, “un sistema che abbiamo abbandonato da decenni. Tornare al proporzionale significherebbe tornare a un’assoluta ingovernabilità. Questi sentimenti proporzionalistici sono anche una conseguenza del No al referendum, che ha bloccato un processo di riforme. Più il sistema va verso il proporzionale più chiunque vorrà farsi il partitino per conquistarsi un posto al sole. A sinistra del Pd si sono formati già tre partiti, che dovranno contendersi uno spazio angusto e dividersi le spoglie di qualcosa che purtroppo non è così consistente”.
Ai fuoriusciti confluiti in Articolo 1, tra i quali ci sono membri influenti del partito come Fabio Ranieri e Giorgio Spacca, la senatrice democrat dice: “Dispiace sempre quando qualcuno va via, anche perché tra di loro ci sono molti miei cari amici. D’altra parte se vanno via non ritengono che la battaglia congressuale sia una battaglia da provare a fare e questo mi rammarica perché è un segno di debolezza. Questo congresso in fondo si fa perché degli esponenti nazionali e locali avevano chiesto un dibattito, avevano chiesto di rivedere la linea politica del partito. Si fa il congresso e cosa succede? Che quelle stesse persone vanno via. E’ un segno di scarsa attenzione al dibattito politico che c’è nel Pd. Anche i contenuti del nuovo partito mi sembrano incerti e oscuri. Penso alle recenti dichiarazioni di Bersani sul M5S, che hanno sdoganato il partito di Grillo dopo che lo stesso Bersani era stato oggetto delle peggiori e infamanti accuse”.
Il congresso si svolgerà in due tempi: fino al 2 aprile ci saranno, a livello locale, le convenzioni (iniziate il 20 marzo), che si terranno nei circoli e che vedranno esprimersi e votare solo gli iscritti. Chiusa questa fase si andrà verso l’appuntamento più atteso, quello delle primarie del 30 aprile, aperte a tutti, iscritti e non. Da queste seconde consultazioni uscirà il nome del nuovo segretario che sarà anche il candidato premier alle prossime elezioni politiche. Che, hanno assicurato sia Gentiloni che Renzi, ci saranno nel 2018. “Entrambi hanno confermato che si andrà a fine mandato” osserva la Pezzopane “ma in politica può accadere di tutto”.