"Per l'inizio del prossimo anno scolastico costruiremo 21 nuove scuole, è stata pubblicata l'ordinanza per il riconoscimento del danno alle imprese, presto uscirà anche quella sul danno alle abitazioni. Le risorse ci sono, il governo si è impegnato a garantirle. Le proteste dei giorni scorsi? In questi casi la protesta è sempre comprensibile, io ho detto in passato che un terremotato ha sempre ragione. Ma dobbiamo tener conto anche che ci troviamo di fronte a una situazione eccezionale, a eventi unici nella storia di questo Paese".
A dirlo è stato il commissario alla ricostruzione per il terremoto del Centro Italia Vasco Eranni, intervenuto all'Aquila alla cerimonia di premiazione del premio Avus tenutasi presso l'aula magna del Gran Sasso Science Institute.
All'evento, inserito dal comune dell'Aquila nell'ambito del calendario di iniziative commemorative per l'ottavo anniversario del terremoto del 2009, hanno preso parte anche il governatore dell'Abruzzo Lucviano D'Alfonso, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, la rettrice dell'università dell'Aquila Paola Inverardi e il rettore del GSSI Eugenio Coccia.
Errani ha risposto anzitutto alle domande sulle manifestazioni che le popolazioni colpite dal terremoto di agosto e poi anche da quelli successivi hanno organizzato qualche giorno fa davanti Montecitorio per protestare contro i ritardi e gli intoppi burocratici che stanno rallentando la realizzazione delle casette provvisorie e la ripresa delle attività produttive.
Pur riconoscendo e ammettendo i ritardi, l'ex governatore dell'Emilia Romagna ha indicato la necessità di un cambio di atteggiamento, perché "non possiamo essere un Paese che ragiona sempre e solo in termini del qui e ora. Dobbiamo avere una visione chiara di dove vogliamo andare".
Territorio fragile
"Il territorio colpito dal terremoto" ha detto Eranni "era un territorio fragilissimo già prima del sisma. Si parla dei ritardi nella costruzione delle casette. Si può dare il giudizio che si vuole in questa fase dell'emergenza ma trovare aree disponibili per le casette in zone rischio frana e esondazione non è facile. Io penso che occorra un piano decennale per la messa in sicurezza e che ci voglia una cultura della manutenzione permanente e della prevenzione".
Spopolamento
Se lo Stato non renderà più veloci e snelle le procedure per la ricostruzione, accusano gli abitanti delle zone terremotate, ci sarà uno spopolamento inesorabile dei paesi. Un fenomeno che già era in corso prima del 24 agosto e che il terremoto non ha fatto altro che aggravare e accelerare: "Mi sono guardato i dati Istat 2000-2010" ha detto Errani "in questi comuni avevamo una media spopolamento del 30% con punte sopra il 50%, un'età media superiore del 2% all'età media italiana, una presenza dei giovani da 0 a 14 anni inferiore a quella italiana, già molto bassa".
No al "com'era dov'era"
"Ricostruire" ha affermato Errani "significa garantire anzitutto la sicurezza. Dopo questo terremoto, in tutti i 140 comiuni del Cratere si farà la microzonazione di terzo livello perché la macrosismica da sola non è sufficiente. Dobbiamo lavorare a una una cultura del miglioramento, che non vuol dire che se c'è stato un intervento di ricostruzione non possano esserci, in caso di nuove scosse forti, dei danni. Il mopdello che dobbiamo costruire deve assicurarci che dopo aver ricostruito non ci sia un crollo, che non venga messa a repentaglio la vita delle persone, non che non possano esserci dei danni. Da questo punto di vista sono convinto che il percorso migliore sia quello che eleva, grazie alla tecnologia e alla ricerca scientifica, il miglioramento anti sismico degli edifici incorciandolo alla microzonazione sismica. Com'èra e dov'era è per me un approccio culturale ma non si può ragionare solo in questi termini. Non possiamo pensare ch Accumoli, Arquata e Amatrice quando saranno ricostruite saranno com'erano negli anni Settanta, perché di questo stiamo parlando. Dobbiamo ridefinire l'identità di questi territori e questo richiede un salto di qualità. Se io sono di una frazione e mi sento solo di quella frazione, se non ragioniamo in termini territoriali e integrati, faremo fatica a dare un futuro a questi territori".
Banda larga
"Per evitare lo spopolamento dei paesi" ha osservato Errani "dobbiamo costruire nuove funzioni attrattive, non possiamo contare solo su persone che pur avendo un attaccamento straordinario a questi territori hanno raggiunto ormai la soglia dei 70 anni. Se vogliamo tenere lì la gente il primo obiettivo è mettere la banda larga, perché il linguaggio di un giovane è diverso da quello di un settantenne che ha fatto per tutta la vita l'allevatore. Ricosrtruire vuol dire pensare al nuovo, a esperienze innovative, come il GSSI, che prima del terremoto non c'era e ora cerca di produrre profondità e futuro".
Solidarietà, onestà, trasparenza
"Non si ricostruisce senza solidarietà" ha affermato Errani "Capisco il disagio, ma "Voglio subito e ora" non è la risposta giusta, bisogna avere il coraggio di andare anche controcorrente. Non mi convince quella persona che dice "Lo Stato mi ha abbandonato" e poi magari vive in roulotte e prende il contributo di autonoma sistemazione solo perché aveva mantenuto la residenza nel paese quando in realtà viveva a Roma. Queste persone non hanno diritto né all'autonoma sistmazione né alla casetta. Ciascuno deve assumersi le proprie responsabilità con onestà e rettitudine. Abbiamo comuni che hanno una percentuale di seconde case superiore al 70%, una parte delle quali non è tracciabile. C'è tantissimo lavoro da fare".
Sindaci architrave della ricostruzione
"I sindaci sono l'architrave della ricostruzione" ha continuato Errani "L'idea di un commissario che fa la ricostruzione è sbagliata, la ricostruzione si fa nel territorio. Non c'è un modello, ci sono percorsi, che cambiano rispetto ai problemi. Dobbiamo rilanciare anche l'idea del valore del lavoro pubblico, perché ci sono tecnici che si assumono delle responsabilità ma che se si sentono soli, se vengono additati come fannulloni, queste responsabilità non se le prendono più. In questi comuni adesso stiamo immettendo personale ma stiamo parlando di piccoli comuni che hanno un segretario comunale a scavalco, un tecnico, un ragioniere, un vigile urbano. La funzione pubblica, la funzione dell'amministrazione è troppo debole, bisogna ridarle valore, prestigio e riconosciemnto sociale. Se vogliamo che ognuno si assuma le proprie repsonsabilità e non le scarichi su altri".
Risorse, infrastrutture, servizi
"Il governo si è impegnato a garantire le risorse necessarie per la ricostruzione" ha ribadito Errani "non assisteremo a nuove via crucis come quelle che avete dovuto fare voi dopo il terremoto del 2009. Ci sarà a breve un intervento importante per l'economia. Senza imprese e senza lavoro non si vincerà questa battaglia. E quindi abbiamo pensato a zone franche dal punto di vista fiscale e costributivo per tutelare le imprese che ci sono e alla realizzazione di strutture provvisorio per la rilocalizzazione delle aziende, perché il nostro obiettivo è non farle andare via. E poi bisogna attrarre nuovi investimenti: per la prima volta al di fuori del Sud Italia verrà usato il credito di imposta per gli investimenti con il maggior tasso di finanziamento possibile. Riguardo gli interventi infrastrutturali, col ministero delo Svilupo abbiamo deciso che tutte le politiche per la banda larga avranno come priorità i comuni del cratere. Nei prossimi 5/10 anni dovremo affrontare i nodi infrastrutturali. Ci sono elementi di arretratezza che non possono non essere affrontati con interventi strategici. E poi c'è bisogno di nuovi servizi, da quelli scolastici a quelli sanitari. Dovremo trovare insieme alle Regioni nuovi modelli, puntanto sui fondi strutturali. Modelli non legati alle grandi e medie città ma basati sulla messa in rete dei servizi grazie alla tecnologia. Ci vorranno degli anni ma occorre avere una prospettiva, una visione, sapere dove vogliamo andare".