Una "cosa rossa" a trazione civica o, anche, una coalizione civica con "cinquanta sfumature" di rosso.
Dopo l'intervista rilasciata da Enrico Perilli, capogruppo di Rifondazione comunista in consiglio comunale, all'indomani della vittoria di Americo Di Benedetto alle primarie del centrosinistra aquilano, il direttivo del partito ha approvato, all'unanimità, una mozione con la quale proverà a tradurre l'analisi di Perilli in una strategia politica in vista delle elezioni. L'obiettivo è arrivare a costruire una coalizione civico-politica con dentro Rifondazione, Appello per L'Aquila che vogliamo/L'Aquila Chiama e Nicola Trifuoggi/Possibile - più eventuali delusi o fuoriusciti dal Pd e dal gruppo di partiti che ha voluto le primarie e qualche Cinque Stelle in rottura con il Movimento - il cui candidato sindaco sarà scelto al termine di un confronto interno.
La pre-condizione, però, è che ognuno faccia un passo indietro; il che vuol dire, in altri termini, che sia Carla Cimoroni che Nicola Trifuoggi, qualora Aplcv/L'Aquila chiama e l'ex pm dovessero accettare la proposta, dovranno ritirare le proprie candidature, già annunciate alla città. In caso contrario, ognuno andrà per la propria strada, compresa Rifondazione, che a quel punto, quasi sicuramente, candiderebbe a sindaco Perilli.
Il ragionamento fatto da Rifondazione è il seguente: con la vittoria di Di Benedetto, a sinistra del Pd si sono aperte delle praterie. C'è terreno fertile per costruire un'alleanza capace di dare rappresentanza a quell'elettorato di sinistra non disposto a votare per il presidente della Gsa, candidato rispettabile ma dal profilo troppo moderato e centrista. Una coalizione formata da Rifondazione, Aplcv e Trifuoggi potrebbe imporsi come forza alternativa al centrosinistra e, vista la frammentazione e la litigiosità che regnano in seno al centrodestra e lo scarso peso che, a livello locale, hanno i Cinque Stelle, arrivare anche al ballottaggio. "Ma per riuscirci" dicono dentro il partito "dobbiamo marciare uniti: se ognuno andrà per conto proprio, al massimo riuscirà a far eleggere un consigliere e allora non sarà servito a niente. A noi non interessano le candidature di testimonianza. Non importa che il candidato sindaco sia di Rifondazione, la scelta la faremo insieme alle altre forze".
La rottura con il Pd, giurano i membri del partito, ci sarebbe stata anche in caso di vittoria di Pierpaolo Pietrucci: "Non si sono alleanze possibili con il Pd renziano né a livello nazionale né a livello locale".