Venerdì, 09 Giugno 2017 04:29

La piaga di chi si candida per un mese di permesso al lavoro: i casi d'Abruzzo

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Era successo nel 2015 a Castelvecchio Calvisio e l'anno scorso a Carapelle Calvisio, entrambi borghi dell'Abruzzo interno aquilano. Sta succedendo, a pochi giorni dalle elezioni amministrative, in diversi comuni della regione.

E' il particolare fenomeno, eticamente insopportabile ma del tutto legale, delle "liste farlocche" formate da appartenenti alle forze dell'ordine, spesso guardie penitenziarie, che candidano persone in cerca di 30 giorni di permesso elettorale e, conseguentemente, assenza giustificata (e retribuita) dal lavoro.

La segnalazione ci arriva da Caporciano (L'Aquila), borgo di circa 200 abitanti che domina l'altipiano di Navelli, a una trentina di chilometri dal capoluogo.

Qui le liste che si presenteranno domenica prossima ai (pochi) elettori sono ben tre. Una di queste, La nuova scelta, fa tuttavia discutere il paese. Il candidato sindaco, infatti, non è né residente né originario di Caporciano (è nato a Castel di Sangro), e dei dieci candidati alla carica di consigliere, cinque sono nati a Sulmona, due nella Marsica (Avezzano e Civitella Roveto) e due in Campania.

Si tratterebbe di guardie penitenziarie che, come accaduto negli scorsi anni a Carapelle e Castelvecchio Calvisio, sfruttano la legge che permette agli appartenenti alle forze di sicurezza pubbliche di mettersi in aspettativa dal momento dell'accettazione della candidatura, ossia circa un mese prima del voto.

Come scrivevamo anche due anni fa [leggi], c'è una norma, l'articolo 81 della legge 121 del 1981 (quella che riformò il comparto sicurezza), che recita: "Gli appartenenti alle forze di polizia candidati a elezioni politiche o amministrative sono posti in aspettativa speciale con assegni dal momento dell'accettazione della candidatura per la durata della campagna elettorale". Il parlamentare abruzzese di Sel Gianni Melilla propose nel 2015 la modifica dell'articolo, ma ad oggi nessuna modifica è arrivata in aula.

La composizione della lista è aiutata nei piccoli comuni, quelli sotto i mille abitanti, anche perché non è necessario raccogliere le firme per la presentazione della lista in Comune, ma basta un nome, un contrassegno e, ovviamente, la lista dei candidati. Così si perpetua, ad ogni tornata elettorale, questa bruttissima abitudine di sfruttare le elezioni per propri tornaconti personali da parte di alcuni appartenenti alle forze pubbliche.

Secondo quanto segnalano in redazione, poi, la stessa situazione di Caporciano si starebbe verificando anche nella vicina Prata d'Ansidonia, e poi a Civitella Alfedena e Barrea, sempre in provincia dell'Aquila, dove lo stesso sindaco si è lamentato attraverso le pagine di Abruzzoweb.

Tornando a Caporciano, sempre secondo alcune testimonianze, nel borgo aquilano i candidati della lista La nuova scelta si sarebbero addirittura spinti a fare volantinaggio, in una vera e propria propaganda elettorale, nella speranza di ricevere qualche voto di protesta da parte di persone "scontente" degli altri schieramenti in campo, quelli sì ad ogni modo composti da persone realmente legate al paese. 

Quale il motivo della campagna elettorale? E' presto detto: diventando miracolosamente consiglieri comunali, e lavorando in una forza pubblica, c'è la possibilità di chiedere - ed eventualmente ottenere - il riavvicinamento al luogo dove si fa attività politica (si fa per dire).

D'Altronde, come prevede la legge, anche La nuova scelta ha dovuto presentare e depositare in Comune il suo programma elettorale [leggilo qui], dove si parla di servizio fognario e viabilità, urbanistica ed ambiente.

Una vera e propria presa in giro nei confronti di chi, in buona fede, si occupa anche nei momenti elettorali della vita pubblica delle piccole comunità delle aree interne abruzzesi. 

Ultima modifica il Venerdì, 09 Giugno 2017 14:50

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