Venerdì, 16 Giugno 2017 15:23

Pd fa quadrato intorno a Di Benedetto. Albano: "Non ci sono correnti"

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“Penso che il risultato conseguito dal Partito Democratico sia straordinario, frutto del lavoro messo in campo negli ultimi anni. Le scelte che il gruppo dirigente ha assunto si sono dimostrate giuste; innanzitutto, la costruzione di un ampio fronte di centrosinistra, superando la tesi dell’autosufficienza: anche a livello nazionale, si sta tornando all’idea di coalizione allargata rispetto a modelli che non hanno funzionato e ci hanno portato fuori rotta”.

Parole di Stefano Albano, segretario cittadino dei democratici, eletto in Consiglio comunale con 517 preferenze; ai microfoni di NewsTown, Albano ha rivendicato il risultato elettorale del partito che si è attestato al 17.7%: “ho seguito personalmente la costruzione della lista, rispettando determinati parametri che, ne eravamo convinti, ci avrebbero permesso di ottenere un risultato migliore di 5 anni fa: così è andata. In molti, non erano d’accordo: in tanti, mi hanno attaccato adombrando la possibilità che il Pd potesse essere debole. Avevamo ragione noi”. La lista – ha spiegato il segretario – “è stata molto calibrata rispetto alla componente maschile e femminile, non svilendo le donne come ticket per far eleggere questo o quel candidato, ma candidando, piuttosto, personalità di grande autorevolezza; c’è stato un equilibrio anche nella scelta tra candidati uscenti e di rinnovamento che ritenevamo centrale, strategico e determinante. Il rinnovamento non si fa inventandosi un giovane dall’oggi al domani, bensì promuovendo ragazzi che, da anni, stanno sul territorio, nell’impegno politico, sociale, dell’associazionismo; non è un caso che, su 32 candidati, 29 non scendano sotto i 100 voti: Leonardo Maddalena, 23 anni, ha preso oltre 130 voti, le candidate dei Giovani Democratici, Cristina Equizi e Debora Serpetti, 27 e 24 anni, 130 e 115 voti, Elisa Corsi, che viene dall’esperienza dei Ctp, ne ha ottenuti più di 160. Parliamo di candidature strutturate, nonostante la giovane età”.

Con un Pd “così forte”, e una coalizione di liste che “è andata oltre il 50% delle preferenze” – ha voluto sottolineare Albano – “è fisiologico che il candidato sindaco sia andato ‘sotto’: è successo anche a Cialente nel 2007, e non mi pare sia stato un sindaco debole; non è da questi particolari che si giudica la forza di una candidatura”, ha aggiunto il segretario dem, facendo quadrato intorno a Di Benedetto. “Certa stampa e le forze di centrodestra, strumentalmente, stanno cercando di interpretare la differenza di voti come se un blocco della coalizione avesse voluto lanciare un avvertimento al candidato sindaco: niente di più falso. Anzi, crediamo che il 51% ottenuto dalle forze di coalizione siano il segno di un cambio di fase: si passa da un sindaco che ha molto accentrato su di sé il dibattito pubblico ad un modello che premia la collegialità delle scelte; è un merito di Americo Di Benedetto che ha sempre messo al centro la coalizione”.

Piuttosto – l’affondo del segretario dem – “il centrodestra si interroghi sui 12 punti di distacco che ci sono tra Di Benedetto e Biondi, sul divario che si è aperto tra le coalizioni, col centrosinistra al 51% e il fronte opposto fermo al 33%; la verità è che la coalizione civico progressista, sebbene sia stata al governo per tanti anni - e sarebbe stato fisiologico un indebolimento - è cresciuta rispetto a 5 anni fa: al primo turno, Cialente si era fermato al 40.5% e la coalizione al 37%. Al contrario, il centrodestra ha subito una pesante battuta d’arresto: nel 2012, l’area di riferimento – sommando i voti ottenuti dalle liste a sostegno di Giorgio De Matteis e delle forze che presentavano Pierluigi Properzi – era al 44%, oggi prendono il 33%. D’altra parte, non sono stati in grado di essere forza d’opposizione, in questi 5 anni, e non si capisce, dunque, come potrebbero diventare forza di governo. Stanno tentando di far passare l’idea che ci siano divisioni interne al centrosinistra, ma è soltanto un goffo tentativo per spostare l’attenzione dalla bocciatura subita”.

Così, Albano prova a minimizzare anche i malumori scatenati dall’intervista rilasciata da Pierpaolo Pietrucci a ‘Il Centro’, col consigliere regionale che aveva lasciato intendere come ci fosse una vera e propria corrente di ‘pietrucciani’ in seno al Pd, contrapposta all’area di Di Benedetto. “Annuncio che stiamo lanciando la corrente degli ‘albaniani’”, ha sorriso. “Scherzi a parte: Pietrucci è figura centrale rispetto al gruppo dirigente, al partito, alla coalizione: è solito fare dichiarazioni un po’ così, alle volte, sta nelle corde del suo personaggio, spesso esuberante, ma non ci sono correnti né divisioni. Che ci siano persone che gli sono state vicine in occasione delle primarie, è del tutto evidente: dopo le consultazioni, però, da segretario ho lavorato per gestire le fisiologiche scorie lasciate dal voto degli aquilani, ed oggi non posso che rivendicare l’unità del Pd che, altrimenti, non avrebbe certo centrato un risultato così importante”. E poi, “chi di noi ha preso un alto numero di preferenze, le ha ottenute sulla scorta di un lavoro fatto, personale e con chi gli è stato vicino”; un modo elegante – quello del segretario – per ribadire che i voti, Albano o Palumbo, Di Giovambattista o Romano, li hanno presi per meriti propri.

“Mi dispiace perché vedo che Pietrucci è oggetto di una campagna denigratoria inscenata dal centrodestra e da certa stampa che vuol cercare di argomentare presunte divisioni interne: al contrario, è stato uno dei pezzi determinanti del successo di Americo; ha girato come una trottola, partecipato a iniziative e cercato voti, avrà sostenuto alcuni candidati ma è fisiologico, l’hanno fatto anche altri: rispetto alla sua lealtà, tuttavia, al fatto che sia stato determinante al risultato del primo turno, non ho alcun dubbio”.

Ora, “la cosa più sbagliata sarebbe ritenere la partita già vinta”, il monito di Albano alla coalizione: “sono certo che Di Benedetto sarà il prossimo sindaco, a condizione, però, che ce la mettiamo tutta. Il candidato di centrodestra sta affrontando da solo il ballottaggio, come se volesse scansare i suoi alleati; noi, al contrario, siamo una squadra, dobbiamo fare quadrato attorno a Di Benedetto, saremo accanto a lui non lasciandolo mai solo: per questo, l’appello alla squadra è di metterci il massimo impegno”. Soltanto poi si penserà alla composizione della Giunta: “Abbiamo sempre detto che il Pd non vuole decidere da solo, ci siamo comportanti di conseguenza e continueremo a farlo: è chiaro, ogni lista farà le sue valutazioni rispetto alla delegazione che vorrebbe in giunta: di mezzo, però, c’è il bene della città, per cui l’obiettivo sarà di costruire una giunta capace di fare il meglio per L’Aquila. Garantisco che sarà una discussione serena: veniamo da lontano, siamo abituati a governare, c’è solidarietà sebbene ci siano momenti di confronto anche aspri sui temi; sappiamo cosa significhi essere classe dirigente di governo e, in questo senso, il Pd è conscio del suo ruolo: un partito forte è garanzia di stabilità”.

Ultima modifica il Venerdì, 16 Giugno 2017 18:48

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