“Richiesta urgente di modifica, ad integrazione, del bando della Regione Abruzzo denominato “Fare Centro”, per l’estensione delle aree ammissibili a finanziamento e rendere omogenea l’applicazione nelle zone cittadine interessate, nella città dell’Aquila”.
Questa la motivazione con la quale il comitato aquilano di Possibile ha consegnato 479 firme, richiesta indirizzata al presidente della Giunta Luciano D’Alfonso, Giovanni Lolli in qualità di assessore regionale alle Attività Produttive e Vincenzo Rivera in qualità di responsabile del dipartimento della Presidenza e Rapporti con l’Europa.
Firme di cittadini residenti e o domiciliati per la propria attività a L’Aquila, che chiedono “di modificare l’art.9 del Bando (Aree ammissibili a finanziamento), comma 1, lettera a) e relativo Allegato B2 al Bando, ampliandone l’ammissibilità a finanziamento alle seguenti vie cittadine: vie Gualtieri d’Ocre, Caldora, Strinella, Chiarizia, Teramo, Atri, Montereale, Pescara, viale Tagliacozzo; ma anche la parte bassa di viale Gran Sasso e quella alta di viale della Croce Rossa.
Le domande sono state per l’intero comune dell’Aquila 484, delle quali 455 per il centro.
“Dicono che sia stato un risultato straordinario – affermano da Possibile - noi non sappiamo se lo sia o sia alto o basso come numero. Ma avendo raccolto 469 firme per modificarlo, sappiamo che se fosse stato già così dall’inizio ora sarebbe stato un risultato doppiamente straordinario. La palla passa ora nelle mani della Regione, speriamo tengano conto di questa istanza e di questi numeri, specialmente alla luce dell’annunciato rifinanziamento delle misure previste nel Bando”.
La riflessione che sta alla base della raccolta firme, avviata da Possibile L’Aquila ad inizio dello scorso maggio era ed è che rispetto agli obiettivi dichiarati del bando, oltre che alla stessa circoscrizione dell’Aquila Centro, siano state tagliate intere zone centrali ed importanti di questa porzione di città. La conseguenza possibile è che nei prossimi anni quest’area vedrà crescere zone limitrofe e svalutare invece le sue proprietà immobiliari e commerciali, a favore di aree e porzioni di città che si trovano a pochi metri le une dalle altre. Con distorsioni del mercato che lo stesso bando invece vorrebbe rendere nuovamente vivo e florido.