Martedì, 05 Novembre 2013 12:23

Case e Map, gestione fuori controllo: è il momento di fare un passo indietro

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La domanda è talmente banale da non meritare alcuna risposta, evidentemente. Come mai l'amministrazione comunale ha deliberato l'affidamento della gestione ordinaria e straordinaria del progetto Case e Map - valutata in 9 milioni di euro annui dalla società di consulenza Snc Azioninnova - ad una Spa pubblica, partecipata per il 49% da un privato che si intedeva far scegliere alla stessa Snc Azioninnova, senza neanche prendere in considerazione il piano presentato dalla Asm che ipotizzava costi di gestione per 4milioni e 400mila euro annui?

Probabilmente, non lo sapremo mai. Il presidente della V Commissione Garanzia e Controllo, Raffaele Daniele, ha provato a sollevare la questione convocando in audizione il presidente della municipalizzata, Luigi Fabiani, che ha pazientemente raccontato di un progetto oramai noto alla città dal maggio 2012. A qualche ora, però, dalla conferenza stampa dell'eurodeputato danese Søren Bo Søndergaard che spiegava, se ce ne fosse ancora bisogno, che il progetto Case "benché rilevante per le esigenze reali, non è conforme alle specifiche disposizioni del regolamento Fsue".

Il regolamento, in effetti, stabilisce che il Fondo possa essere utilizzato solo per le operazioni di emergenza essenziali, tra cui l'alloggio temporaneo. Non prevede, in altre parole, il finanziamento per la ricostruzione vera e propria. E le palazzine del progetto Case sono edifici nient'affatto temporanei. Costati, tra l'altro, il 158% in più del prezzo di mercato. In altre parole, la scelta del Governo Berlusconi di dirottare 350milioni del fondo di solidarietà europea per la costruzione delle Case sarebbe illegittima. E altrettanto illegittimo sarebbe trarne profitto.

Cosa significa? Se la Commissione parlamentare europea, che discuterà la relazione dell'eurodeputato danese il 7 novembre prossimo, dovesse accogliere i rilievi di Søndergaard non si potrebbe più parlare di canone di compartecipazione per gli assegnatari. Al contrario, si dovrebbe lavorare al millesimo, con l'obbligo di rendicontare dettagliatamente tutte le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria. E se così fosse, non avrebbe alcun senso parlare di partenariato pubblico-privato, di una Spa che come fine ultimo dovrebbe generare utili.

Ora, discutere dei motivi che hanno spinto la Giunta a deliberare l'affidamento della gestione del patrimonio immobiliare ad una Spa con socio privato senza prendere nella minima considerazione il piano presentato dalla Asm potrebbe sembrare, dunque, un mero esercizio di stile. Forse lo è, se si considera che la città dell'Aquila si ritrova a gestire più di 5000 alloggi, ci sarebbe una denuncia della Guardia di Finanza e della Corte dei Conti alla Procura della Repubblica per danno erariale, la Giunta non ha ancora saputo predisporre una gestione capace, almeno, di recapitare bollette calibrate in base agli effettivi consumi, e che si inseguono informazioni sugli assegnatari attraverso un censimento che dimostra, una volta di più, come la situazione sia oramai fuori dal controllo dell'amministrazione attiva.

Esercizio di stile, in effetti, che racconta però di come si è arrivati alla situazione odierna, con il rischio serissimo del dissesto economico.

La tappe della vicenda. Oramai due anni fa, a fronte dell'esigenza di attuare una efficiente ed economica gestione delle attività manutentive, l'amministrazione decide l'affidamento dei servizi secondo una logica di gestione ordinaria in senso orizzontale (gli alloggi Case Map) e verticale (property management, tutti i servizi manutentivi). Così, il 29 dicembre del 2011, con delibera numero 172, il Consiglio comunale dispone l'esternalizzazione della gestione mediante l'affidamento per 6 anni ad una impresa specializzata del settore, previo esperimento di una formale gara ad evidenza pubblica. Indetta con determina dirigenziale il giorno dopo, il 30 dicembre del 2011.

Qualche mese dopo, il 15 maggio 2012, l'Asm presenta il suo progetto di gestione da 4milioni e 400mila euro. La municipalizzata presieduta da Luigi Fabiani si dice pronta ad assumere, sin da subito, la manutenzione ordinaria e straordinaria del complesso immobiliare. Facendo ricorso, è chiaro, alle professionalità di tutte le municipalizzate del Comune dell'Aquila. L'amministrazione non darà mai una risposta. Decide, però, di non limitare la sua azione alla sola gestione del patrimonio immobiliare. Piuttosto di valorizzarlo, per non pregiudicarne il valore. E dunque, anche in considerazione di quanto evidenziato da Asm, la Giunta predispone una valutazione economico-finanziaria ricorrendo alla consulenza della Snc Azioninnova. E stoppando, per questo, la gara per l'esternalizzazione che intendeva istruire.

Il resto è storia nota: la società di consulenza stima in 9milioni di euro i costi di gestione del patrimonio immobiliare, consigliando l'affidamento ad un partenariato pubblico-privato di tipo istituzionale. L'amministrazione delibera, così, l'individuazione del socio privato attraverso un bando che vorrebbe far istruire con affidamento diretto alla stessa Snc Azioninnova. Costo: 137mila euro. La dirigente Paola Giuliani si mette però di traverso e costringe così la Giunta, nonostante pesanti pressioni, ad indire un bando per individuare la società di consulenza che dovrà istruire le pratiche per la scelta del socio privato. Un bando ad evidenza pubblica preconfezionato per la Snc Azioninnova, si intende.

Intanto, sono passati due anni. L'amministrazione è stata costretta a rinnovare per ulteriori 12 mesi il contratto di gestione ordinaria con la Manutencoop e il piano di rientro dal debito con Enel è già in affanno visto che non si è stati capaci di recapitare agli assegnatari bollette calibrate con gli effettivi consumi. Si sono mosse la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti e si è risposto con il censimento. Le opposizioni in Consiglio comunale, al momento dell'approvazione a maggioranza dell'affidamento della gestione ad un partenariato pubblico privato, grazie ad un emendamento del consigliere Ettore Di Cesare, hanno almeno ottenuto una riformulazione dei costi previsti dalla Snc Azioninnova che dovrà essere approvata nuovamente in Consiglio comunale. La via, però, è stata tracciata. A meno che non sia l'Europa, stavolta, a mettersi di traverso.

Si torna, così, alla domanda iniziale. Come mai l'amministrazione ha sposato senza indugi il parere della società di consulenza quando aveva sul tavolo il progetto della Asm e senza valutare possibili alternative al partenariato pubblico-privato? Come mai non ha battuto ciglio quando la Snc Azioninnova ha presentato un piano dei costi da 9 milioni di euro, più del doppio di quanto previsto dalla municipalizzata? E tornando indietro di qualche mese, come mai l'amministrazione non ha mai preso in considerazione le proposte di chi, dall'opposizione civica di Appello per L'Aquila in particolare, provava a spiegare che l'acquisizione del patrimonio immobiliare era molto rischiosa in assenza di assicurazioni sul pagamento degli espropri dei terreni e di una stima dei costi, oltre che per la presenza di inchieste giudiziarie e del Parlamento europeo che già stava indagando?

E' forse arrivato il momento di fare un passo indietro. Di ripensare le modalità di gestione del progetto Case, trovando soluzioni più economiche e più efficaci, anche per dare respiro alle imprese locali. Si potrebbe partire dal piano della Asm che aveva già pensato di affidare alcuni lavori di manutenzione ordinaria, eventualmente, a cooperative e a piccoli artigiani locali. Bisogna fare in fretta, però. Altrimenti sarà la città a pagare le scelte sbagliate dell'amministrazione.

Ultima modifica il Mercoledì, 06 Novembre 2013 14:09

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