Sabato, 16 Dicembre 2017 00:00

L'Aquila democratica all'assemblea Anpi: "Antifascismo sia militante"

di 

"Tre mesi fa, in occasione delle celebrazioni a ricordo dei Nove Martiri aquilani, ci eravamo dati appuntamento qui, stasera, per stare insieme e legittimare formalmente la nomina di William Giordano a segretario cittadino dell'Anpi; in questi mesi tuttavia, segnati da fatti di violenza e aggressioni fasciste e squadriste, l'incontro ha assunto una rilevanza ancora maggiore. Non ci dobbiamo stupire dell'ondata neofascista che sta attraversando l'Italia e, più in generale, l'Occidente; non ci dobbiamo neanche spaventare, però. Dobbiamo saper reagire, come ci hanno insegnato i resistenti e i padri costituenti".

Con queste parole Fulvio Angelini, segretario uscente dell'Anpi, ha aperto i lavori dell'assemblea riunita alla Casa del Teatro di Piazza d'Arti; un incontro convocato per discutere con i cittadini aquilani che si richiamano ai valori democratici, pacifisti e antifascisti dei fatti degli ultimi mesi, dall'aggressione di Ostia al blitz degli skinhead a Como, fino alle minacce di Forza Nuova davanti alla sede di Repubblica e l'Espresso a Roma.

Ad affollare il Teatro un centinaio di cittadini, rappresentanti dei partiti di sinistra, di movimenti e associazioni; tra i presenti, la senatrice Stefania Pezzopane, il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, i consiglieri comunali Stefano Albano e Stefano Palumbo, rispettivamente segretario cittadino e capogruppo Pd in assise civica, Giustino Masciocco di Articolo 1 e Carla Cimoroni della Coalizione sociale. In sala c'erano anche gli ex assessori Pietro Di Stefano e Betty Leone, l'ex consigliere comunale Tonino De Paulis, i coordinatori di Articolo 1 Giulia Di Cesare e Fabio Ranieri, l'ex presidente di Asm Luigi Fabiani, esponenti di Cgil, Arci, Associazione 'Donatella Tellini' e tanti ragazzi, tra gli altri Simona Abate dell'Udu e una folta rappresentanza dell'Uds.

"La cosa peggiore è minimizzare, mostrare indifferenza. I movimenti fascisti e neofascisti stanno riprendendo fiato per diverse ragioni", ha sottolineato Angelini; "innanzitutto, la destra non ha fatto fino in fondo i conti con la storia, non ha assunto il peso della sconfitta che il fascismo ha rappresentato scegliendo una strada democratica per confrontarsi a partire dai valori Costituzionali, che dovrebbero essere patrimonio comune: quei valori, una parte della destra li rifiuta". Un pezzo di responsabilità, però, è pure delle forze di sinistra: "in questi anni, illudendosi di dover essa stessa, la sinistra, promuovere una riappacificazione del paese, proponendo una memoria condivisa, si è prodotta confusione. Sia chiaro: anche i morti, non sono tutti uguali; i ragazzi di Salò non possono confondersi con i Partigiani, i morti dei campi di sterminio, o di via Tasso, non sono uguali ai soldati nazisti morti sui campi di battaglia della seconda guerra mondiale. Ambiguità, omologazione, revisionismo ci hanno involontariamente portato ad abbassare la guardia. E' stato un errore drammatico".

Non solo. "Negli ultimi trent'anni, a seguito del crollo del muro di Berlino, la centralità culturale, ideale, fondativa, su cui era nato il Continente europeo si è spostata dalla lotta al nazifascismo alla lotta ai totalitarismi: dall'ideologia degli eroi si è passati a quella delle vittime. Un'inversione di tendenza radicale". Infine, ci sono ragioni sociali che sottendono alla recrudescenza dell'estremismo neofascista: "la crisi economica genera paure, porta a difendersi con un atteggiamento di chiusura, scarica le colpe sui più deboli; i ricchi di qualsiasi colore non hanno paura degli immigrati, possono assumersi il lusso di non essere razzisti, si possono proteggere: i poveri fanno e hanno paura". E' l'aspetto più difficile da affrontare: "riusciremo a discutere con la gente, ad indurli ad un confronto più pacato sulla presunta invasione degli immigrati, se saremo in grado di mettere in campo una grande battaglia politica per rivoluzionare l'economia del paese e del mondo intero".

Una sfida culturale, dunque - "dobbiamo saper proteggere la memoria, i partigiani sono diversi dagli occupanti, le vittime diverse dai carnefici - e soprattutto politica: "l'Anpi non può e non deve diventare un partito, guai a noi; piuttosto, deve restare un'associazione unitaria, plurale, neutra capace, però, di denunciare i poteri chiusi, le speculazioni finanziarie, la mostruosa disuguaglianza economica, lo sfruttamento. Sebbene la sinistra abbia partecipato ai governi di alcuni paesi del mondo, ciò non deve impedirci di omologarci, di ergerci a difensori dello status quo, anzi. Possiamo tornare a dire parole di indignazione e vergogna, o le lasciamo ad altri?", si è chiesto Angelini. "Al nostro popolo dobbiamo restituire orgoglio e parole per reagire, tornando a produrre un antifascismo militante, senza timori, remore o vergogna. Dobbiamo adeguare questo valore alla realtà di tutti i giorni, ribattendo colpo su colpo alle iniziative delle forze neofasciste".

Chiaro il riferimento all'iniziativa che, negli stessi minuti, CasaPound stava tenendo in città, alla presenza del segretario nazionale Simone Di Stefano e di Luca Marsella, candidato alla presidenza del municipio di Ostia sconfitto al ballottaggio, e accusato di aver stretto un patto di ferro con gli esponenti del clan Spada.

IMG-20171215-WA0005Angelini ha passato il testimone a William Giordano che è stato nominato segretario per acclamazione. "La tensione sociale raggiunta in questo periodo è davvero preoccupante, le prepotenze di alcuni movimenti neofascisti su chi milita e fa attività solidale e di informazione libera in modo coraggioso e democratico sono arrivate al culmine della sopportazione", le parole del segretario.

"E allora le foibe?", si è chiesta in modo provocatorio Carla Cimoroni tornando al tema della memoria e della 'forzata' pacificazione cercata in questi anni; "su questa domanda - ha sottolineato la consigliera comunale della Coalizione sociale - la sinistra si è calata le braghe: si è permesso di far ripartire la storia dal 1945, senza ascoltare chi in quelle terre era nato, chi se ne è dovuto andare, mancando di contestualizzare gli eventi. Pur non volendo affatto ridimensionare l'orrore di ciò che è accaduto - le parole di Cimoroni - andava prestato ascolto a chi denunciava come fossero stati i fascisti a cercarsi le foibe: fu il regime a volere la guerra, furono loro ad aggredire il confine orientale, a forzarne l'italianizzazione ricorrendo persino ai campi di concentramento; non possiamo permettere che la storia la scrivano gli altri, non possiamo cedere alla retorica degli italiani brava gente".

Cimoroni ha ribadito che "va negata con fermezza l'agibilità politica alle forze che si richiamano al fascismo: in questo senso, stiamo presentando una mozione - ha svelato - che prevede vengano negati spazi, contributi e patrocini ad associazioni che si ispirino e richiamino a nazismo e fascismo, che professino xenofobia o antisemitismo".

"Sinceramente preoccupato" si è mostrato Stefano Albano, riconfermato segretario Pd; "c'è un clima terribile che porta con sé le peggiori destre, i peggiori fascismi. La capacità d'indignarci, però, sembra venire meno. Si tende a normalizzare eventi gravissimi; invece, bisogna tenere alta la guardia: in questo momento storico, i fascismi più subdoli trovano terreno fertile. Quando viene meno la solidarietà, è più facile mettere i poveri gli uni contro gli altri. Non dobbiamo limitarci a battaglie simboliche, seppure necessarie", ha aggiunto Albano; "anche a L'Aquila, è in corso una battaglia per l'anima della città. Si confrontano due modelli contrapposti: l'uno, vorrebbe una città chiusa, rispolverando il concetto antico d'autarchia; l'altro, una città aperta e accogliente, che non ha paura di contaminarsi, europea, libera e antifascista".

"A volte, i fatti che si stanno determinando mi inducono ad avere paura - ha aggiunto la senatrice Stefania Pezzopane - ma non possiamo permettercelo: l'Anpi è la casa di tutti, oltre le differenze che ci dividono politicamente, e credo che in questa città, come ovunque, abbia un grande e specifico ruolo: chiedo a tutti noi, in questo senso, di considerarlo il luogo in cui l'antifascismo diventa militante, chiedo all'Anpi di richiamarci ad una reazione ferma in tutti i posti ove operiamo: il fascismo è un crimine, un pericolo per la demostrazia". Un appello all'unità tra i diversi mondi della sinistra condiviso da Mimmo Bafile: "L'antifascismo è unitario, o non è". 

"La lotta per la democrazia, per il progresso, si fondano su una condizione di unitarietà così come fu la Resistenza", ha concluso Fulvio Angelini; "vi parteciparano comunisti e cattolici, socialisti e monarchici, persino i militari, gente che era stata anche compromessa, per certi versi, col fascismo e che si è ribellata; la forza del movimento di liberazione fu esattamente questa: puntare sulla disponibilità collettiva, unitaria, a non dividersi in quel momento, piuttosto tornare a farlo dopo, sulle questioni della politica. Allora, l'Italia ha conosciuto una delle pagine più straordinarie della sua storia. Penso che dobbiamo cercare di proteggerla, questa storia: come ci ha ricordato il professor Giovanni Schippa, negli anni '20 e '30 la nascita del fascismo e poi del nazismo non fu dovuta solo ad una sottovalutazione di quei movimenti, non fu dovuta solo alla connivenza della monarchia, non fu dovuta solo ai poteri industriali e della borghesia o alle crisi economiche, fu dovuta anche alle divisioni della sinistra e dei movimenti operai e progressisti".

Ultima modifica il Sabato, 16 Dicembre 2017 17:31

Articoli correlati (da tag)

Chiudi