Se questi dati dovessero essere confermati, si tratterà di un trionfo del M5S, di una vera e propria apoteosi" che "dimostra che tutti quanti dovranno a venire a parlare con noi. Questa è la migliore garanzia di trasparenza per il popolo italiano".
Così Alessandro Di Battista, commentando i primi risultati delle politiche al quartier generale M5S.
"Dovranno venire a parlare con noi utilizzando i nostri metodi di trasparenza e correttezza. Questo avverrà nei prossimi giorni".
E c'è stato un vero e proprio boato da stadio: così lo stato maggiore M5S, raccontano fonti pentastellate presenti al quartier generale allestito al Parco dei Principi, ha accolto le prime proiezioni diffuse da La7, che vedono il Movimento 5 Stelle attestarsi intorno al 33%.
Centrodestra: "Abbiamo maggioranza politica"
Il centrodestra ha la maggioranza politica, quindi è il vero vincitore di una tornata elettorale in cui è in gioco il governo del Paese e non le affermazioni individuali".
Lo si legge in una nota del Coordinamento Nazionale di Forza Italia.
"Solo con dati più precisi si capiranno i risultati dei singoli partiti e dei rapporti di forza parlamentari e se la vittoria politica si tradurrà in una maggioranza numerica a Camera e Senato. Dopo 5 anni di governo della sinistra il centrodestra e non il Movimento 5 Stelle è l’alternativa vincente. Gli italiani, come aveva chiesto il presidente Berlusconi, non hanno fatto prevalere la deriva grillina".
Salvini ruba lo scettro a Berlusconi
Matteo Salvini è indubbiamente tra i vincitori. E, sulla rete, ringrazia gli elettori. E' arrivato al quartier generale della Lega a Milano intorno alla mezzanotte, ed è rimasto chiuso nel suo ufficio con gli uomini dello staff. Il leader del Carroccio ha rinviato tutto a una conferenza stampa indetta per oggi alle 11.
Al suo posto ha parlato il numero due, Giancarlo Giorgetti: "La sfida di Salvini è vinta. Abbiamo già idee su cosa fare. Guardiamo al futuro con grande serenità e consapevolezza. E' un grande momento della Lega, parleremo prima con i nostri alleati
Pd: "Una debacle, ora all'opposizione"
"Il Pd andrà all'opposizione".
E' stato Ettore Rosato, in tv, a sdoganare sin dai primi exit poll la parola che tutti temevano ma nessuno osava pronunciare al Nazareno fino a oggi. Una lettura apparsa subito scontata, con i numeri delle urne che di ora in ora hanno lasciato pochi margini ai dem, addirittura con l'asticella del 20% diventata difficile da agguantare. "Un tracollo. Una debacle", si è lasciato sfuggire persino qualche renziano scorrendo i numeri davanti alla tv.
Al Nazareno, Matteo Renzi è arrivato prima del previsto e si è chiuso nel suo ufficio con un manipolo di big: Maurizio Martina, Matteo Orfini, Francesco Bonifazi, Luca Lotti, Matteo Richetti.
I numeri difficili da digerire, le proiezioni dicono che alla fine il partito si assesterà sotto il 20%. Lontanissimi i tempi del 40% delle europee e del referendum, ma anche della "non vittoria" di Pier Luigi Bersani nel 2013.
La minoranza interna, anche fisicamente, sembra aver già preso le distanze da Renzi: Andrea Orlando ha disertato il Nazareno, per seguire lo spoglio a La Spezia, nel suo collegio. E anche il premier Paolo Gentiloni ha scelto il suo ufficio a palazzo Chigi per seguire lo spoglio.
Il primo argomento di discussione sarà quello della composizione della delegazione da inviare al Quirinale per le consultazioni: dovrà essere meno 'renzizzata', è la richiesta della minoranza.
Anche se i numeri (salvo sorprese) hanno disinnescato le larghe intese con Forza Italia.
"Il Pd non è interessato a un governo con i 5 Stelle", ha tra l'altro chiarito Rosato.
E' quasi certo che all'interno del partito si aprirà una discussione sulla linea e sulle scelte di Renzi già nelle prossime ore.
Circola già l'ipotesi della richiesta di una Direzione da convocare prima dell'avvio delle consultazioni. Renzi ha sempre negato l'intezione di voler cedere il passo. "Resterò fino a 2021", ha chiarito solo pochi giorni fa. Ma un Pd sotto il 20% è un risultato nemmeno ipotizzato nei giorni scorsi. Rosato, di fronte una domanda sul futuro del segretario, ha spiegato: "Deciderà lui".
"E' chiaro che per noi si tratta di una sconfitta molto evidente, molto chiara e netta" ha commentato il vice segretario del Pd Maurizio Martina, al fianco del presidente del Pd Matteo Orfini e del coordinatore Lorenzo Guerini.
"E' un risultato al di sotto delle aspettative - ha aggiunto Martina - Chiaramente si tratta di un risultato molto chiaro nella sua negatività, per qualsiasi altra valutazione rimandiamo alla giornata di domani".