Mercoledì, 11 Aprile 2018 10:02

Regione, salta Consiglio per impegni di D'Alfonso. M5S: "Sequesto istituzionale"

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Se c'era bisogno di una prova, di ribadire che no, non si può mantenere la poltrona di governatore in Abruzzo e senatore a Roma, ebbene è arrivata ieri pomeriggio, al primo Consiglio regionale riunito a seguito delle elezioni politiche del 4 marzo.

Tre mesi dopo l'ultima volta, e con i problemi che vive la Regione viene davvero da chiedersi se sia accettabile che per oltre 90 giorni l'assise non si sia riunita, i consiglieri - tra insulti e dileggi - hanno discusso una sfilza di interrogazioni e interpellanze per approvare, infine, soltanto una delle leggi all'ordine del giorno, sulla semplificazione dell'iter burocratico per accedere agli sconti concessi agli studenti pendolari del cratere sismico 2017, a fine dell'anno scolastico, tra l'altro. Per il resto, è arrivato il voto unanime alla risoluzione presentata da Pierpaolo Pietrucci che impegna il Presidente, il vicepresidente della Giunta regionale e il Presidente del Consiglio Regionale "a sostenere presso il governo e le istituzioni la diffida presentata da Comune dell’Aquila e Regione in accordo con tutte le imprese, partite Iva e associazioni di categoria, colpite dal fenomeno del recupero degli sgravi fiscali". Nulla di più. 

Poco prima delle 18, il governatore Luciano D'Alfonso è dovuto correre a Roma, per gli impegni di parlamentare e, così, è mancato il numero legale. Erano assenti, infatti, gli assessori dimissionari Andrea Gerosolimo e Donato Di Matteo, oltre a Mario Olivieri, altro consigliere dissidente: a garantire la tenuta della maggioranza, fino alla 'corsa' a Palazzo Madama del presidente della Giunta, l'assessore appena nominato Giorgio D'Ignazio. Ma così, evidentemente, non si può andare avanti. A meno che il vice presidente Giovanni Lolli, in questi giorni impegnato a tenere le fila di una situazione più che sfilacciata, non riesca davvero a ricompattare la maggioranza: impresa difficilissima, a dire il vero. 

Durissimi i consiglieri del Movimento 5 Stelle. "E sono 4 i mesi che registrano la paralisi del consiglio regionale, un sequestro istituzionale causato dalla doppia carriera politica di Luciano D'Alfonso", l'affondo. "Non abbastanza sicuro della poltrona romana per abbandonare quella abruzzese, non abbastanza leale da mettere l'Abruzzo che lo ha scelto nel 2014 al primo posto rispetto al velluto rosso di Palazzo Madama. Ed è a causa di questi tumulti dell'anima che anche oggi i lavori del consiglio regionale si sono visti improvvisamente interrotti a causa degli impegni da senatore del Presidente. E' questo quello che secondo Luciano D'Alfonso meritano gli abruzzesi: un presidente a mezzo servizio, un consiglio regionale interrotto a causa delle riunioni romane del PD. E se D'Alfonso non conosce l'etica delle dimissioni, non è da meno il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio che esita a convocare la Giunta per le elezioni che potrebbe e dovrebbe prendere atto dell'incompatibilità del presidente-senatore, dichiararne la decadenza e sciogliere il consiglio regionale permettendo agli abruzzesi di tornare al voto. Anche per lui, evidentemente, l'attaccamento alla poltrona è più forte del rispetto per le istituzioni".

Sulle barricate anche i consiglieri di centrodestra. "Oggi in a​ula si è presentato un vero e proprio governo regionale balneare destinato a durare il tempo necessario per superare l'estate. In Regione Abruzzo non esiste più la maggioranza numerica e solo dopo il 'rimpastino', con l'ingresso del neo assessore Giorgio D'Ignazio e le gravi assenze ingiustificate di ben tre consiglieri, si garantisce ancora il minimo numero legale per resistere in Aula". E' quanto affermano i forzisti Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri che aggiungono: "Questa maggioranza non esiste più da troppo tempo. Sono mesi che assistiamo ad uno spettacolo indecoroso come quello di oggi, con il centrosinistra che durante i lavori in aula è capace solo di discutere di interpellanze e interrogazioni bloccando e litigando sulle proposte di legge. Tra l'altro, un centrosinistra che non riesce a dare risposte esaustive e convincenti su argomenti importanti come il dragaggio del Porto di Ortona e l'aumento dei pedaggi della Strada dei Parchi. L'Abruzzo arretra, è bloccato, l'economia non riparte, la disoccupazione aumenta e le imprese sono in forte affanno. Per tutti questi motivi chiediamo, con grande senso di responsabilità, di dare voce agli abruzzesi per eleggere un nuovo governo regionale capace di amministrare l'Abruzzo".

Intanto, a fare un passo indietro - annunciato - è stato l'oramai ex consigliere Camillo D'Alessandro, fino a ieri coordinatore della maggioranza, eletto alla Camera dei Deputati. 

 

 

Ultima modifica il Mercoledì, 11 Aprile 2018 11:59

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