Martedì, 07 Agosto 2018 20:51

Legge elettorale: saltano soglie di sbarramento, passa norma 'salva sindaci'

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Oltre 24 ore di commissione consiliare speciale per discutere le modifiche alla legge elettorale regionale proposte dalla maggioranza; 500 e più emendamenti ostruzionistici delle opposizioni, M5S e Forza Italia, tra rinvii e polemiche, sospensioni e trattative.

In serata, i lavori si sono chiusi con il via libera all'emendamento firmato da Giorgio D'Ignazio e che prevede la rimozione della cosiddetta norma anti-sindaci, che impedisce attualmente ai sindaci dei Comuni sopra i 5mila abitanti, nonché ai presidenti e agli assessori delle Province, di essere eletti alla carica di presidente della giunta e di consigliere regionale. Si tratta di una norma che era stata approvata dal centrodestra nel 2004 per stoppare la candidatura di D'Alfonso, all'epoca sindaco di Pescara in piena ascesa politica. L'emendamento di D'Ignazio prevede anche di modificare il punto 4 dell'articolo 2, che recita: "In caso di scioglimento anticipato del Consiglio regionale, le cause di ineleggibilità di cui al comma 1 (per cui sono ineleggibili anche i membri della Corte costituzionale e del Csm, ndr) non hanno effetto se le funzioni esercitate, la carica o l’ufficio ricoperto sono cessati, nelle forme prescritte, entro sette giorni dalla data di pubblicazione del decreto di scioglimento". La proposta è di innalzare tale limite da 7 a 30/45 giorni.

Gli esponenti del Movimento 5 Stelle hanno già annunciato che, in aula, voteranno contro il provvedimento che, di fatto, spianerebbe la strada alla candidatura di Giovanni Legnini, attuale vice presidente del Csm. L'ex sottosegretario, ovviamente, non ha rilasciato alcuna dichiarazione ma avrebbe detto confidenzialmente, nei giorni scorsi, ad alcune persone che hanno parlato con lui di essere disponibile a scendere in campo, seppur solo a determinate condizioni (creazione di una coalizione ampia che vada dal Pd ai civici fino ai partiti più di di sinistra come Articolo 1 e SI, sul modello di Nicola Zingaretti nel Lazio).

Altro emendamento approvato è quello sui consigliere supplenti, che darebbe facoltà ai consiglieri che una volta eletti vanno a fare gli assessori di essere sostituiti. Così, se la proposta della Commissione verrà approvata in Consiglio regionale, i consiglieri passeranno da 31 a 35.

Brusco stop, invece, per l'altro emendamento che era stato presentato dal capogruppo del Pd Sandro Mariani che prevedeva l'innalzamento della soglia di sbarramento per chi corre da solo, ossia fuori dalle coalizioni, all'8% e per chi si presenta in coalizione al 4%. Saltato l'accordo tra Pd e Forza Italia che nei giorni scorsi era sembrato possibile.

"La proposta era partita dal sottoscritto", ha inteso sottolineare Sandro Mariani: "la mia presidenza è partita dal 17 luglio, mi sono messo subito al lavoro senza alcun colpo di mano; alzare la soglia di sbarramento - era quella la mia idea - voleva dire, anche, entrare in Consiglio regionale essendo rappresentantivi di qualcosa. Detto ciò, avevo chiarito fin dall'inizio che avrei ascoltato tutti i commissari: prendendo atto che la maggior parte di loro, di maggioranza e opposizione, mi hanno evidenziato la necessità di non alzare la soglia di sbarramento, prendendo atto ho ritirato il mio disegno di legge".

La proposta aveva sollevato un mare di critiche e vedeva contraria anche Articolo 1 (favorevole invece all'emendamento di D'Ignazio) che ha due esponenti nell'esecutivo, l'assessora Marinella Sclocco e il sottosegretario Mario Mazzocca. Se approvata, la norma sarebbe servita a costringere i "piccoli" partiti e le liste civiche ad allearsi con i partiti maggiori. 

Bocciata anche la proposta di ripartizione dei così detti 'resti' alle coalizioni e non alle singole liste, emendamento che aveva fatto infuriare il Movimento 5 Stelle.

Forza Italia: "La nostra ferma opposizione ha prodotto un risultato significativo"

"La ferma opposizione di Forza Italia ha prodotto un primo significativo risultato: il centrosinistra ha ritirato ogni proposta di modifica alla legge elettorale regionale".

E' quanto dichiarano i Consiglieri regionali di Forza Italia a margine dei lavori in Commissione Speciale per le modifiche alla legge elettorale e per l'attuazione e le modifiche allo Statuto. "Non sarebbe stato accettabile – spiegano i rappresentanti di Forza Italia – modificare le regole elettorali poche settimane prima del voto e la gran mole delle nostre argomentazioni e dei nostri emendamenti (oltre 300 sui 400 totali) ha fatto desistere il Pd. Dopo questa vittoria, che consegniamo a tutto il centrodestra abruzzese, restano da affrontare le proposte di modifica alle norme sulle incompatibilità: quella sulle surroghe e, soprattutto, quella ad personam sul tempo necessario a rimuovere le cause di incompatibilità".

"Continueremo, nelle prossime ore – concludono i Consiglieri di Forza Italia – la nostra battaglia a presidio delle regole esistenti e per consentire lo svolgimento di nuove elezioni in tempi brevi".

Movimento 5 Stelle: "Nessuna modifica in extremis, la vittoria è la nostra"

"In Abruzzo, nessuna modifica in extremis alla legge elettorale. La vittoria è del M5S che ha costretto, dopo giorni di ostruzionismo, la maggioranza a ritirare le modifiche alla legge elettorale".

Così i consiglieri regionali del M5S Sara Marcozzi, Riccardo Mercante, Domenico Pettinari, Gianluca Ranieri e Pietro Smargiassi.

"Le soglie di sbarramento non saranno innalzate permettendo così a tutte le forze politiche di avere una propria rappresentanza in Consiglio. Ci siamo battuti con fermezza ed oggi siamo soddisfatti di questo risultato poiché la maggioranza ha dovuto cedere proprio su quegli elementi che andavano ad intaccare quello che per noi rappresenta l'anima del dibattito politico: la rappresentanza di tutti i cittadini. Ottenuto questo grande risultato non ci interessano quei punti che riguardano meramente la dinamica partitica sulla formazione delle liste e delle coalizioni della vecchia politica. Il M5S ha assunto sin dall'inizio della sua entrata nelle istituzioni un metodo diverso che anima lo spirito di partecipazione. E non abbiamo mai avuto bisogno di una legge che ce lo imponesse".

Mazzocca e Sclocco (Articolo 1): "Senza la nostra opposizione, la modifica sarebbe stata approvata"

"Dopo una lunga ed estenuante resistenza di tre giorni, prima in maggioranza e poi in commissione, la proposta di modifica della legge elettorale è stata ritirata. Sia chiaro a tutti che senza la contrarietà di Art. 1 MDP questa modifica sarebbe stata approvata".

Parole del sottosegretario Mario Mazzocca e della assessora Marinella Sclocco.

"I principi della rappresentanza democratica nella nostra regione sono salvi. Chi ben conosce il meccanismo elettorale sa bene che questo 'correttivo' non avrebbe avuto effetto alcuno sulla tanto sbandierata governabilità, in quanto i seggi assegnati alla coalizione vincente, in virtù del premio di maggioranza, non subirebbero variazioni. L'unico vero cambiamento avrebbe riguardato invece la ripartizione dei seggi di minoranza che lascia trasparire un atteggiamento dal sapore (nemmeno tanto) vagamente remissivo da parte di chi (evidentemente) reputa sconfitta in partenza la futura coalizione del centrosinistra. Riteniamo inqualificabile il tentativo di lottizzazione dei seggi di opposizione svilendo così, in nome della tanto agognata poltrona, i principi costituzionalmente garantiti. Detto per inciso, una simile manovra non avrebbe garantito in alcun caso la facile rielezione per qualcuno, per il semplice fatto che il democratico Abruzzo contempla ancora quale unica via per accedere all'Emiciclo la tanto svilita preferenza".

Bracco e Licheri (Si): "Siamo soddisfatti"

"Siamo soddisfatti di questo risultato che dimostra come nelle istituzioni il ruolo delle opposizioni sia spesso fondamentale per evitare stupri istituzionali come quello che si stava per compiere. Le regole si scrivono e si cambiano insieme".

Parole del consigliere regionale Leandro Bracco e del segretario regionale di Sinistra Italiana Daniele Licheri. "Sinistra Italiana resterà vigile fino alla fine della legislatura per evitare che altre sveltine simili possano accadere".

Acerbo (Rifondazione comunista): "Sbarramento turco non passa, figuraccia Pd"

"Fortunatamente è stato sventato il tentativo del PD di introdurre nella legge elettorale uno sbarramento liberticida e incostituzionale dell'8%. L'allarme che abbiamo lanciato nei giorni scorsi per sventare questa sveltina ha sventato il golpe".

Così il segretario nazionale del partito della Rifondazione comunista, Maurizio Acerbo. "L'attacco farneticante che mi rivolge il capogruppo del PD conferma la giustezza della nostra battaglia. Ringrazio tutti i consiglieri regionali che si sono opposti a questa operazione scorretta e antidemocratica. Non era scontato che centrodestra e M5S non si accordassero col PD ai danni delle formazioni più piccole. Il PD renziano e dalfonsiano è riuscito nel miracolo di collocarsi a destra di Mauro Febbo che va ringraziato per aver difeso con l'ostruzionismo insieme al resto dell'opposizione - dal M5S a SI - la democrazia e la decenza. Durante i 5 anni della giunta di centrodestra lo scontro con noi è stato sovente ferocissimo, ma agli ex-missini come Febbo non sono venute in mente le forzature antidemocratiche a cui ci hanno abituato questi bulletti del PD".

Ultima modifica il Mercoledì, 08 Agosto 2018 10:49

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