Domenica, 16 Settembre 2018 17:22

Openpolis, i primi cento giorni del governo Conte passati ai raggi X

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Cento giorni del governo Conte, cento giorni dell'esecutivo autodefinito del "cambiamento".

Openpolis ha passato ai raggi x l'azione dell'esecutivo, restituendoci una fotografia piuttosto interessante sull'attività legislativa e politica dell’esecutivo Conte. A partire dai tratti caratterizzanti più interessanti: "tra gli esecutivi politici che si sono susseguiti dal 1948 ad oggi, mai la percentuale di esordienti era stata così alta", si legge nel rapporto che potete consultare integralmente qui. "L’89,50% dei ministri indicati non aveva infatti mai svolto quell’incarico prima, con solo Savona e Moavero Milanesi che avevano nel proprio curriculum precedenti ruoli da ministro". La novità apportata dal governo giallo-verde è anche anagrafica: "con un’età media sotto ai 50 anni, per la precisione 46 anni - sottolinea Openpolis - la squadra capitanata da Giuseppe Conte ha segnato una forte linea di demarcazione rispetto agli esecutivi che lo hanno preceduto. Da Letta a Gentiloni, passando per Renzi, le 3 squadre di governo che avevano caratterizzato la XVII legislatura superavano tutte i 50 anni di età media. In controtendenza invece sono i numeri sulla parità di genere: con sole 11 donne tra i ministri, viceministri e sottosegretari, si è registrato di gran lunga il dato più basso dal 2013 a oggi".

Il ricambio politico e generazionale testimoniato è stato dovuto principalmente alla novità assoluta dell’alleanza al potere: "è infatti la prima volta che il Movimento 5 stelle sale alla guida del paese e, rispetto all’ultima volta che faceva parte di un esecutivo, la Lega ha apportato una vera e propria rivoluzione interna con il passaggio di leadership da Umberto Bossi a Matteo Salvini. Elementi che hanno avuto il loro peso nello sviluppo di questi primi 100 giorni di governo".

Se in passato i primi 100 giorni sono stati il momento per la presentazione dei provvedimenti simbolo dei vari esecutivi, dall’abolizione del finanziamento pubblico diretto ai partiti del governo Letta alla riforma costituzionale del governo Renzi, lo stesso non si può dire per il governo Conte. "Molto tempo è stato impiegato per trovare una quadra tra due forze politiche fortemente differenti", viene spiegato nel rapporto; "non solo nella stesura del contratto di governo e nell’individuazione dei ministri, ma anche in altri momenti centrali per le dinamiche politiche e legislative del paese, come la costituzione delle commissioni permanenti. Quello che risulta però, è che anche una volta partito l’attuale esecutivo non sembra aver avuto la stessa forza propositiva dai governi precedenti. Sicuramente l’imminente discussione sulla legge di bilancio sarà quindi il primo e vero banco di prova per l’alleanza di governo".

D'altra parte, "l’esecutivo Conte non nasce con solidi numeri parlamentari e questo, assieme alla diversa natura dei 2 partiti in questione, sia ideologica che storica, ha fortemente influenzato questi primi 100 giorni. Le proposte politiche in parlamento sono state poche, e quelle poche che sono finite all’attenzione di camera e senato hanno avuto delle approvazioni fuori dalla norma".

Tra le anomalie messe in luce dal report di Openpolis, le mancate nomine. "Nonostante siano passati 100 giorni dal giuramento dell’esecutivo Conte, la squadra di governo risulta ancora incompleta. Una situazione particolare, senza casi analoghi nella scorsa legislatura. La nomina ufficiale dei viceministri, annunciati come 6 nei giorni dell’insediamento del governo, sta andando a rilento. Ad oggi solamente Emanuela Del Re è stata nominata viceministro (alla cooperazione presso il ministero degli affari esteri), mentre le altre 5 caselle risultano ufficialmente vuote. Nomina che tra le altre cose era dovuta, essendo un obbligo di legge la presenza di un viceministro alla cooperazione. La situazione è atipica, visto che i precedenti governi, al momento della nomina dei sottosegretari, avevano allo stesso tempo proceduto con l’individuazione dei viceministri". Un discorso analogo vale anche per le deleghe dei sottosegretari,e riguarda da vicino anche il cratere aquilano e quello dei terremoti a cavallo tra 2016 e 2017: "solamente 6 dei 13 ministeri con portafoglio hanno assegnato le deleghe ai sottosegretari", e ad oggi manca un sottosegretario alla ricostruzione. 

Il sostegno in Parlamento

Alla sua nascita, soprattutto al senato, il governo Conte non poteva contare su una maggioranza solida. "I gruppi M5s e Lega a Palazzo Madama a inizio legislatura erano composti da 167 senatori, solamente 6 unità sopra la soglia di maggioranza (161). Anche per questo motivo, il Movimento associativo italiani all’estero (Maie) è stato fatto entrare nella squadra di governo, con la nomina di Ricardo Merlo, senatore e fondatore del partito, a sottosegretario. Questa mossa, come anche il sostegno annunciato da vari senatori espulsi dal M5s, ha portato lo scarto al senato da +6 a +10. Ciò nonostante il governo Conte, come i precedenti esecutivi Renzi e Gentiloni, sta basando la sua attività parlamentare su dei numeri tutt’altro che tranquillizzanti".

Il giorno della fiducia a Montecitorio il governo ha ottenuto 350 voti favorevoli, solamente 34 oltre la soglia di maggioranza (quota 316). Si tratta del peggior risultato per un governo al suo insediamento dall’esecutivo Letta ad oggi. "Anche a Palazzo Madama le cose non sono andate meglio e, anche se non è stato fatto registrare il peggior risultato dal 2013 a oggi, parliamo comunque di cifre molto basse. I senatori a sostegno dell’esecutivo sono stati 171, solamente 10 oltre quota 161 della maggioranza assoluta. Avevano fatto peggio gli esecutivi Renzi e Gentiloni, entrambi con 8 voti di scarto".

L'attività in Parlamento

Da inizio legislatura sono state approvate 10 leggi: 4 decreti convertiti in legge ereditati dal precedente governo Gentiloni, l’istituzione di 2 commissioni d’inchiesta e 4 provvedimenti proposti dalla squadra di Conte. "Come ormai prassi da anni nel parlamento italiano, l’iniziativa dei testi che escono da Montecitorio e Palazzo Madama è sempre più nelle mani del governo e non dei membri del parlamento", sottolinea Openpolis. "Anche l’attuale esecutivo sta confermando questo trend, monopolizzando non solo la produzione delle leggi ma anche il calendario dei lavori. Escludendo i testi proposti dal governo, quelli per l’istituzione di commissioni d’inchiesta, e quelli che già sono diventati legge, solo 2 testi di iniziativa parlamentare sono stati discussi in aula ottenendo una prima approvazione: il ddl Meloni sulla sicurezza dei bambini in auto, e il ddl Romeo sul terzo settore".

Oltre ai 4 decreti già convertiti in legge, il parlamento in questi 100 giorni ha anche discusso l’annuale decreto 'milleproroghe', con la fiducia - la prima 'imposta' dal governo Conte - votata nelle ore scorse alla Camera dei Deputati dopo un primo passaggio in Senato (ora, il provvedimento tornerà a Palazzo Madama per la definitiva conversione in legge). La fiducia è stata approvata con 329 voti favorevoli e 220 contrari. Si tratta di soli 13 voti in più rispetto all'abituale soglia di maggioranza (316), a ribadire la fragilità dei numeri dell'esecutivo anche alla camera. Rispetto all'insediamento sono 21 i voti favorevoli in meno. 

"In Senato, come detto, i numeri dell’esecutivo sono più incerti; su 5 provvedimenti approvati, solamente 2 hanno ottenuto più di 161 voti favorevoli (soglia abituale di maggioranza): il decreto per il riordino delle competenze nei ministeri, e quello per la cessione di unità navali alla Libia. Gli altri 3 (milleproroghe, il decreto dignità e quello per il tribunale di Bari) sono stati approvati con meno voti di quelli abitualmente necessari per ottenere il via libera dell’aula".

Com’è stato possibile? "Per un motivo o per l’altro, il numero di partecipanti nelle sedute in questione era particolarmente basso, abbassando di fatto la quota di voti da raggiungere per ottenere l’approvazione dell’aula. Una dinamica che in un certo senso vede coinvolte anche le opposizioni. Diverse e di varia natura, da un lato non agiscono in maniera coordinata nel lavoro di contrasto all’azione di governo, di fatto agevolandolo, dall’altro, specialmente alcune di esse, si sono trovate a fasi alterne a collaborare con l’esecutivo stesso. Un esempio su tutti riguarda Fratelli d’Italia che grazie alla sua posizione di possibile apertura nei confronti di determinate proposte, ha ottenuto una delle vicepresidenze della camera spettanti alla maggioranza".

La partecipazione dei ministri ai lavori d'aula

Alla luce di quanto visto finora, il ruolo dei parlamentari che fanno anche parte del governo non è da sottovalutare.

"Proprio perché l’esecutivo non ha una solida maggioranza in entrambi i rami, la loro capacità di partecipare ai lavori dell’aula, specialmente al senato, può avere delle ripercussioni sulla forza dell’esecutivo nei dibattiti parlamentari. Al momento parliamo di 49 parlamentari (36 deputati e 13 senatori), tra cui 11 ministri: Bonafede, Bongiorno, Centinaio, Di Maio, Fontana, Fraccaro, Grillo, Lezzi, Salvini, Stefani e Toninelli. Questo doppio incarico, consentito da legge, non permette loro di partecipare assiduamente ai lavori dell’aula e, proprio per questo motivo, la loro percentuale di presenze alle votazioni elettroniche è molto basso. Giusto sottolineare che poche presenze non vogliono dire essere molte assenze visto che, nella stragrande maggioranza dei casi, i parlamentari in questione sono in missione, svolgendo cioè attività istituzionali per l’incarico di governo. Ciò detto la compatibilità dei due incarichi è un problema, e in altri paesi come la Francia, per esempio, è impossibile essere allo stesso tempo membro del governo e del parlamento".

Stando ai dati diffusi da Openpolis, alla camera il ministro-deputato con la percentuale più bassa di presenze è Giulia Grillo (0,18% di partecipazione alle votazione elettroniche), seguita nell’ordine da Bonafede (2,01%), Fraccaro (2,75%), Fontana (3,11%) e Di Maio (41,21%). Al senato invece la primatista è Barbara Lezzi (1,99% di presenze) davanti a Salvini (4,33%), Bongiorno (6,56%), Stefani (11,12%), Centinaio (21,66%) e Toninelli (31,15%). Da considerare che la percentuale media di presenze alle votazioni elettroniche alla camera e al senato è rispettivamente dell’80,78% e dell’87,22%.

Anche per i sottosegretari la situazione non migliora. "I 31 deputati che svolgono questo incarico partecipano in media al 16% delle votazioni, mentre i 7 senatori in questione al 32%, dato spinto fortemente in alto da Vito Crimi unico parlamentare anche membro del governo ad avere un tasso di partecipazione vicino alla media (78,45%). L’importanza e la difficoltà dei due ruoli in questione è alta, e portarli avanti contemporaneamente, come ci dicono anche i dati, sembra essere molto complicato".

Le risposte alle interrogazioni scritte

Le interrogazioni a risposta scritta rappresentano uno degli strumenti che delineano il rapporto tra governo e parlamento. Allo stesso tempo sono tra gli atti di sindacato ispettivo più utilizzati dai membri di camera e senato. "Dall’inizio del governo Conte ne sono state depositate 1.034, di cui solamente 12 hanno ottenuto risposta, l’1,16%. Una percentuale che può sembrare molto bassa ma che in realtà è la più alta dal governo Letta in poi. Nei primi 100 giorni del primo governo della XVII legislatura ottennero risposta il 0,69% delle interrogazioni a risposta scritta depositate, percentuale salita all’0,98% durante i primi 100 giorni del governo Renzi e all’1,03% duranti quelli del governo Gentiloni".

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Decreti legge e decreti legislativi

Il governo Conte ha deliberato 6 decreti legge. "Quattro sono già stati convertiti in legge dal parlamento (decreto dignità, decreto tribunale di Bari, quello per la cessione di unità navali alla Libia e quello per riordino dei ministeri), uno attende l'approvazione definiitiva (il milleproroghe), e uno, quello sulla fatturazione elettronica per i benzinai, è decaduto essendo stato assorbito proprio dal milleproroghe. I numeri sono in linea con quelli dei governi precedenti, quando i decreti legge deliberati erano stati 8 con Letta e Renzi, e 7 con Gentiloni. Si potrebbero sollevare, come per i governi precedenti, dei dubbi sulla legittimità dell’utilizzo di uno strumento emergenziale come il decreto per l’approvazione dei testi in questione. È il caso per esempio del decreto dignità, proposta politica più che una necessità urgente, e quello per la cessione di unità navali alla Libia".

Per quanto riguarda i decreti legislativi i numeri sono molto più altalenanti tra un governo e l’altro. "Diciassette quelli trattati nelle riunioni del consiglio dei ministri del governo Conte, di cui 9 hanno attuato direttive europee e 5 hanno integrato o corretto decreti legislativi dei precedenti governi: 4 del governo Gentiloni (2 sulle forze dell’ordine, uno sul terzo settore, e una in materia di imprese sociali) e 1 del governo Renzi (sulla riforma alla struttura al bilancio dello stato)".

Le proposte di legge e le riforme avanzate dal governo

Le frecce legislative nell’arco di un governo sono 3: i disegni di legge, i decreti legge e i decreti legislativi. "I disegni di legge deliberati dal consiglio dei ministri sono stati 11, di cui 8 per la ratifica di trattati internazionali. Gli altri 3 sono rispettivamente: il rendiconto generale dello stato per il 2017, l’assestamento di bilancio, entrambi provvedimenti standard e annuali, e una proposta di legge del ministro Grillo in materia di sicurezza per le professioni sanitarie. Su 11 disegni di legge quindi, solamente 1 è il frutto di una vera proposta di governo".

Discorso simile può essere fatto sui decreti legge già elencati. "Tre di essi rispondono a esigenze imminente ed eccezionali (l’emergenza del tribunale di Bari, la cessione delle unità navali alla Libia, il riordino dei ministeri), un quarto, il milleproroghe, è una legge annuale che viene fatta da ogni governo per prorogare i termini di disposizioni legislative passate. Di fatto solamente il decreto dignità risulta essere una vera proposta politica di governo".

I primi 100 giorni degli esecutivi precedenti sono stati più ricchi di proposte politiche di governo.

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Ultima modifica il Lunedì, 17 Settembre 2018 20:09

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