Martedì, 31 Dicembre 2013 01:17

Cgil: Regione, le scelte di Bilancio non aiutano ripresa e lavoro

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Domenica 29 dicembre 2013 il Consiglio regionale ha approvato il Documento di programmazione economico-finanziaria regionale 2014-2016, comunemente detto legge finanziaria regionale. In una nota la Cgil regionale ha commentato così il testo votato dall'aula consiliare:

"La Cgil Abruzzo ha presentato alcune osservazioni e proposte sul Documento di programmazione economico-finanziaria regionale 2014-2016 (DPEFR) e sulle leggi Finanziaria e di Bilancio. Si tratta di proposte illustrate in due distinte circostanze: nell'incontro con l'assessore al bilancio Carlo Masci, avvenuto all'Aquila il 27 dicembre, e nel corso della consultazione con la prima commissione (Bilancio) del consiglio regionale, svoltasi il giorno successivo. Sono proposte che mirano a correggere e migliorare le scelte della maggioranza in consiglio regionale, che non aiutano né la ripresa economica della nostra regione né la creazione di nuovi posti di lavoro. Vi inviamo dunque il testo integrale del documento che la Cgil ha consegnato nei recenti incontri in Regione".     

"La Cgil Abruzzo, avuto modo di analizzare la bozza del DPEFR 2014-2016, valuta questo documento molto insufficiente per quanto riguarda la parte analitica e interpretativa sulla condizione economica, sociale e finanziaria della Regione Abruzzo. Si rileva una completa assenza di riflessioni e proposte adeguate sull'andamento del mercato del lavoro abruzzese e sulla condizione sociale e reddituale delle persone in condizione pensionistica".

"Tutto questo accade nel pieno di una gravissima crisi del lavoro in Abruzzo, crisi che pone la regione in una situazione molto preoccupante anche rispetto alle altre regioni italiane. Le semplici e chiare rilevazioni statistiche stanno lì a ricordare e mostrare la gravità e la profondità della crisi. La giunta regionale, nonostante questi dati, non ha posto minimamente attenzione alle reali condizioni del lavoro abruzzese, né alle conseguenti necessarie proposte utili per modificare questo stato di cose. Per questo motivo vogliamo, nuovamente, riepilogare alcuni dati sulla condizione del lavoro in Abruzzo:

- Nel 2013 l'occupazione in Abruzzo ha avuto un crollo. Nella terza rilevazione trimestrale dell'Istat è risultato che nella Regione ci sono 477.000 occupati, con una riduzione di ben 31.000 occupati rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente (2012).
La Cgil aveva più volte segnalato questa tendenza alla riduzione dell'occupazione. Il dato su indicato conferma, anzi aggrava, la nostra analisi;

- La disoccupazione continua a crescere fino ad arrivare all'11,8%, raggiungendo la doppia cifra, cosa che non accadeva da anni.
C'è da sottolineare inoltre come in Abruzzo sia rilevante il fenomeno dei lavoratori scoraggiati.  I giovani sono la fascia più debole del nostro mercato del lavoro e raggiungono un tasso di disoccupazione superiore al 40% del totale.

- Le casse integrazioni (in deroga, ordinarie, straordinarie) hanno raggiunto la cifra di 30 milioni di ore nel mese di ottobre 2013, con un incremento di circa 2 milioni di ore rispetto allo stesso periodo del 2012. In questa condizione sono coinvolti circa 35.000 lavoratori".

"La Cgil torna a confermare che l'unica strada per uscire da questa recessione-depressione è quella di realizzare un grande piano del lavoro. La Cgil considera necessario l'intervento di tutti i soggetti (pubblici e privati) incluso l'importante apporto della Regione Abruzzo".

"Sulla condizione sociale i dati segnalano un aumento della popolazione in condizioni di emarginazione, di povertà relativa e di povertà assoluta. Sempre più persone vivono una vita sul filo della sopravvivenza. Gli stessi pensionati abruzzesi, che hanno una pensione media di 638,4 euro mensili, sono esposti continuamente al rischio povertà. Oggi nelle famiglie basta un fatto straordinario o un qualsiasi imprevisto per mettere in seria difficoltà le persone che la compongono, a partire proprio dai più anziani. Viste queste premesse, la Cgil propone profonde modifiche all'impostazione di Bilancio, orientandolo e scegliendo l'occupazione come tema centrale".

" - Consideriamo non accettabile e non giustificabile la scelta della giunta regionale che riduce il capitolo «Formazione professionale e politiche del lavoro» da 48 milioni 723 mila euro del 2012 a 3 milioni 395 mila euro del 2013, con una perdita pari al -93,03%. Nella gravissima crisi del 2014 l'Abruzzo si presenta senza strumenti e a mani vuote nella difesa del lavoro. La Cgil ritiene possibile recuperare consistenti risorse per il capitolo di bilancio "Lavoro". Chiede inoltre che nella programmazione europea 2014-2020 i fondi FSE abbiano una dotazione finanziaria adeguata e superiore alla precedente programmazione. Queste risorse vanno prioritariamente indirizzate verso:

-  Cofinanziamento regionale della cassa in deroga;
-  Incremento delle risorse per la formazione professionale e continua;
-  Interventi mirati verso le fasce deboli, con particolare attenzione e sostegno all'occupazione giovanile;
-  Riforma del collocamento pubblico e libretto del lavoro e delle competenze.
-  La Cgil considera oggi necessario investire nei settori di attività ad alta intensità di lavoro. E' quindi importante indirizzare le scarse risorse del bilancio   r regionale verso questo obbiettivo. Il lavoro decide il futuro.
-  Il lavoro decide il futuro dei beni culturali. La giunta investe solo 4 milioni di euro sulla cultura (da notare che dei 20 milioni messi a bilancio, 16 milioni sono    trasferimento di tasse pagate dagli studenti universitari per il diritto allo studio). Scegliere oggi di investire risorse nel capitolo di bilancio istruzione e cultura è una necessità per conservare l'esistente, oltre ad una scelta per orientare un nuovo modello di sviluppo creando nuovi posti di lavoro, nuove competenze e nuove creatività".

"Investire da subito le risorse ex-FAS per L'Aquila città della cultura.
- Il lavoro decide il futuro del welfare locale e crea nuova occupazione nei servizi alla persona. Il bilancio della Regione prevede una riduzione di ulteriori 3 milioni di euro nel settore delle politiche sociali. Questa è una scelta inaccettabile visto il dimezzamento già subito negli anni precedenti. I pensionati abruzzesi hanno bisogno di più servizi, i bambini abruzzesi hanno bisogno di migliori servizi per l'infanzia e dell'accesso garantito a tutti. La riorganizzazione dei servizi per la salute passa per l'integrazione socio-sanitaria.
- Il lavoro decide il futuro nella terza rivoluzione industriale. Il bilancio della Regione Abruzzo si dimezza nel settore attività industriale, artigianato ed energia. E' assolutamente necessario, invece, investire nella ricerca e nell'innovazione industriale. E' necessario investire nel risparmio energetico e nella ristrutturazione edilizia dei centri storici abruzzesi. E' infine necessario investire nelle competenze legate alla globalizzazione e internazionalizzazione del mercato dei prodotti e servizi.
- Il lavoro decide il futuro nella green economy. Per l'Abruzzo è necessario re-investire nei lavori in montagna, nei parchi e nelle riserve naturali.
- Il territorio abruzzese, la sua gente, le merci prodotte non possono subire un ulteriore isolamento. E' quindi fondamentale salvaguardare e rilanciare il sistema di trasporto pubblico. Chiediamo quindi, per la fine della legislatura, di realizzare operativamente due riforme:
- la riorganizzazione delle risorse del fondo unico del trasporto;
- una tariffa unica e oraria per tutti i cittadini abruzzesi".

Ultima modifica il Martedì, 31 Dicembre 2013 01:33

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