Lunedì, 08 Aprile 2013 16:25

Chiodi attacca il PD aquilano: D'Amico chiede un consiglio straordinario.

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"Chiederò insieme al gruppo del PD ed ai consiglieri regionali che riterranno di condividere, una riunione straordinaria del Consiglio regionale per la definizione di una legislazione organica dedicata alla ricostruzione e la sua correlazione allo sviluppo della Regione e della città capoluogo".

 

Lo ha annunciato, stamane, il vice presidente del Consiglio regionale, Giovanni D'Amico. "Vedo inasprirsi le polemiche tra le istituzioni", ha detto a NewsTown, "così non si costruisce alcun coordinamento capace di affrontare in maniera virtuosa il processo di ricostruzione". Chiaro il riferimento alle polemiche innescate dal duro atto d'accusa del presidente della Regione, Gianni Chiodi, che senza mezzi termini in un' intervista a "Il tempo" ha imputato all'amministrazione locale la responsabilità dei ritardi della ricostruzione: "Finita la gestione commissariale, tutto si è impantanato -ha detto- mi sembra che fino al 31 agosto c’è stato un lavoro incredibile. Poi il tracollo. Si faceva balenare l'idea che finita l’attività commissariale il centro storico sarebbe rinato, invece noi abbiamo speso otto miliardi, loro non riescono a spendere un euro. C’è stato un blocco totale, comprensibile quando non brilla l’ordinaria amministrazione".

"Cialente è sfuggito alle sue responsabilità - ha continuato Chiodi - strilla per la mancanza di soldi ma non impegna quelli che ha. Manca di efficacia, di rapidità e di responsabilità. L’obiettivo politico era quello di prendere in mano i processi della ricostruzione, l’immagine esterna e il potere che può essere utilizzato. Io avvertivo più il senso di responsabilità che il potere. La casta politica aquilana si sente sempre più casta. Tre persone che decidono su tutto, che si riciclano. Un sindaco che si ripropone nonostante le critiche, un presidente della Provincia che viene nominato assessore esterno dopo essere stato bocciato dai cittadini, fino a essere traghettato in parlamento. Un parlamentare che non riesce a confermarsi e che ora è in attesa di nuova sistemazione, che sicuramente vedremo a breve. Una casta bloccata che impedisce di far sprigionare nuove forze. Un rischio per L’Aquila".

Un vero e proprio affondo contro il Partito Democratico aquilano, contro il sindaco, la senatrice Stefania Pezzopane e Giovanni Lolli.

"Qui il problema è un altro, c'è da sanare un vuoto determinate: la nostra e' la prima grande tragedia in cui la Regione non ha giocato alcun ruolo", la replica di D'amico. "E' questa assenza la vera anomalia del caso abruzzese: dal terremoto del Friuli in poi è la prima volta che il livello fondamentale della legislazione e del governo regionale, seppur costituzionalmente rilevante, è stato e resta completamente esautorato da ogni fattore decisionale. La Regione non sta esercitando il suo ruolo, che dovrebbe essere quello di collante tra livello nazionale e territoriale".

"Esattamente un mese fa -ricorda- ho inviato una lettera al Ministro Barca, al Presidente Chiodi, al Sindaco dell'Aquila ed ai Sindaci del Cratere invitandoli a condividere un'autentica riflessione in sede istituzionale, ma soprattutto aperta alle istanze sociali e culturali sulla ricostruzione e sullo sviluppo delle aree interessate e del contesto regionale abruzzese,senza riscontro. Di qui, la decisione di raccogliere le firme già domani per chiedere un consiglio straordinario".

Come mai la Regione si è ritrovata esautorata da qualsiasi ruolo decisionale? A domanda, il vice presidente del Consiglio regionale risponde che "nella fase della prima emergenza, sono state le scelte del governo Berlusconi che hanno escluso del tutto le istituzioni locali, la Regione innanzitutto. Quando è stato chiamato a svolgere il ruolo di commissario, il presidente Gianni Chiodi ha poi dimenticato completamente di essere anche il presidente della Regione. Ha lavorato esaltando molto le sue funzioni commissariali, ma ha scordato le prerogative del ruolo istituzionale".

Il gruppo consiliare del Partito Democratico, ha confermato D'Amico a NewsTown, ha depositato in Commissione la proposta di legge "L' Aquila Capoluogo d'Abruzzo", ma fino ad oggi non e' stato possibile sottrarla alla più completa indifferenza, innanzitutto del Presidente della Giunta, della Commissione consiliare e del Ministro Barca. Non è mancata, poi, una nota polemica con le istituzioni locali: "è risultata frammentaria -ha detto- ogni interlocuzione con la città dell'Aquila e con le amministrazioni locali".

Quali le linee guida della proposta di legge? "Nella proposta, mettiamo in evidenza che la strategia di ricostruzione deve andare di pari passo ad una rinascita dell'intera regione, di cui L'Aquila è capoluogo. A volte qualcuno se lo dimentica", risponde il vice presidente del Consiglio regionale. "Una ricostruzione di qualità, della città e delle sue frazioni, potrebbe giocare un ruolo importante per il rilancio dell'economica d'Abruzzo. La grave lacuna che sta determinando un quadro incoerente e caotico è proprio questa: manca una visione d'insieme, una correlazione istituzionale forte tra Regione e amministrazioni locali. Uno svantaggio irrecuperabile, se non si agisce in fretta, in una fase così acuta di crisi economica ed istituzionale dello Stato. Purtroppo, ad oggi, la commissione speciale per la ricostruzione istituita in seno al Consiglio regionale non si riunisce neanche. Sia ben chiaro: la Regione pagherebbe molto caro la mancata ricostruzione del suo capoluogo".

Così come L'Aquila sta pagando le continue polemiche: "se il presidente Chiodi avesse stile, non travalicherebbe nell'insulto politico, che sta logorando l'intero paese. Spero che, nei prossimi mesi, il ministro Barca, il sindaco Cialente e il presidente Chiodi possano trovare il modo di confrontarsi in maniera esplicita e anche franca ma in sede istituzionale. L'insulto a mezzo stampa -ha concluso- è un mezzo per fare tanti danni e non risolvere nulla".

Ultima modifica il Martedì, 09 Aprile 2013 00:17

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