"Il residuo fiscale previsto dal decreto sull'autonomia differenziata delle regioni è una baggianata. Se applicato, sarà un disastro per tutto il Sud, Abruzzo compreso".
A dirlo è stato il deputato del Pd Gennaro Migliore, all'Aquila per sostenere Pierpaolo Pietrucci e Patrizia Masciovecchio, in corsa alle regionali nella lista provinciale dei democratici.
Il residuo fiscale è il saldo tra le entrate e le spese delle amministrazioni pubbliche a livello regionale. Migliore, che è membro della commissione Affari Costituzionali, dove si sta discutendo del testo di legge che dovrebbe dare maggiore autonomia ad alcune regioni del Nord (Veneto, Lombardia e Emilia Romagna), è molto critico nei confronti della proposta tesa a trattenere nelle regioni settentrionali, anziché redistriburle, tali risorse.
Secondo Migliore, si tratta di una proposta inserita surrettiziamente nel testo del decreto perché non era prevista nel quesito sottoposto ai due referendum svoltisi nel 2017 in Veneto e Lombardia.
"Una cosa è il rafforzamento dell'autonomia delle regioni su alcune materie, come prevede anche la Costituzione" ha affermato Migliore "un'altra è insistere sul principio del residuo. Molte grandi aziende e società, come la Fca, hanno fabbriche nelle regioni del Sud ma la sede legale al Nord. Con questa norma, che farebbero, produrrebbero ricchezza al Sud e portebbero i soldi al Nord?".
"Le autonomie locali si difendono anzitutto nella scelta del personale politico che le rappresenta. Questo deve essere in grado di essere autonomo e di svolgere la propria funzione di rappresentanza dei cittadini ma anche di interlocuzione col governo. Ve la immaginate la Marcozzi a fare la voce grossa con Di Maio?".
La candidata dei Cinque Stelle, ha detto Migliore, "non vuole fare il presidente della Regione ma solo di avere un posto in coslgio, tant'è che a differenza di Legnini si è candidata anche come consigliera. E spera di prendere qualche voto in più mettendo al suo posto la figura del vice premier badante, che va a fare i comizi al posto suo parlando di Tav anziché di Abruzzo".
"Legnini invece" ha continuato Marsilio "non ha più niente da chiedere alla sua straordinaria carriera politica, durante la quale ha lavorato mantenendo sempre un profilo di autorevolezza e autonomia, tenendo sempre ben presenti gli interessi generali e quelli del territorio. Non si è candidato perché vuole un posto né perché è stato indicato dai partiti, come è successo con Marsilio. Sono stati gli abruzzesi a volere la sua candidatura".
"Il decreto sulle autonomie differenziate che il governo ha annunciato per il 15 febbraio" ha affermato Stefania Pezzopane "riguarda beni e diritti fondamentali. Che farà il prossimo presidente della Giunta abruzzese quando si troverà a discutere l'autonomia differenziata? Ci vuole un presidente autonomo e autorevole per difendere gli interessi dell'Abruzzo, come Legnini, o piuttosto personaggi sbiaditi, succubi dei riferimenti nazionali e del governo di Lega e Cinque Stelle, che farebbero quello che i capi chiederanno, come Marsilio e Marcozzi? Ci vogliono consiglieri regionali finti o chi invece si batterà per la propria terra, come ha dimostrato di sapere fare Pietrucci?"
Anche Pietrucci e Masciovecchio hanno sottolineato il pericolo che può arrivare dall'autonomia differenziata. Per Pietrucci "i territori più deboli sarebbero sempre più deboli e quelli più forti sempre più forti. Mi auguro che alle elezioni di domenica emerga un orgoglio che sia innanzitutto abruzzese. La nostra proposta, mia e di Masciovecchio, porta avanti il principio opposto, parla di crescita ed equità, di un riequilibrio nel caso regionale tra costa e aree interne. Queste ultime devono essere messe nelle condizioni di esprimere le loro grandi potenzialità". Per Masciovecchio quello dell'autonomia differenziata è "un tema importantissimo, di cui in questa campagna elettorale si è parlato troppo poco. Questo processo per l'Abruzzo deve essere gestito da una persona autorevole, altrimenti sono a rischio diritti e servizi, come la sanità".