Lunedì, 25 Febbraio 2019 02:40

Effetto regionali, resa dei conti nel Pd aquilano: iniziata l'era post "triade"

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Il Pd aquilano è ufficialmente entrato nella fase post “triade”.

Ieri, in una lunga e animata riunione convocata per compiere la prima, vera analisi del voto del 10 febbraio, tra i democratici si è consumato uno strappo destinato, forse, a non ricucirsi tanto facilmente.   

Il non soddisfacente esito delle elezioni – fotografato dall’11,14% ottenuto a livello regionale e soprattutto dall’8,8% preso nella provincia dell’Aquila, solo parzialmente riscattato dal 13,2% toccato all’Aquila città – sembra aver scavato un solco tra la base e la vecchia classe dirigente che in questi anni ha controllato il partito e che è identificata, a torto o a ragione, nelle figure di Massimo Cialente, Stefania Pezzopane e Giovanni Lolli.

Non che prima di oggi fossero mancati segnali di malcontento rispetto a un rinnovamento, generazionale ma anche di linguaggio e di contenuti, che tardava a imporsi. Ma i malumori, il dissenso, le richieste di cambiamento, erano rimasti sempre sottotraccia, non erano mai veramente venuti alla luce con nettezza, soffocati un po' dall’istinto di autoconservazione e un po' dal desiderio di salvare le apparenze.

Ieri, invece, la necessità di rompere con il passato si è affermata in maniera forte, in un’assemblea molto partecipata nella quale sia Massimo Cialente che Stefania Pezzopane (Giovanni Lolli era assente), quando hanno preso la parola, sono stati interrotti e anche contraddetti.  

A farsi interprete del “nuovo corso” è soprattutto Pierpaolo Pietrucci, che ha dalla sua buona parte del gruppo dirigente - quello che fa capo al segretario comunale Stefano Albano – ma anche una fetta consistente della base e dei militanti storici.

Nei giorni scorsi, Pietrucci, che non è riuscito a centrare il secondo mandato in consiglio regionale nonostante le 4585 preferenze ottenute, aveva attribuito la sua mancata rielezione all'incapacità del partito di remare unito e coeso in una sola direzione e alla decisione di alcuni maggiorenti locali di appoggiare altri candidati, esponenti e iscritti Pd che avevano scelto di correre nelle liste civiche.

Pur non facendo nomi, era chiaro che l’ex consigliere regionale si riferisse soprattutto a Massimo Cialente, che nemmeno troppo velatamente aveva comunicato il suo endorsement per Francesco Di Paolo e Antonella Santilli (tanto che sarebbe stato proprio Cialente a ottenere la candidatura di quest’ultima). Ma non esente da responsabilità sarebbe stata anche Stefania Pezzopane, più per un certo disimpegno che non per aver sostenuto apertamente altri candidati.

Nell’analisi di Pietrucci, l’unico a salvarsi, non solo per averlo appoggiato senza ambiguità ma anche per aver capito la necessià di assecondare e di favorire la nascita di una nuova fase, sarebbe Giovanni Lolli.

Nel suo intervento di ieri, Pietrucci ha affermato di volersi impegnare per dare continuità al progetto iniziato da Giovanni Legnini, quello della costruzione di un nuovo centrosinistra, ampio e plurale, all’interno del quale dovrà trovare spazio un Pd altrettanto rinnovato, in grado di lasciarsi definitivamente alle spalle sia la tracotanza renziana che quella dalfonsiana e di recuperare il rapporto con il blocco sociale storico della sinistra, quello composto dal mondo del lavoro, dagli ultimi, dagli emarginati e da tutta la fascia dei “non garantiti”.

Non è detto, peraltro, che per Pietrucci i giochi in consiglio regionale siano del tutto chiusi. I ricorsi elettorali annunciati sia da Legnini che da Iampieri potrebbero cambiare la composizione del consiglio regionale e favorire un suo ripescaggio.

Stessa cosa potrebbe accadere qualora per Legnini si aprissero nuove strade, magari sottoforma di altre candidature (alle europee?) o di incarichi a livello nazionale, visto che per molti l’ex vice presidente del Csm è una delle poche personalità spendibili dal centrosinistra per una sua generale rifondazione.

E' presto, comunque, per ipotizzare scenari futuri. Molto dipenderà anche dall'esito del congresso del 3 marzo, nel quale la maggior parte del partito, all'Aquila, a eccezione di Stefania Pezzopane, è schierata con Nicola Zingaretti.

Ultima modifica il Lunedì, 25 Febbraio 2019 13:03

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