Domenica, 24 Marzo 2019 12:54

Elezioni regionali, salgono a sette i ricorsi presentati dagli esclusi

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Salgono a sette i ricorsi elettorali presentati al Tar da parte dei candidati rimasti fuori dal consiglio regionale.

A quelli, già annunciati, di Emilio Iampieri (Forza Italia) e Gianni Bellisario (Azione Politica), si sono aggiunti infatti anche quello di Lucia Ottavi (anch'ella FI) e quelli di Luciano D’Amico (Lista Legnini presidente), Donato Di Matteo (Abruzzo Insieme), Pierpaolo Pietrucci (Pd) e Franco Caramanico (Progressisti-Leu), questi ultimi tutti candidati nella coalizione di centrosinistra che sosteneva Giovanni Legnini.

Le ragioni e le motivazioni alla base delle impugnative, tuttavia, sono differenti.

Se, infatti, l’ex consigliere regionale Iampieri, Gianni Bellisario, sindaco di Perano, e Lucia Ottavi chiedono una diversa attribuzione dei seggi, i cinque esponenti del centrosinistra si appellano invece alla violazione del principio costituzionale di rappresentatività.

Iampieri - non rieletto il 10 febbraio scorso nonostante i 4.173 voti ottenuti - e Bellisario - che ha preso 1.753 voti nella provincia di Chieti - chiedono, in particolare, il parziale annullamento “delle operazioni elettorali, i risultati delle elezioni e l’atto di proclamazione degli eletti nella parte riguardante i consiglieri regionali Febbo e Santangelo, così procedendo alla correzione dei risultati elettorali” e di dare luogo “alla sostituzione dei candidati illegittimamente proclamati eletti con quelli che hanno diritti preferenziali”.

Il ricorso si basa sul calcolo dei resti e sulla necessità di tenere conto della “ponderazione dei voti su base provinciale”, la lettera A contemplata nella norma regionale.

In sostanza, Iampieri sostiene che il terzo seggio a Forza Italia sarebbe dovuto scattare nel collegio della Provincia dell’Aquila, e non in quello di Chieti. Anche Bellisario ritiene che ci sia stato un errore nella ripartizione dei seggi.

In caso di accoglimento, Iampieri entrerebbe dunque al posto del collega di partito Mauro Febbo (5.553 voti), eletto in provincia di Chieti e nel frattempo diventato anche assessore, mentre Bellisario sfilerebbe il posto a Roberto Santangelo (2.645 voti), eletto in provincia dell’Aquila e diventato vicepresidente del consiglio (contro la volontà dei vertici di Azione Politica, che hanno rotto con Marsilio quando quest'ultimo non ha nominato assessore Pierluigi Zelli).

“Mi sono convinto a fare questo ricorso" spiega Iampieri "non nei confronti di qualcuno né contro tantomeno nei confronti di amici e colleghi con i quali da anni siamo in Consiglio regionale, che stimo e rispetto, ma perché ben tre docenti universitari da me interpellati mi hanno sostanzialmente in maniera univoca dato la stessa lettura, secondo cui la legge non è stata applicata correttamente. E pertanto chiedo solo il ripristino della legalità in difesa non della mia persona ma del risultato della lista di Fi nell’intera provincia dell’Aquila”.

Qualora i giudici dovessero dare ragione ai ricorrenti, in Consiglio e in Giunta ci sarebbe una piccola rivoluzione, visto che non solo Mauro Febbo dovrebbe essere sostituito in giunta ma verrebbe escluso dal consiglio Daniele D’Amario (2.253), primo dei non eletti in provincia di Chieti e subentrato grazie alle surroghe. A quel punto, le porte del consiglio si aprirebbero per Lucia Ottavi, candidata nella provincia dell'Aquila per Forza Italia. La Ottavi ha presentato ricorso sulla base delle stesse considerazioni di Iampieri e Bellissario.

I ricorsi presentati da Luciano D’Amico (Lista Legnini presidente), Donato Di Matteo (Abruzzo Insieme), Pierpaolo Pietrucci (Pd) e Franco Caramanico (Progressisti-Leu) si basano invece su una diversa motivazione, che ha sempre a che fare comunque con l'attribuzione dei seggi.

In sostanza, gli esclusi del centrosinistra chiedono al tribunale amministrativo che la ripartizione venga fatta calcolando i voti presi dalla coalizione e non dalle singole liste, contestando l'interpretazione della legge regionale che ha consentito ai Cinque Stelle di prendere due consiglieri in più rispetto al centrosinistra, malgrado Sara Marcozzi e co. avessero ottenuto molti meno voti: il 20%, contro il 33% della coalizione di Legnini.

I ricorsi dovrebbero essere discussi il 3 aprile ma è probabile che l'udienza slitti a maggio. 

Ultima modifica il Domenica, 24 Marzo 2019 18:58

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