Il consiglio regionale ha approvato a maggioranza, con l'astensione del Movimento 5 Stelle e il voto favorevole del centrodestra, l'istituzione di una commissione di inchiesta sul sito di Bussi, proposta da Giovanni Legnini e dai consiglieri di centrosinistra.
"Le finalità" ha detto Legnini nel suo intervento in aula "sono quelle di approfondire e rendere conto ai cittadini abruzzesi sul perché a distanza di ben 12 anni dalla scoperta della mega discarica di sostanze tossiche, dopo 11 anni dalla classificazione e perimetrazione del Sito di interesse nazionale, e a distanza di più di 8 anni da quando il Parlamento, su mia proposta, ha approvato uno stanziamento di 50 milioni di euro per la bonifica, e nonostante sia trascorso un anno e mezzo dall’aggiudicazione della gara, i lavori non sono stati ancora avviati né si ha notizia sul se e quando saranno realizzati e conclusi”.
Le attività della commissione - che sarà la prima commissione d'inchiesta nella storia della Regione Abruzzo - saranno quelle relative alle competenze della Regione che, oltre a dover vigilare e assumere iniziative per tutelare la salute dei cittadini e la salubrità dell’ambiente e delle acque, ha assunto, nel 2016, anche impegni finanziari con la sottoscrizione dell’accordo di programma con il Ministero dell’Ambiente, la Solvay e il Comune di Bussi.
“Mi auguro" ha affermato Legnini "che la commissione provveda a raccogliere tutti gli elementi utili affinchè la Regione possa assumere le opportune iniziative per garantire il bene primario della salute dei cittadini , il disinquinamento e, insieme al Comune di Bussi, la reindustralizzazione del sito. E’ necessario scrivere una pagina che dia certezza alla collettività regionale e un contributo di chiarezza su una delle più gravi emergenze della nostra regione, provvedendo ad acquisire gli atti e le valutazioni provenienti da tutti i soggetti pubblici competenti, dalle associazioni ambientaliste e delle organizzazione sociali”.
Come detto, a votare a favore della commissione, che, per regolamento, durerà almeno sei mesi, è stato tutto il centrodestra: "Mi auguro che a presiederla sia Giovanni Legnini" ha detto il capogruppo della Lega Pietro Quaresimale.
I Cinque Stelle, invece, hanno motivato la propria astensione sostenendo che la bonifica e la reindustrializzazione del sito di Bussi non sono materie di competenza regionale, essendo stato, il sito, dichiarato di interesse nazionale, passando dunque sotto la diretta competenza del governo.
"Inoltre" ha aggiunto la consigliera pentastellata Sara Marcozzi "il lavoro della magistratura sulla vicenda dell'inquinamento del sito di Bussi non è stato specchiato e impeccabile. Non lo dico io ma le cronache. Le sanzioni del Csm nei confronti di magistrati che avrebbero portato a cena giudici popolari per indurli a emettere una sentenza piuttosto che un'altra sono state a mio parere ridicole. E tuto ciò è avvenuto quando il vice presidente del Csm era Legnini. Per questo, pur con tutta la stima che nutro nei confronti di Legnini, credo che forse per ragioni di opportunità politica non dovrebbe essere lui a presidere la commissione".
Il presidente del Consiglio Sospiri: "Un dovere nei confronti degli abruzzesi"
"La Commissione regionale d'indagine istituita sul 'caso' Bussi avrà tre obiettivi da raggiungere entro sei mesi: fare piena luce su quella che è stata una vergogna per la nostra Regione, sollecitare e ottenere l'immediato riavvio delle procedure di bonifica e, contestualmente, perseguire la reindustrializzazione del sito. È un dovere nei confronti delle migliaia di abruzzesi che ancora oggi, a distanza di dodici anni, attendono di conoscere tutta la verità su quella che, in qualche modo, è stata e continua a essere la nostra 'terra dei fuochi'".
È il commento del Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri dopo l'approvazione della legge per l'istituzione della Commissione regionale d'indagine sulla vicenda Bussi.
"Tutti ricordiamo in modo nitido un 'caso' di portata enorme, la scoperta di quella che è stata definita la 'discarica più grande d'Europa', dentro le nostre case, con migliaia di persone che all'improvviso hanno scoperto di vivere su una bomba a orologeria – ha ricordato il Presidente Sospiri -. E ricordiamo le mezze verità emerse giorno dopo giorno, con enormi difficoltà anche per le forze investigative, che hanno faticato a ricostruire una storia cominciata nel secolo scorso. Su Bussi, purtroppo, ancora molto c'è da sapere ed è giusto che la Regione Abruzzo si faccia in qualche modo carico di rimettere insieme, come in un puzzle, i pezzi, o almeno una parte, di quelle carte che avremo modo di leggere, senza sostituirci agli Organi inquirenti, ma lavorando su ciò che è di nostra competenza, amministrativa e politica. Di sicuro la Commissione dovrà lavorare per accendere nuovamente i riflettori su quella vicenda che rischia di essere una delle tante 'insolute' d'Italia, e questo non lo possiamo permettere per rispetto nei confronti di cittadini che temono per la propria salute. E, poiché Bussi non appartiene solo al passato, ma purtroppo anche al nostro presente, dovremo garantire da un lato l'impegno per riavviare la bonifica del sito, dall'altro per cominciare a parlare e a progettare la sua reindustrializzazione".
Blasioli (Pd): "Tanti aspetti ancora da chiarire"
"Penso che sia importante istituire una commissione d'inchiesta su Bussi, perché ci sono ancora aspetti da chiarire, c'è molto lavoro ancora da fare e perché è utile fare lobbying abruzzese per far partire la bonifica" afferma il consigliere regionale Antonio Blasioli.
"È importante averlo fatto e che a farlo sia stato proprio Giovanni Legnini, artefice e finanziatore della bonifica di Bussi nel 2009. Vogliamo sapere perché gli studi epidemiologici sono i grandi assenti del processo in corte d'Assise di Chieti; vogliamo sapere che bonifica è prevista e dire a gran voce che la somma stanziata non è sufficiente; chiediamo perché la manutenzione del capping non viene più effettuata da Solvay dal 2018 e che problemi ci sono per le 700mila utenze a Valle di Bussi (Chieti e Pescara compresi); cosa prevede la reindustrializzazione di Bussi e come si concluderanno i tanti contenziosi aperti: quello civile con Edison e quello tra Edison e la Provincia di Pescara in Consiglio di Stato".
"Le domande, dunque, sono davvero tante e la provincia di Pescara merita risposte certe, come le meritano tutti gli abruzzesi, su quella che fu definita la più grande discarica di rifiuti tossici d'Europa e che un terzo delle acque, sia superficiali (fiumi Tirino e Pescara) sia sotterranee, della regione si concentrano proprio in quest'area".
M5S: "Proposta tardiva e pretestuosa, forse anche propagandistica"
"Una proposta tardiva e pretestuosa e forse anche propagandistica".
Motiva così il consigliere regionale Barbara Stella l'astensione del Gruppo consiliare del M5S alla richiesta del Consigliere Legnini di avviare una commissione di inchiesta per il SIN (Sito di Interesse Nazionale) di Bussi. "Il sito fa capo al Ministero e non alla Regione; oggi, segnando un grande cambiamento con il passato, finalmente abbiamo un Ministro dell'Ambiente che ha preso in mano la situazione del S.I.N.. Se il consigliere Legnini vuole occuparsi di siti inquinati potrebbe indirizzare la sua attenzione sulle competenze di Regione Abruzzo, puntando il focus sui SIR (Siti di Interesse Regionale) come, per esempio, quello di Chieti Scalo, che il proponente della commissione dovrebbe conoscere bene e che attende da anni un intervento efficace ed efficiente delle Istituzioni".
Ad incalzare sul tema è il Capogruppo M5S Sara Marcozzi: "Oltre a essere tardiva, la richiesta di una commissione d'inchiesta arriva nella sede non opportuna. Dopo dodici anni di immobilismo in cui al governo del Paese si sono alternati destra e sinistra senza che niente venisse realizzato, oggi il Ministro del Movimento 5 Stelle Sergio Costa si sta occupando della questione ed ha intrapreso anche procedimenti civili per vedere risarciti i danni causati da chi ha inquinato. Non mi sento, in tutta coscienza, di potermi unire al ringraziamento rivolto dal consigliere Legnini alla magistratura per il lavoro svolto. Parlano le cronache e gli atti processuali. Processi lunghi e fumosi che si sono risolti con prescrizioni. Condotte di magistrati eticamente scorrette liquidate dal CSM, nel periodo in cui Legnini era vice presidente, con provvedimenti disciplinari risibili. Ci auguriamo almeno, per ragioni di opportunità, che il presentatore di questa commissione, il consigliere Legnini, non si proponga come Presidente della Commissione".