Lunedì, 16 Settembre 2019 22:28

Provenzano a L'Aquila: "Aree interne e sostenibilità ambientale le priorità"

di 

Centralità degli enti locali nella programmazione relativa all'utilizzo dei fondi strutturali; strategia di rilancio delle aree interne per ricucire "le fratture tra Nord e Sud e quelle tra città e periferia"; sostenibilità ambientale e sociale alla base delle politiche di coesione.

Queste le linee d'indirizzo tracciate da neo Ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, intervenuto alla tavola rotonda "Disastri naturali, aree periferiche e resilienza", organizzata al Gssi nell'ambito della 40a Conferenza AISRe, Associazione Italiana di Scienze Regionali.

A dieci anni dal sisma del 2009, il convegno ha dedicato particolare attenzione all'analisi delle criticità e delle opportunità di rilancio economico e sociale del processo di ricostruzione in seguito a eventi catastrofici. Temi rispetto ai quali, per il Ministro "c'è bisogno di uno sforzo da parte del Governo. E' necessario affrontare questa sfida non rincorrendo la singola emergenza e il singolo terremoto. Immagino una struttura che, su tutto il territorio nazionale, elabori una strategia da adottare di fronte ai disastri naturali, per offrire a questi luoghi più prospettive di futuro ed uscire dalla logica emergenziale e commissariale".

"Rispetto alla stagione precedente - ha precisato Provenzano - ho voluto fortemente che il mio ministero riassumesse una funzione che richiami non solo il Sud ma soprattutto la coesione territoriale. Vorrei che questo fosse il Ministero dei luoghi, attraversati, in Italia, da fortissime disuguaglianze economiche, sociali, di godimento di diritti di cittadinanza che sono alla base, poi, delle disuguaglianze territoriali e regionali. A partire da quella che ritengo ancora attuale tra Nord e Sud, fino a quelle tra città ed aree interne".

Provenzano ha sottolineato come al centro delle politiche di sviluppo e coesione debba esserci "il tema della diffusione dello sviluppo dell'opportunità e del benessere, per ricucire le fratture e rispondere a un'insicurezza dettata da shock di natura ecoomica, demografica, da crisi ambientali e disastri cosiddétti naturali ma dovuti spesso a una mancanza di politica e attenzione ai luoghi, a come si organizza la convivenza e il futuro".

La soluzione dovrebbe quindi andare oltre "la resilienza" e prevedere strategie di intervento nei luoghi da parte delle istituzioni, basate sulla sostenibilità ambientale e sociale. Il neo Ministro ha quindi rilanciato l'idea, annunciata qualche giorno fa, di un Green New Deal, da sperimentare nel Sud e nei luoghi della coesione, che abbia al centro "l'elemento della prevenzione. La transizione ecologica - ha sottolineato - va governata nel senso dell'equità affinchè i costi non si scarichino sui luoghi e le fasce sociali più deboli della popolazione".

E' qui che si inserisce uno degli elementi "caratterizzanti" della futura azione politica del ministero: il rilancio delle aree interne. "L'opera di ricucitura - ha spiegato il ministro - è soprattutto sociale e richiama il tema della qualità della vita democratica delle aree interne. Luoghi distanti non solo dall'offerta di servizi essenziali ma anche dai centri in cui ci sono le occasioni di occupazione. Il 60% del territorio nazionale è fatto di aree interne dove vive circa il 40% della popolazione. E' questo un tema che si deve riempire di strumenti che sanciscano un diritto a restare in quei luoghi, e non è solo un tema del Sud. E' lo stesso diritto che c'è in una valle piemontese, lombarda a non spopolarsi, a non vedere tutte le opportunità concentrate in quei centri rispetto ai quali c'è un fossato che li separa dal resto del territorio. Dobbiamo capire come si costruiscono ponti per superare queste disuguaglianze".

Quindi il riferimento alla preoccupazione, espressa qualche giorno fa, sull'assorbimento dei fondi europei. Il MInistro ha ribadito come tra le sue priorità ci sarà quella di mettere al sicuro le risorse dell'attuale ciclo per non correre il rischio del loro disimpegno da parte dell'Ue. "Dobbiamo salvare la programmazione comunitaria dei fondi strutturali attraverso un impegno degli enti locali. Probabilmente riusciremo ad affrontare l'emergenza anche quest'anno, ma emergenze che si accumulano di anno in anno, rischiano di compromettere a fondo l'efficacia, la forza e persino il senso delle politiche di coesione. Le istiuzioni locali possono essere cruciali da questo punto di vista".

Nel ribadire la centralità del sistema educativo nel rilancio del mezzogiorno e delle aree interne, ha sottolineato come "tra le missioni dello sviluppo e della coesione territoriale deve esserci quello del trasferimento tecnologico e realtà come il Gssi - ha concluso - dimostrano che anche il Sud è in condizioni di fare grandi investimenti nella ricerca, che finora, hanno riguardato solo il nord".

Ultima modifica il Lunedì, 16 Settembre 2019 23:44

Articoli correlati (da tag)

Chiudi