In serata, la Giunta regionale riunita in seduta straordinaria ha approvato il bilancio di previsione 2020, la relazione previsionale e programmatica ed il bilancio pluriennale 2020/2022, scrivendo così la parola fine su una lunghissima giornata che ha mostrato una maggioranza scossa da profonde tensioni interne.
"Si tratta di un bilancio che tratta temi centrali dell'economia regionale: aree interne, impiantistica sportiva, sanità, agricoltura, costa e molto altro. Insomma un insieme di novità che impattano positivamente con investimenti importanti per ridare vigore al territorio", ha sottolineato l'assessore con delega al bilancio Guido Quintino Liris. "Con l'approvazione del bilancio abbiamo fatto nostre le indicazioni arrivate dal Cal, il Consiglio delle autonomie locali". Ha aggiunto il governatore Marco Marsilio, che ha presieduto la Giunta di ritorno dagli Stati Uniti: "L'approvazione mette in evidenza ancora una volta le tante chiacchiere a vuoto dei consiglieri di centrosinistra che per giorni hanno accusato la giunta di essere lenta e di non approvare il bilancio. Chi è attento e ha seguito le vicende politiche degli ultimi anni ha scoperto che proprio la giunta D’Alfonso, nel 2016, approvò il bilancio l'11 dicembre e lo scorso anno il 13. Date che rispondono da sole alle falsità lanciate dalle forze di opposizione e che ribadiscono il lavoro virtuoso degli assessori che si sono impegnati per ridare vigore all'intera Regione e impulso alle attività dell'intero territorio".
Parole che non stemperano, però, il nervosismo della maggioranza alla guida della Regione.
A rendere manifesti i mal di pancia malcelati degli ultimi mesi, la nomina di Paolo Gatti come giudice non togato della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti - un incarico da 200mila euro l'anno per cinque anni che la Regione si sarebbe potuto risparmiare - condivisa dal presidente dell'assise Lorenzo Sospiri col governatore Marco Marsilio; una decisione squisitamente politica, da inserire in una cornice che vede Sospiri in avvicinamento a Fratelli d'Italia.
Una nomina duramente contestata dalla Lega e da Forza Italia.
La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi, stamane in Consiglio ha sottolineato come "sia necessaria la revoca della designazione in autotutela, in modo da evitare il rischio di nullità della nomina e un eventuale danno erariale non indifferente alle casse della Regione, che altrimenti pagherebbe profumatamente una persona incaricata attraverso una procedura sbagliata e impugnabile". Di fatto, al Presidente del Consiglio Regionale è stata conferita la delega per quanto riguarda le nomine e non le designazioni, come previsto dall'art. 142 del Regolamento del Consiglio Regionale. Ebbene, "nel caso di specie - ha sottolineato Marcozzi - ci troviamo dinanzi ad una designazione. Si tratta di due istituti diversi e che hanno efficacia attraverso procedimenti difformi l'uno dall'altro. La designazione non prevede, ai sensi del 142, la possibilità di delega e, dunque, deve passare attraverso il voto del Consiglio regionale".
Più chiaro di così.
Il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, ha annunciato che nella prossima seduta della conferenza dei Capigruppo darà la risposta ufficiale sul quesito posto dal Movimento Cinque Stelle.
Sta di fatto che le tensioni in maggioranza hanno fatto mancare il numero legale, costringendo la presidenza ad una sospensiva per richiamare il 16esimo consigliere utile per ritrovare i numeri e andare avanti; l'assise ha comunque approvato alcuni provvedimenti e, tra gli altri, l'istituzione dell'agenzia regionale di Protezione civile. Già in mattinata, in effetti, nelle Commissioni il clima era tesissimo tanto che sono stati ritirati due provvedimenti su richiesta della Lega; il primo, intendeva stanziare 90 mila euro per celebrare il 50esimo anniversario dell'istituzione delle Regioni, come da proposta del vice presidente del Consiglio Roberto Santangelo; il secondo, presentato da Guerino Testa (FdI) sotto forma di emendamento al progetto di legge 87 - quello finalizzato ad apportare alcune modifiche alle leggi regionali 9 del 2019 e 40 del 2010 con riferimento all’istituto del vitalizio e della indennità a carattere differito, nonché a rifinanziare ulteriormente per l’esercizio 2019 la legge regionale 49 del 2017 che disciplina i benefici economici a favore delle piccole e piccolissime imprese del cratere del sisma 2016 - andava a stanziare contributi pari a 150mila euro per l'acquisto, in favore di una ventina di Comuni, di attrezzature di Protezione civile e assistenza alla popolazione
D'altra parte, l'ostruzionismo della Lega era annunciato: "siamo il primo partito in Abruzzo, il primo della coalizione - aveva rivendicato ieri il segretario regionale Luigi D'Eramo stigmatizzando la nomina di Gatti - è evidente che spetta a noi principalmente dettare l'agenda politica rispetto agli impegni che abbiamo assunto. Abbiamo sempre detto che sulle scelte importanti ci doveva essere e ci deve essere condivisione totale da parte di tutte le componenti della maggioranza. A noi spetta anche il compito di vigilare all'interno della coalizione ogni situazione che viene portata avanti, perché essendo il primo partito c'è il rischio che possano esserci ricadute negative anche nei confronti della Lega che magari non è l'attrice di scelte che si stanno facendo. Abbiamo questo doppio compito: dell'azione e della responsabilità".
Con queste parole, D'Eramo ha evocato una verifica di maggioranza, come era già accaduto in estate.
E non è un caso, dunque, che il Carroccio abbia messo nel mirino l'assessore al bilancio Guido Quintino Liris: "Con stupore leggiamo sulla stampa le dichiarazioni dell'assessore Liris in merito ad un incontro tenuto con il commissario prefettizio del comune di Avezzano, dove sembrerebbe aver avuto banco il tema della sanità", l'affondo dei consiglieri regionali della Lega; "un incontro che ci sentiamo di etichettare come 'inopportuno', sia nel merito che nel metodo. Vorremmo sottolineare che la sanità è una delega specifica dell'assessore della Lega Nicoletta Verì. Invitiamo caldamente l'assessore Liris, dunque, ad occuparsi del bilancio regionale, settore per il quale è stato delegato dal Governo regionale, che visti i ritardi di questi giorni, necessita di un lavoro attento e approfondito".
Una vera e propria stoccata.
Ritardi dovuti agli scontri tra l'assessore delegato e il collega di giunta Mauro Febbo, in particolare, che sono stati risolti in serata, con la mediazione del presidente Marsilio.
Sul piede di guerra le opposizioni: "La luna di miele nel centrodestra è ufficialmente finita: oggi le tensioni che da mesi attraversano la Giunta a trazione leghista hanno contagiato anche il Consiglio, dove per la prima volta in 9 mesi è caduto il numero legale", ha messo nero su bianco il capogruppo Pd Silvio Paolucci. "Dall'insediamento hanno pensato solo a nomine e poltrone ed è singolare che il malumore si sia traferito sul Consiglio proprio per via di uno scranno che la Lega non ha condiviso e digerito", il riferimento chiaro alla vicenda Gatti. "Dapprima sono stati costretti al ritiro delle solite 'leggi mancia', successivamente è venuto meno il numero legale durante i lavori del Consiglio regionale. Come al solito, gli effetti di questo duello fra alleati lo sconteranno gli abruzzesi, che hanno già sulle spalle quasi dieci mesi di governo improduttivo, penalizzante e scellerato, perché non ha prodotto altro che problemi e ritardi. L'ultimo ritardo, pesantissimo, è quello sul Bilancio, che viene dopo quello sulla presentazione del Defr, documento di programmazione che ha avuto una gestazione inutilmente lunga, considerato il contenuto approssimativo dell'atto. Dal documento si evince chiaramente che la maggioranza non ha né partecipato né letto l'atto di programmazione: gli attacchi della Lega verso Liris lo confermano. E così non resta che comprimere gli spazi per dare poco tempo, forse alla stessa maggioranza, di alzare le barricate in vista dell'approvazione di atti fondamentali che non sono stati discussi nemmeno al loro interno".
Quanto ai lavori di aula, "stamane è stato sventato l'ennesimo emendamento mancia" la stoccata di Paolucci. "Infatti, nel mentre il nostro disegno di legge, che avrebbe erogato alle Province 400.000 euro da destinare al piano neve, giace da luglio in attesa di essere esaminato dalla Commissione competente, ecco che in quella di Bilancio piomba una normetta da 150.000 euro a soli 20 Comuni, senza specificare nulla sui criteri della scelta, né su quelli della ripartizione delle quote che andavano da 10.000 a 4.000 euro. Emendamento che dopo le nostre rimostranze è stato ritirato. Altro che prima gli abruzzesi: prima gli amici. E gli abruzzesi, come al solito, aspettano. Una vera tristezza".