Il Consiglio regionale, a maggioranza, ha approvato la norma che prevede l'estinzione della fondazione Ciapi, ente di formazione regionale da anni in sofferenza.
Sulle barricate le forze d'opposizione; al momento del voto, i consiglieri regionali del centrosinistra e del M5S hanno abbandonato l'aula.
La legge prevede la nomina di un commissario esterno entro 30 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento: a sceglierlo tra soggetti esterni all'amministrazione sarà la Giunta regionale che dovrà determinarne tempi, poteri e compenso a valere sulle spese della procedura di liquidazione della medesima Fondazione.
Bordate da Sandro Mariani (Abruzzo in Comune), Domenico Pettinari (Movimento 5 Stelle), Silvio Paolucci (Partito democratico) e Giovanni Legnini (Legnini presidente), che hanno sottolineato come l'esecutivo abbia deciso di non farsi carico dei 30 dipendenti, una parte dei quali presenti in aula, che non percepiscono da anni il compenso, ignorando la difficoltà oggettiva di mettere in vendita lo stabile, operazione su cui si impernia la liquidazione.
Non solo.
Le opposizioni hanno ricordato che l'assessore Mauro Febbo, oggi assente, allorquando sedeva sui banchi dell'opposizone aveva dato battaglia per il salvataggio e il rilancio del Ciapi. Non si è fatta attendere la replica di Febbo, di ritorno da Roma dove era impegnato al Ministero per lo Sviluppo Economico per salvaguardare il futuro di 1500 lavoratori abruzzesi della Lfoundry. "Oggi è stata approvata la norma che prevede l'estinzione della fondazione Ciapi, e non dell’Ente, che aveva in carico un solo dipendente ormai messo a riposo. Noto come alcuni esponenti del Partito Democratico cercano di fare opposizione urlando con lo scopo di attirare l’attenzione ma creano solo uno spettacolo indecoroso, ben conoscendo le reali responsabilità della loro ex maggioranza". Febbo ha aggiunto che "ad avviare il declino del Ciapi è stata la precedente amministrazione, che ha revocato l’accreditamento nel marzo 2018, gli ha negato la personalità giuridica e non ha nominato l’amministratore o il legale rappresentante per ben 5 anni, quindi non approvando i relativi bilanci: grave mancanze che ne hanno segnato definitivamente il destino".
Mariani: "Decisione piena di ombre"
"Con 15 voti favorevoli dei Consiglieri di maggioranza è stato approvato dal Consiglio regionale oggi a Pescara, lo scioglimento della Fondazione per l'alta formazione (centro interaziendale addestramento professionale industria). Sono diverse le ombre politiche e di legittimità sulla decisione". A dichiararlo è Sandro Mariani capogruppo di Abruzzo in Comune che sottolinea: "Il centro destra con l'Assessore Mauro Febbo a capo, ha per anni urlato nelle aule della Regione, continuando in campagna elettorale, di avere tutte le ricette per rilanciare la partecipata. Oggi (Febbo assente) la maggioranza ha deciso di staccare la spina senza nemmeno preoccuparsi di salvaguardare, ricollocandole, le maestranze presenti in Ciapi". "Le opposizioni si sono battute, argomentando perplessità e strade alternative, è stato anche consigliato di posticipare la decisione per permettere alla Giunta regionale di raggiungere un accordo con i lavoratori, ma la maggioranza - ha aggiunto Mariani - latitante sull'argomento da Luglio scorso, ha preferito la via dello scioglimento". "Il progetto di legge, infatti, arriva in Consiglio su proposta della Giunta regionale che lo aveva deliberato proprio ad inizio luglio 2019 anche qui in assenza dell'Assessore Febbo. Il 21 luglio nella conferenza capigruppo erano stati ricevuti i lavoratori di Ciapi e l'Assessore Febbo aveva garantito ogni azione per tutelare i dipendenti, dicendo che avrebbe esplorato ogni possibile soluzione. Oggi, ha preferito restare a Roma anziché assumersi le sue responsabilità". In conclusione per Mariani: "Una scelta politicamente miope perché la Regione rinuncia all'unico strumento per la formazione che possiede. Nulla di nuovo per un Governo regionale che in 10 mesi non ha prodotto una sola legge rilevante per l'Abruzzo".
Pettinari: "Inaccettabile che lavoratori non siano stati ascoltati"
"Ritengo vergognoso il provvedimento approvato in Consiglio regionale riguardo alle norme per l'estinzione del Ciapi ed è inaccettabile che la delegazione dei dipendenti che oggi è venuta in Consiglio a dimostrare le proprie paure per il futuro non sia stata neanche ascoltata dalla maggioranza".
Ad affermarlo è il Vice presidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che prosegue: "La Giunta regionale si prende la responsabilità di lasciare per strada 15 dipendenti dal momento che, oltre a estinguere la fondazione, è stato espresso anche parere favorevole per l'estinzione che riguarda l'associazione vera e propria".
"Si sta vivendo una situazione grave a cui, semplicemente, non saremmo dovuti arrivare. La nostra proposta era quella di riconvertire e valorizzare l'ente o quanto meno, prima di decretarne la fine, ricollocare i lavoratori. È una pratica effettuata per ogni società partecipata di Regione Abruzzo, non si capisce perché, invece, il Ciapi venga lasciato in abbandono. Adesso i dipendenti non solo non hanno certezze sul loro futuro, ma non sanno neppure se riceveranno mai i tre anni arretrati di stipendio. Ho chiesto alla Giunta più volte quali fossero le loro intenzioni e non ho mai avuto una risposta concreta. Oggi il centro destra ha sulla coscienza il futuro di tante famiglie abruzzesi che sono state abbandonate".