Clamoroso strappo in seno alla Lega abruzzese.
A sorpresa, se ne va sbattendo la porta l'oramai ex capogruppo in Consiglio regionale Pietro Quaresimale, tra i più votati del partito alle elezioni del 10 febbraio dell'anno scorso con 8.700 preferenze: passa al gruppo misto.
A quanto si apprende, Quaresimale sarebbe vicino al passaggio in Fratelli d'Italia: per questo, da giorni si parlava di un avvicendamento al comando del gruppo leghista, con la segreteria regionale che stava pensando ad Emiliano Di Matteo.
Con l'addio di Quaresimale la Lega passa da 10 consiglieri a 9, mantenendo i 4 assessori in Giunta.
"Mi corre l'obbligo segnalare che è mancata, nel tempo ancora più consistentemente, un'effettiva collaborazione tra la compagine amministrativa e quella assembleare. Più volte ho inteso rendere il lavoro molto più collegiale, con scarsissimi risultati, ed alla fine ho maturato l'idea, mio malgrado, di non sottostare più a decisioni terze che, talvolta, e in in più occasioni, ho condiviso proprio per il dovuto spirito di corpo, che adesso è venuto meno", l'affondo di Quaresimale; un affondo neanche troppo velato al coordinatore regionale Luigi D'Eramo.
"Aggiungo che tale volontà era stata preventivamente espressa a soggetto di forte rappresentatività nella Lega, senza aver ottenuto riscontro alcuno. Ringrazio chi ha creduto in me ma ritengo davvero di poter svolgere un lavoro ben più proficuo per la comunità che mi ha eletto con circa 9.000 preferenze, non avendo più zavorre ai piedi".
Caustico il commento del capogruppo del Pd, Silvio Paolucci: "L’addio di Quaresimale alla Lega è la conferma di una spaccatura sempre più profonda nella maggioranza regionale, che spiega in modo chiarissimo qualità e livello di questo governo. Abbiamo più volte denunciato illegittimità e inopportunità nel modus operandi della Lega - ha sottolineato Paolucci - oggi abbiamo una conferma importante del clima che ha governato fin qui le scelte di Marco Marsilio e della maggioranza, con diktat troppo spesso imposti per via degli obiettivi politici romani, com’è accaduto con il referendum elettorale, o le norme manifesto riprodotte dalla segreteria nazionale della Lega e di Fratelli d’Italia, o ancora più spesso legate alle varie nomine, tutti temi che sono ben lontani dalle questioni dell’Abruzzo. Prendiamo atto, per ora, che a un anno appena dall’elezione, la compagine che è stata chiamata a governare la nostra Regione è già divisa e molto indebolita, con ripercussioni che, purtroppo si ripercuotono sul ritmo e la qualità amministrativa, che sono fin qui stati molto deludenti per l’Abruzzo".