“Ci sono motivazioni sia politiche sia amministrative che mi hanno spinto ad abbandonare questa maggioranza. Per rispetto di un accordo politico nazionale e per responsabilità istituzionale, fino ad oggi, ho pensato che le cose potessero cambiare ma nei fatti non è stato proprio così. E i fatti sono molto chiari”.
E’ quanto ha dichiarato il Consigliere regionale Marianna Scoccia durante la conferenza stampa di questa mattina a Pescara con la quale ha ufficializzato l’abbandono della maggioranza di centrodestra all’Emiciclo. “La mia candidatura – ha spiegato Scoccia - è frutto di un accordo tra l’onorevole Cesa e i vertici nazionali del centrodestra, così come più volte dichiarato pubblicamente dallo stesso Cesa. Nonostante questo, subito dopo la presentazione delle liste, sono stata oggetto di ripetuti attacchi da parte del Presidente Marco Marsilio e di altri esponenti politici, in particolare l’onorevole Luigi D’Eramo, che hanno a più riprese dichiarato che l’Udc era fuori dalla coalizione di centrodestra. L’atteggiamento non è mutato nemmeno durante questo anno, nel quale l’Udc è stata appositamente tenuta fuori dal Governo regionale e ovviamente dalla scorpacciata di nomine effettuate da questa maggioranza. Il nostro coinvolgimento si è limitato ad inviti, alterni e discontinui, a partecipare a riunioni di maggioranza di facciata dove, nella maggior parte dei casi, non si è mai deciso nulla. Ciò nonostante, ho sentito il dovere di sostenere sempre lealmente tanti provvedimenti di questa maggioranza".
Ad avvalorare la decisione, ha aggiunto la consigliera regionale e sindaco di Prezza, oltre a motivazioni politiche, ci sono delle ragioni di tipo amministrativo. “Ci sono alcuni temi su cui sono entrata in evidente contrasto con questa giunta regionale. Abbiamo avuto un assessore regionale alla sanità del tutto assente che si è limitato a qualche apparizione pascolante negli uffici della regione. Emblematico è l’atto con il quale è stata programmata la gestione e il contenimento dell’epidemia. Non abbiamo mai avuto, infatti, un piano straordinario e strutturato per affrontare l’emergenza. Questa disorganizzazione è emersa chiaramente, durante quelle drammatiche settimane di marzo, con Ospedali che la sera venivano individuati come Ospedali covid e la mattina successiva venivano individuati come Ospedali no covid. Non è stato stabilito un protocollo per le strutture sanitarie private e questo ha determinato ciò che è accaduto alla clinica San Raffaele di Sulmona, all’interno della quale è partito un vero e proprio focolaio che ha messo a repentaglio la salute di un intero territorio. Abbiamo registrato il caos totale nella gestione delle diagnosi del virus, con tamponi che venivano processati dopo 15 giorni e in centinaia di casi addirittura anche smarriti. Abbiamo avuto un assessore che, piuttosto che concentrarsi sulle azioni da intraprendere, ha perso del tempo per rilasciare comunicati stampa e dichiarazioni con l’unico scopo di delegittimare le iniziative che nei vari territori venivano prese dai sindaci. Per concludere, quindi, non posso che ritenere assolutamente scadente l’azione che questa giunta regionale ha messo in campo per contrastare la pandemia”.
Non solo.
“Sul versante dell’agricoltura – ha aggiunto Scoccia - abbiamo, invece, un assessore 'molto Imprudente', che si è battuto tanto per la riforma dei consorzi di bonifica (definita epocale); per me, al contrario, di epocale c’è solo il disastro a cui rischiano di andare incontro gli agricoltori. Anche sul tema del lavoro tocchiamo un tasto dolente. Passiamo da un assessore pascolante ad un assessore evanescente. Sulla cassa integrazione straordinaria, infatti, siamo stati la bandiera nera delle regioni italiane. Ho apprezzato in tal senso l’ammissione coraggiosa ed onesta da parte del Presidente Sospiri quando ha riconosciuto pubblicamente che le cose non andavano”.
Ebbene – ha rimarcato Scoccia, a valle di un affondo durissimo alla Giunta e, in particolare, agli esponenti della Lega - "qui ci troviamo di fronte ad un Presidente di Regione che non è al fianco degli abruzzesi ma al fianco di Giorgia Meloni. Per questo la mia coscienza mi impone di comunicare ufficialmente l’uscita dalla maggioranza. Io sono stata, sono e sarò sempre dalla parte degli abruzzesi. Ma credetemi, quello che più mi indigna, come rappresentante delle Istituzioni e come cittadina di questa meravigliosa terra è il fatto che Marsilio abbia permesso che l’Abruzzo diventasse il bancomat di Fratelli d’Italia”.
Come previsto, Marianna Scoccia si è limitata ad annunciare il suo 'passaggio' all'opposizione, con la maggioranza di centrodestra che, dunque, si assottiglia. Tuttavia, è fatto noto che la sindaca di Prezza sia in rotta verso 'Italia Viva' col partito di Matteo Renzi che, così, farà ingresso ufficialmente all'Emiciclo.
L'annuncio dovrebbe arrivare nei prossimi giorni: non è un mistero che il gruppo di 'Italia Viva Centro Abruzzo', costituito da amministratori della Valle Peligna e 'guidato' da Fabio Pingue, all'opposizione del sindaco di Sulmona Annamaria Casini considerata 'creatura' politica dell'ex assessore regionale Andrea Gerolosimo e di Marianna Scoccia, si siano detti assolutamente contrari all'ingresso nel partito dei due politici; divergenze che, obtorto collo, si sarebbero appianate. E c'è chi è pronto a giurare che per Gerosolimo sia già pronto un incarico presso il Ministero dell'Agricoltura guidato dalla 'renziana' Teresa Bellanova.
Paolucci su maggioranza: “Marsilio perde i pezzi, ma non il vizio di fare propaganda con la Meloni”
"La maggioranza di centrodestra perde i pezzi e l’Abruzzo è sempre di più una colonia romana".
Questo il commento del capogruppo PD in Consiglio Regionale Silvio Paolucci dopo la conferenza di oggi in cui la consigliera Scoccia ha annunciato il suo abbandono.
"La mancanza di governance sulla gestione che l’esecutivo ha fatto dell’emergenza sanitaria, l’ingolfamento della cassa in deroga diventato un caso nazionale e che ha lasciato migliaia di lavoratori senza reddito nel pieno del lockdown e, poi, il pasticcio delle ordinanze, la propaganda per illudere famiglie e imprese, il braccio di ferro con la Lega ad ogni provvedimento importante, tutti questi sono fatti realmente accaduti – sottolinea Paolucci – che danno bene la dimensione dei limiti di questa maggioranza, litigiosa, attenta solo a coltivare potentati e lobby per restare al governo, utilizzando strumenti d’altri tempi quali le nomine e i contributi a pioggia".
L’ultimo passo di questo cammino in crescendo è il mega condono da 162 milioni che "la Giunta si prepara a varare e che gli abruzzesi pagheranno, una manovra vergognosa che abbiamo condannato e che ci apprestiamo a portare all’attenzione degli organi terzi e contabili. Una vera e propria escalation, da cui, come in questo caso, qualcuno si dissocia, paradossalmente resa possibile dalla liquidità riconquistata dalla Regione dopo cinque anni di duro lavoro che il centrosinistra ha portato avanti per rimettere a posto i conti e avere risorse che, in poco più di un anno di governo, il centrodestra sta sperperando. Una situazione, infine, che dimostra che a Marsilio e alleati dei bisogni della comunità non importa granché, perché fanno scelte che sono lontane dagli abruzzesi, attuano politiche di rimbalzo da Roma, di cui ci siamo scoperti colonia, 'Fratelli d’Abruzzo' della Meloni e dei sovranisti, pronti a fare eco ai loro diktat di turno per un obiettivo che di certo è politico, e la confusione portata dalla gestione dell’emergenza Covid lo ha dimostrato, ma non riguarda gli abruzzesi”.