Sbatte la porta Roberto Verdecchia, il 'fu' candidato del Partito Democratico alle amministrative di settembre.
Con una lettera al segretario provinciale Francesco Piacente e con un'altra missiva indirizzata al segretario nazionale Nicola Zingaretti, l'avvocato avezzanese, già assessore all'ambiente della giunta guidata da Gianni Di Pangrazio, ha denunciato "lo spiacevole episodio verificatosi, 'manu militari' da parte del segretario regionale Michele Fina", colpevole di aver "remato in altre direzioni", di aver lavorato cioé, così sostiene Verdecchia, ad una convergenza politica dei dem sulla candidatura civica di Mauro Babbo, che ha già incassato il consenso di Italia Viva.
Per questo, Verdecchia ha ritirato la sua candidatura dimettendosi "dal partito e dalle cariche ricoperte", in protesta "verso chi non ha mai avuto relazioni col territorio e, soprattutto, consensi elettorali, non avendo mai avuto il coraggio di candidarsi, neanche all'interno del suo condominio".
Una decisione attesa, e prevedibile d'altra parte, considerato che da giorni, oramai, si parla di un accordo tra il Pd e Babbo che, a questo punto, sarà il candidato unitario di una coalizione larga di centrosinistra.
Ed ora, c'è chi si dice convinto che Verdecchia potrebbe sostenere proprio Di Pangrazio che, nei giorni scorsi, ha lanciato la sua candidatura a capo di una coalizione di liste civiche. "Come avevo già previsto, insieme a tanti altri cittadini, neanche per le prossime elezioni amministrative avremo la possibilità di votare Roberto Verdecchia in qualità di candidato sindaco per la città di Avezzano", le parole del sindaco uscente e coordinatore provinciale di Forza Italia Gabriele De Angelis. "Il Pd, partito di governo strutturato a livello nazionale e con larga esperienza in queste cose, molto probabilmente ha capito subito con chi aveva a che fare. Verdecchia ha rappresentato un 'tappo' per l’allargamento della coalizione riducendo al minimo le possibilità di costruire nuove alleanze, motivo per cui, dopo la notizia della sua a questo punto presunta candidatura, nessuno, e dico nessuno, degli esponenti locali, provinciali e nazionali del suo partito ha speso mezza parola in appoggio a questa ipotesi. Probabilmente è stata una imposizione al Pd da parte dello stesso Verdecchia, mal digerita da tutti ed arrivata guarda caso esattamente il giorno dopo la mia dichiarazione di una sua atavica mancata candidatura a sindaco della città. Ce ne faremo sicuramente una ragione, del resto siamo abituati da vent’anni a vederlo nascosto in seconda fila", la stoccata velenosa di De Angelis.
Che ha poi aggiunto: "Aspettiamo dunque, anche questa volta, la sua discesa in campo a supporto di chi ha già sostenuto in passato"; Di Pangrazio, evidentemente. "Come a dire: si continua a guardare indietro e mai avanti".
Staremo a vedere.
C'è da chiedersi se Di Pangrazio avrà davvero la forza di costruire 4 o addirittura 5 liste civiche, come si è fatto intendere; in realtà, c'è chi si dice convinto che non sarà affatto semplice, anzi, e che la discesa in campo dell'ex sindaco di Avezzano vada letta, piuttosto, come un'operazione volta a sottrarre 'terreno' a Mauro Babbo se è vero, sostegno i 'maligni', che c'è un rapporto consolidato con il 'leghista' Gianfranco Giuliante e con Fabrizio Di Stefano, candidato sindaco del Carroccio a Chieti.
E c'è da chiedersi, a proposito di De Angelis, se Forza Italia tirerà dritto sulla candidatura di Anna Maria Taccone: di nuovo, pare improbabile che gli azzurri riescano a costruire un cartello di liste a supporto della presidente di Aciam, a meno di non credere a chi, tra gli esponenti regionali della Lega, si dice certo ci sia un accordo tra il sindaco uscente e l'uomo forte della Valle Peligna, Andrea Gerosolimo. Il tempo stringe, però, e tutto lascia credere che, in realtà, la spaccatura nel centrodestra verrà ricucita col ritiro della candidatura della Taccone e la convergenza sul nome di Tiziano Genovesi. E chissà con quale contropartita per De Angelis e per il coordinatore regionale degli azzurri Nazario Pagano.