Si fa di giorno in giorno più tesa l'atmosfera in seno al centrodestra regionale, 'spaccato' verso le elezioni amministrative del 20 e 21 settembre.
Ed in particolare, sono ridotti ai minimi termini i rapporti tra Lega e Forza Italia: una situazione che rischia di incrinare gli equilibri in seno alla Giunta regionale e che potrebbe avere ripercussioni anche sulla crisi di maggioranza deflagrata tra le forze di maggioranza al Comune dell'Aquila, non ancora risolta e rinviata a dopo le celebrazioni della 726esima Perdonanza Celestiniana.
Ieri, il coordinatore regionale della Lega Luigi D'Eramo si è scagliato contro l'assessore regionale Mauro Febbo, autosospesosi da Forza Italia in disaccordo con la candidatura di Fabrizio Di Stefano a guida della coalizione di centrodestra a Chieti; di fatto, sebbene la segreteria regionale azzurra abbia ribadito il sostegno all'esponente leghista, Forza Italia non ha presentato una lista a supporto: d'altra parte, gli esponenti chietini si sono schierati con Febbo che ha dato vita alla lista civica Forza Chieti in sostegno alla candidatura di Bruno Di Iorio.
Nelle settimane passate, D'Eramo aveva chiesto un passo indietro all'assessore regionale, trovando però un muro alzato dal presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri e dal sottosegretario Umberto D'Annuntiis, esponenti forzisti ma vicinissimi al governatore di Fratelli d'Italia Marco Marsilio. Ieri è tornato alla carica: a scatenare la reazione del coordinatore leghista, la presa di posizione del dirigente regionale Giancarlo Zappacosta che, a margine della presentazione delle liste a supporto di Di Iorio, avrebbe dichiarato che Febbo è 'l’unico che lavora in Regione e che spesso deve occuparsi di cose che non gli competono perché altri non lo fanno'.
"Dopo l’assurda presa di posizione dell’assessore regionale Mauro Febbo, autosospesosi da Forza Italia pur di non sostenere il candidato del centrodestra a Chieti, Fabrizio Di Stefano, pensavamo di averle viste tutte. Evidentemente ci siamo sbagliati", il commento di D'Eramo. Che ha aggiunto: "La Lega ritiene intollerabile una tale presa di posizione, non veritiera e assolutamente offensiva nei confronti degli altri assessori e del personale tutto dell’ente. Se Febbo, componente dell’esecutivo regionale, e Zappacosta, suo fido dirigente, ritengono che in Regione Abruzzo le cose non vanno come dovrebbero, si dimettano immediatamente dai loro rispettivi incarichi e, allora sì con piena legittimazione, si occupino solo di politica proponendosi come alternativa all’attuale maggioranza. Non è ammissibile che un componente della giunta possa schierarsi contro la sua stessa maggioranza e, per di più, avallando una simile presa di posizione da parte di un dirigente del suo settore". Dunque, la stoccata: "Basta con le pantomime di circostanza: Forza Italia prenda atto che non è sufficiente una sospensione dal partito per giustificare il 'liberi tutti'. La Lega annuncia fin d’ora che, a prescindere dall’esito elettorale, chiederà che la vicenda venga esaminata ai massimi livelli in Regione".
Non bastasse, stamane D'Eramo è tornato all'attacco. Stavolta, ad irritare la Lega è stata la presa di posizione di 7 consiglieri comunali di Pianella che hanno chiesto le dimissioni del sindaco leghista Sandro Marinelli. "Ci sta tutto che il Pd faccia il proprio gioco di opposizione, essendosi proposto alle elezioni come alternativa al nostro sindaco, ma che a tale gioco al massacro partecipino consiglieri comunali di Forza Italia ed eletti nella maggioranza, con la regia dell’attuale presidente del Consiglio regionale e coordinatore provinciale del partito, è inaccettabile", le parole di D'Eramo che ha messo nel mirino Lorenzo Sospiri.
"Siamo ai minimi livelli di lealtà politica", ha aggiunto il deputato e coordinatore regionale della Lega; "tengo a sottolineare che il primo cittadino di Pianella, esponente di rilievo della Lega in Abruzzo, è uomo dal grande consenso. Stimato per le qualità etiche e amministrative, guida un’amministrazione che rappresenta la nostra regione dinanzi alla Commissione Europea per il premio Regiostar alle best practice delle amministrazioni comunali. Non consentiremo a chi ricopre importanti ruoli istituzionali, grazie al preponderante consenso leghista, il prosieguo di schemi politici improntati sul proprio ego che vengono meno alle caratteristiche di lealtà e di responsabilità necessarie per sedere sullo scranno più alto del Consiglio regionale", lo schiaffo a Sospiri. "La squadra della Lega ha dimostrato con i fatti di essere la forza politica più votata, più seria e affidabile del panorama regionale".
Insomma, il clima è davvero incandescente. Se si aggiunge che ad Avezzano non passa giorno senza che ci sia un botta e risposta tra il candidato della Lega Tiziano Genovesi e la candidata di Forza Anna Maria Taccone, si capisce bene che le tensioni di questi giorni sono destinate ad acuirsi con l'avvicinarsi dell'appuntamento elettorale e, inevitabilmente, avranno strascichi pesanti all'indomani del voto, qualsiasi sarà il responso delle urne.
Una situazione che sta mettendo a nudo le spaccature in seno alla maggioranza che guida Regione Abruzzo, con la Lega che vanta 10 consiglieri e 4 assessori ma che non riesce ad incidere, stretta nella morsa di Marsilio e Sospiri, asse di ferro che fa da argine alle pretese del Carroccio; non è affatto casuale che Marsilio, in queste settimane, sia rimasto in silenzio, evitando di entrare nel merito delle polemiche ma non raccogliendo mai le richieste della Lega di una verifica sulla tenuta della maggioranza.
E d'altra parte, Marsilio ha avallato la decisione del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi di ritirare le deleghe agli assessori della Lega, a seguito dell'intervento durissimo del capogruppo del Carroccio nel corso del Consiglio comunale del 14 luglio scorso; una crisi aperta, non ancora risolta e rimandata a dopo la Perdonanza. "Non è ammissibile che un componente della giunta possa schierarsi contro la sua stessa maggioranza", ha sottolineato D'Eramo stigmatizzando l'atteggiamento dell'assessore regionale Febbo; è la stessa posizione assunta dal sindaco dell'Aquila, che ha ritenuto inammissibile che il capogruppo di un partito di maggioranza si sia scagliato contro la giunta comunale.
Una guerra di posizioni che, al momento, pare di difficile soluzione: è chiaro che se la situazione dovesse precipitare a seguito delle amministrative di Avezzano e Chieti, i riverberi arriverebbero fino all'Aquila.