Sabato, 09 Marzo 2013 16:51

La ricostruzione di primavera: facciamo chiarezza

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«Si parte a primavera, il 21 marzo». Il Ministro della Coesione Territoriale, Fabrizio Barca, ha annunciato, in più di un'intervista, il via alla ricostruzione dell'Aquila.

A quattro anni dal terremoto. Ha parlato di una road map, che presenterà alla città con il sindaco Massimo Cialente, in cui saranno indicati con precisione, edificio per edificio, i tempi del bando di gara, dell'inizio dei cantieri e della consegna dei lavori.

Si inizierà con gli edifici pubblici: a giugno il teatro San Filippo e, subito dopo, il Palazzo Del Governo, che sarà sede della Provincia. I soldi? Non sono un problema. Ci sono più di 2 miliardi, da spendere subito. Parola di Ministro. Che contraddice, così, l'Assessore alla Ricostruzione del Comune dell'Aquila Pietro Di Stefano

In una intervista all'Espresso, non più tardi di un mese fa, Di Stefano ha spiegato che i soldi non ci sono affatto: "Si naviga a vista. Manca un afflusso costante di denaro e bisogna contrattare anno per anno con il Governo. Adesso, ad esempio, una delibera del Cipe del dicembre scorso ha sbloccato 150 milioni, un residuo di contabilità che non ci era stato assegnato dal Commissario, soldi che sono stati già impegnati. Siamo in attesa di altri 660 milioni ma tutto è sempre molto precario". A mancare, è un piano strutturato di finanziamento che, invece, si ridefinisce anno per anno: "queste procedure non aiutano la programmazione degli interventi. Per il sisma in Emilia - prosegue - è stata decisa un'accisa in modo da reperire subito i fondi per le popolazioni, vorrei capire per quale motivo nel 2009 si decise che per un territorio come il nostro, così pesantemente colpito dal terremoto, interventi straordinari di quel tipo non erano necessari. Il risultato è una contrattazione sui fondi che snerva qualsiasi ampio respiro di ricostruzione".

Chi ha ragione? Proviamo a capirci qualcosa di più. 

Foto Adnkronos.comIl Sindaco Massimo Cialente, che il 3 marzo in una intervista confessa al giornalista Fabrizio Roncone che "a giugno avrò finito i soldi necessari non solo per cominciare ad aprire qualche cantiere nel centro storico, ma anche per continuare a tenere aperti quelli faticosamente avviati in periferia, dopo mille difficoltà burocratiche", 96 ore dopo rilascia un'altra dichiarazione all'Aquila Tv: sul sito internet del Comune è stata pubblicata la delibera del Cipe n. 135 del 2012, contenente la ripartizione delle risorse del fondo per lo sviluppo e la coesione e riguardante la ricostruzione post terremoto del 6 aprile 2009. Al provvedimento sono uniti due allegati, con tabelle che indicano degli interventi specifici. “Finalmente", dichiara euforico, "ora abbiamo tutti gli elementi per partire con la ricostruzione”. Il giorno dopo, venerdi 8 marzo, "Il Centro" pubblica un articolo firmato da Marina Marinucci: Cialente si lascia andare ad una previsione a dir poco azzardata: "da oggi, possiamo guardare avanti con ottimismo e a giorni sarà pronto anche il cronoprogramma degli interventi di recupero dei centri storici. Lavori che finiremo in 5 anni". Entro il 2018.

Lo speriamo, naturalmente. A dir la verità, però, la delibera del Cipe pubblicata la mattina del 7 marzo sul sito del Comune, con la ripartizione delle risorse e le tabelle che indicano interventi specifici di ricostruzione, è disponibile sul sito del Ministero per la Coesione Territoriale dal 21 dicembre 2012. E' lì da quasi tre mesi.

Dal giorno in cui il Cipe ha approvato il riparto di 2 miliardi e 245 milioni a valere sulle disponibilità del Fondo Sviluppo e Coesione. Soldi per avviare la sistematica ricostruzione dei centri storici dei comuni del Cratere. Ulteriori obiettivi: l'accelerazione della ricostruzione delle periferie, il sostegno dello sviluppo innovativo dell'area, il finanziamento per il 2013 delle spese per il supporto alla popolazione e per le altre esigenze correnti.

Edilizia privata. A questa misura sono destinati 1 miliardo e 445 milioni di euro. Si è deciso di procedere distintamente per centri storici e periferie. Ai centri storici vengono assegnate risorse per complessivi 779 milioni. Per L'Aquila, i fondi ammontano a 575 milioni, secondo le stime contenute nel Piano di Ricostruzione: 300 milioni sono stanziati per il 2013, 142 per il 2014 e 133 per il 2015. Per gli altri centri storici del cratere, i finanziamenti disponibili sono pari a 256 milioni. Alle periferie, invece, vengono assegnati 666 milioni, di cui 410 per L'Aquila e i restanti per i comuni del cratere.

Edilizia Pubblica. Le risorse assegnate sono pari a 450 milioni di euro, di cui 262 per la Città dell'Aquila e 188 per gli altri comuni. Con i finanziamenti, si prevede di attivare nel 2013 i cantieri per opere individuate dai Sindaci, dal Provveditorato alle Opere pubbliche e dal Direttore regionale dei beni culturali sulla base di una programmazione novennale (potete prenderne visione qui), relativa ad edilizia residenziale pubblica, scolastica, ai beni di interesse storico-culturale e alle infrastrutture per sottoservizi.

Altri interventi. Sono stanziati 55 milioni di euro per lavori di edilizia pubblica e privata nei Comuni "fuori dal cratere", 100 milioni per lo sviluppo di attività produttive e della ricerca, suddivisi tra comparti industriali già presenti nel territorio e nuove attività imprenditoriali, e 180 milioni per altre spese. In particolare, 80 milioni serviranno per coprire i costi degli espropri e la loro gestione, 4,4 milioni andranno alla manutenzione dei progetti C.A.S.E, dei M.A.P e dei M.U.S.P, 62 milioni sono destinati alle attività di assistenza alla popolazione ancora sfollata, 10 milioni per l'ordine pubblico, 12 per la messa in sicurezza degli edifici danneggiati che non saranno interessati da interventi di recupero, 5 e mezzo per l'affitto di sedi comunali e per il supporto al Genio Civile.

Insomma, i soldi ci sono. Non quanti sarebbero necessari, però, per ricostruire L'Aquila e i comuni del Cratere. Non certo in 5 anni. A fare due conti, nei prossimi tre anni per l’edilizia privata a L’Aquila arriveranno 985 milioni per centro storico, periferie e frazioni. Per quel che riguarda l’edilizia pubblica, invece, i fondi stanziati ammontano a 262 milioni. Basta sfogliare le pratiche bloccate, quelle non finanziate, i progetti per il centro ancora da approvare per capire che le risorse sono assolutamente insufficienti. Le imprese edili sono al collasso, il Genio Civile è alla paralisi. A margine del forum "Abruzzo verso il 2030", organizzato per presentare il rapporto "L'Azione delle politiche a seguito di disastri naturali: aiutare le regioni a sviluppare resilienza. Il caso dell'Abruzzo post terremoto", predisposto dall'OCSE in collaborazione con l'Università di Groningen, Fabrizio Barca ha ammesso che la copertura finanziaria non è adeguata. Ha voluto sottolineare, però, che è stato impossibile chiedere al Governo di stanziare altri fondi visto che i 2 miliardi disponibili sono ancora bloccati.

Foto lettera43.itIn parole più semplici, il pensiero del Ministro suona più o meno così: impegnate in progetti certi i fondi che ci sono, sarà più facile poi dimostrare che sono insufficienti e che c'è bisogno di uno sforzo ulteriore. Un discorso di comodo, evidentemente. Difficile immaginare di ricostruire una città e i borghi del territorio senza una copertura finanziaria certa negli anni a venire, con la preoccupazione di dover contrattare i fondi necessari in un momento di forte instabilità politica ed economica. Ed infatti, il Sindaco Cialente assicura la ricostruzione in 5 anni "sempre che il Governo decida di stanziare per L'Aquila un miliardo all'anno, per il prossimo quinquennio".

Non così scontato, se è vero che l'ultima campagna elettorale si è combattuta, per lo più, sulla restituzione dell'Imu che valeva non più di 4 miliardi di euro. Altra condizione necessaria è che si ritorni alla Cassa Deposito e Prestiti. Il plafond di 2 miliardi è finito: i contributi, d'ora in poi, arriveranno in forma diretta, a seconda della disponibilità finanziaria di Roma. Entro il mese, il Comune dovrebbe firmare un accordo con l'ABI (Associazione Banche Italiane) che non significherà, però, liquidità immediata: servirà a semplificare la vita ai cittadini e alle imprese, a patto che il Governo assicuri un flusso costante di denaro. Nessuna certezza, insomma. D'altra parte, il Ministro Barca ha gioco facile dinanzi all'immobilismo dell'amministrazione locale che sembra mancare di un'idea chiara di città.

Non è dato sapere come verranno individuati gli aggregati sui quali avviare gli interventi di edilizia privata. Si sa che la ricostruzione privata partirà dall'asse centrale e dai quarti, dalle aree più facilmente e logisticamente cantierabili e che hanno i progetti già completi. Come si stabiliranno le priorità, però, se non si dispone di elementi certi su cui basare una seria pianificazione? Come si deciderà quali saranno gli aggregati della città che beneficeranno per primi dei finanziamenti? Chi rimarrà escluso, che prospettive avrà per il futuro? Bisognerebbe discutere e condividere i criteri di assegnazione dei fondi, spiegare quali sono le logiche che muovono l'azione dell'amministrazione, qual è il progetto di città che sottendono. I motivi delle scelte dovrebbero essere partecipati e condivisi. Bisognerebbe dire, con chiarezza, cosa si riuscirà a fare con i soldi a disposizione, cosa si è fatto con quelli erogati fino ad ora e quanti ne servono ancora. E, soprattutto, chiarire una volta per tutte a quanto ammontano i danni all’edilizia pubblica e privata nelle frazioni e nel centro storico dell'Aquila. Solo così si potrà presentare al Governo che verrà un progetto chiaro di ricostruzione. E pretendere che sia assicurato con fondi certi. Il tempo delle promesse è finito. La città vuole sapere quanto si riuscirà davvero a fare nei prossimi anni e non cosa si vorrebbe fare.

La giunta comunale, su iniziativa dell'Assessore alla Ricostruzione Pietro Di Stefano, nella seduta di oggi discuterà un documento di azioni da mettere in campo per la ricostruzione privata che verrà sottoposto all'attenzione del Consiglio. Si sta decidendo il futuro di migliaia di aquilani. Speriamo che le decisioni vengano condivise anche con la città. In attesa della primavera. 

Ultima modifica il Martedì, 12 Marzo 2013 02:58
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