Martedì, 06 Ottobre 2020 16:54

Elezioni, centrodestra nel caos: è guerra aperta tra Lega e Forza Italia

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E' guerra aperta in seno al centrodestra regionale, all'indomani dello spoglio dei voti per i ballottaggi di Chieti e Avezzano che hanno segnato la sconfitta dei candidati Tiziano Genovesi e Fabrizio Di Stefano, entrambi espressione della Lega.

Come non fossero bastate le polemiche tra il coordinatore regionale della Lega, Luigi D'Eramo, e l'assessore regionale Mauro Febbo, 'reo' di aver sostenuto al primo turno il civico Bruno Di Iorio a Chieti, come non fossero bastate le accuse incrociate per le sconfitte, alimentate dai risultati deludendi dei candidati leghisti, ben al di sotto delle aspettative, col 'sospetto' che sia stato il fuoco amico ad affossare Genovesi e Di Stefano, stamane il coordinatore regionale di Forza Italia Nazario Pagano e il responsabile nazionale Enti locali Maurizio Gasparri hanno diffuso un comunicato stampa destinato a far discutere.

"Forza Italia ha voluto e fondato la coalizione di centrodestra, che ha sempre sostenuto con la forte determinazione di Silvio Berlusconi. Le recenti elezioni amministrative in Abruzzo hanno ancora una volta dimostrato il ruolo centrale di FI nella coalizione di centrodestra, e allo stesso tempo hanno fatto emergere alcune criticità. Non c'è stato un adeguato e approfondito confronto su alcune candidature a sindaco", l'affondo.

"A Chieti e ad Avezzano - hanno sottolineato Pagano e Gasparri - sono state avanzate proposte senza nessun margine di confronto o di discussione. Gli esiti non sono stati positivi e di questo ci rammarichiamo, perché riteniamo fondamentale la coesione del centrodestra e la sua affermazione a tutti i livelli locali, regionali e nazionali. Non possiamo non rilevare, al di là di alcune polemiche che registriamo con grande stupore e disappunto, che il candidato Di Stefano a Chieti al primo turno ha avuto una percentuale significativamente più bassa rispetto a quella della coalizione che lo sosteneva. Al ballottaggio, nonostante accordi politici che hanno ricomposto l'area del centro destra, Di Stefano ha ottenuto un numero di voti più basso rispetto a quello conseguito al primo turno. Lo rileviamo senza alcuno spirito polemico, ma ritenendo che bisogna fare delle analisi corrette sui risultati e sui numeri prima di arrivare a delle conclusioni sbagliate che, soprattutto, non hanno fondamento".

Per quanto riguarda Avezzano, poi, "rileviamo che la volontà di Forza Italia di giungere a un ufficiale apparentamento, peraltro condivisa anche dal Presidente della Regione e da Fratelli d’Italia, non è stata raccolta dalla Lega, per motivi a tutt’oggi sconosciuti. Questi risultati devono essere motivo di riflessione per tutti. Perché l'unità della coalizione è fondamentale, ma lo è anche un esame approfondito delle scelte che si fanno. E rileviamo che i toni usati nei confronti di Forza Italia non solo sono stati inopportuni, ma non hanno trovato alcuna giustificazione nei risultati che abbiamo richiamato e che vogliamo analizzare, lo ribadiamo, senza spirito polemico".

A stretto giro, la replica di Gianfranco Giuliante, responsabile regionale Enti locali della Lega. "E’ surreale, il principio di realtà non solo viene distorto ma denegato. Come sempre in politica c’è un prima e un dopo: il prima sottolinea, dopo gli inevitabili dibattiti sulle diverse candidature, la lealtà della Lega su ogni scelta di coalizione per le tornate elettorali di L’Aquila,Pescara, Teramo e in Regione ove la Lega ha appoggiato le diverse candidature di Forza Italia e di Fratelli d’Italia portandoli alla vittoria; il dopo è che le scelte della Lega, viceversa, sono state oggetto di 'cecchinaggio' e di fuoco amico e le elezioni di Avezzano e Chieti ne sono la dimostrazione".

Ha aggiunto Giuliante: "Forza Italia che, esplicitamente, ha attuato tale operazione, oggi si lascia andare a dichiarazioni deliranti ove i fatti sopravanzano la menzogna: la Lega è il primo partito in tutte le città dove si è votato ed ha eletto sette consiglieri. Forza Italia è sparita e non ha eletto nessuno. Se D’Eramo deve dimettersi per i risultati in Abruzzo, Pagano e la varia umanità che lo circonda, responsabile di quanto avvenuto, dovrebbe essere 'almeno' oggetto di 'interdizione politica e non solo”' onde evitare altri spiacevoli inconvenienti".

Giuliante non ha mandato giù neanche il "sottile ricatto" di Febbo, così lo definisce, in merito ai 'numeri' in Regione: 'siamo in tre e potremmo mandare a casa Marsilio se provate a mettermi in discussione', il senso del ragionamento dell'assessore regionale, "una minaccia più che palese di cui il teatino va fiero. In caso di nuove elezioni, nessuno di Forza Italia verrebbe rieletto e, in tutta franchezza, stentiamo a credere al suicidio politico di massa per difendere Febbo e la sua strafottenza. Se il criterio è che quando si perde il candidato è sbagliato, ci si chieda se Febbo abbia tratto tale convinzione dalla sua personale esperienza laddove è riuscito a perdere da uscente nelle elezioni provinciali di Chieti".

Ultima modifica il Martedì, 06 Ottobre 2020 22:59

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