"Il presidente del Teatro Stabile d'Abruzzo, Pietrangelo Buttafuoco, sfrutta la sua posizione per fare politica e per questo ne chiediamo le dimissioni".
Lo dichiara in una nota il consigliere comunale del Partito Democratico, Stefano Albano.
"Siamo tutti d'accordo sulla gravità e la delicatezza del momento che stiamo vivendo e proprio per questo chi ricopre incarichi istituzionali non dovrebbe alimentare i disagi ma aiutare ad alleviarli. Il presidente di un'istituzione così prestigiosa dovrebbe aiutare a elaborare soluzioni e non litigare con il ministro della cultura, peraltro tradendo le sue simpatie politiche. Riguardo al mondo dello spettacolo - prosegue Albano nella nota - bisogna lavorare in maniera corale e celere per tutelare tutti quegli operatori il cui stipendio è vincolato solo all'effettiva realizzazione di spettacoli, film, concerti o eventi; mi riferisco a tutti quei tecnici e operatori di service essenziali per la produzione di cultura grazie alle loro competenze che ora temono per il loro futuro. E' a loro che bisogna dare risposte in breve tempo. Questo atteggiamento disfattista da presidente del TSA non porta a nulla: Buttafuoco aiuti a proporre soluzioni serie oppure si dimetta".
Le dichiarazioni di Buttafuoco
Commentando l'ultimo Dpcm del governo, che ha sospeso l'attività di praticamente tutto il settore della cultura e degli spettacoli dal vivo, compresi teatri e sale concerto, Buttafuoco aveva commentato: "È un osceno massacro, un inspiegabile accanimento verso uno dei luoghi più sicuri dal Covid".
"Lo spettacolo" aveva dichiarato lo scrittore "è una medicina per la gente, in un contesto psicologico così pesante. Quando chiuderanno cinema e teatri sapremo con chi prendercela". Per Buttafuoco il ministro Franceschini sarebbe colpevole di non aver difeso il settore, sulla base delle evidenze numeriche dei mancati contagi: "Le sale per lo spettacolo dal vivo e cinema sono dotate di ricircolo dell'aria come negli aerei. Possono superare qualsiasi giudizio sanitario. È un provvedimento incomprensibile che ignora tutti i lavoratori, oltre ad attori, tecnici e amministrativi".