"Bisogna incidere sempre di più sulla cultura del rispetto, a iniziare dalla famiglia che rimane la cellula principale della società, dagli asili, dalla scuola e dall’Università. La Giornata internazionale contro la violenza sulle donne che si è celebrata ieri ha impartito una volta di più questa lezione, ha ribadito questo concetto che deve essere la base per costruire percorsi sempre più efficaci che portino ad arginare questo terribile fenomeno".
Ad affermarlo è l'assessora comunale alle Pari opportunità Maria Luisa Ianni.
"Il Comune dell’Aquila, insieme alle altre istituzioni, è e sarà sempre vicino alle donne che devono tristemente convivere con queste situazioni tremende e ieri ha attivamente partecipato all’iniziativa che si è svolta al comando provinciale dei Carabinieri, assicurando, su mia richiesta, la presenza con la presidente della terza Commissione del Consiglio comunale, Chiara Mancinelli, che è anche referente provinciale dell'Osservatorio Nazionale Sostegno alle vittime della violenza di genere, lodevolmente e fattivamente impegnata in questo ambito".
"Ho poi personalmente ringraziato il colonnello Nazareno Santantonio, comandante provinciale dei Carabinieri, per l’iniziativa di ieri, culminata nell’illuminazione di arancione del comando. Ringraziamento che rivolgo anche a tutte le forze dell’ordine e a tutte le organizzazioni che sono impegnate in prima fila per prevenire e reprimere questo crimine".
"Un ringraziamento va in particolare alla Soroptimist dell’Aquila, sempre attenta alle problematiche del territorio e alle iniziative di solidarietà e di sensibilizzazione dei cittadini su temi 'caldi' come quello della cultura di genere, e alla sua presidente, Francesca Pompa, dietro il cui imput il Comune ha illuminato di arancione la Fontana Luminosa".
"Occorre una volta di più insistere sulla necessità che ci siano pene anche più severe per chi aggredisce verbalmente e fisicamente donna, e ancora più pesanti se questa donna è una professionista e se il reato si consuma sui luoghi di lavoro".
"Ma si devono anche prevenire le aggressioni non fisiche, regolamentando ad esempio l’uso dei social nei luoghi di lavoro e rispetto all’attività professionale per evitare commenti, furti di identità e proposte inappropriate: ne sono vittima un numero di donne che, in certi ambiti professionali arriva in alcune regioni a superare il 78% delle aggressioni".
"I dati rimangono agghiaccianti, ma innalzare il livello di cultura del rispetto e incrementando la coesione istituzionale, la tendenza può
essere positivamente invertita".