“La misura è colma, mi aspetto dall’assessore alla Sanità di Regione Abruzzo una presa di posizione chiara nei riguardi della gestione della Asl 1 da parte della direzione generale".
il consigliere regionale dei Cinque Stelle, Giorgio Fedele, commenta così l'atto interno disposto dai vertici della Asl dell'Aquila per evitare "fughe di notizie" e "dichiarazioni non autorizzate".
"Non si possono più tollerare pressapochismo nella programmazione sanitaria e atti di intimidazione verso il personale" afferma Fedele "che dovrebbe essere piuttosto tutelato e ringraziato, visto che è solo per la professionalità di chi lavora in prima linea che il servizio sanitario continua ad andare avanti, nonostante l’inerzia di chi è al governo di questa Regione e di chi dovrebbe gestire la sanità. Invece sembra che la Asl investa più energie per nascondere la polvere sotto al tappeto che per risolvere i veri problemi”.
“Dopo aver attaccato i giornali locali – incalza Fedele - il manager Testa ci riprova inviando una comunicazione in cui invita il personale a non diffondere notizie per non creare danni di immagine all’azienda. Un clima di terrore che oltre ad essere squalificante su più punti di vista non aiuta neanche la condizione psicologica di chi sta facendo un miracolo visto le poche risorse che sono state messe a disposizione dalla Asl e la gestione discutibile delle stesse. Basti pensare al flop della tendostruttura che, esattamente come abbiamo denunciato dal primo giorno, non è riuscita a svolgere il servizio per cui è stata allestita: i 12 pazienti, quindi meno di quelli che erano previsti, sono rimasti solo una settimana all’interno della struttura perché alle prime piogge la tenda si è allagata, come era prevedibile del resto e come avevamo ampiamente denunciato. Una tenda che forse è servita più come passerella e taglio di nastro per gli esponenti di Lega, Fratelli D’Italia e Forza Italia che come punto di triage per i pazienti".
"E davanti a queste situazioni il manager Testa cosa fa? Rimprovera il personale! Adesso basta, l’Assessore Verì non può più stare in silenzio, lo deve anche a tutti quei medici e infermieri di corsia che sono nel mirino di una caccia alle streghe squalificante e che lei invece dovrebbe tutelare e supportare. Se non riesce a gestire i dirigenti da lei nominati, è il momento che vada a casa e porti con sé tutti coloro che ha messo probabilmente nel posto sbagliato".
"Sulla Marsica la direzione Asl e la politica regionale continuano ad affermare che non ci sono problemi sul piano sanitario, ma assistiamo continuamente a situazioni al limite come nel pronto soccorso dell’ospedale di Avezzano, nelle zone grigie, nel caso ambulanze, nella famigerata tensostruttura, un elenco che potremmo continuare all’infinito. Ho chiesto più volte una commissione sanità per analizzare la situazione in tutta la provincia dell’Aquila ma dal presidente Quaglieri, stessa scuderia centrodestra dell’Assessore Verì, ho avuto solo rinvii e nessuna convocazione. Sembra che tutti si girino dall’altra parte e sono indignato anche verso quei consiglieri marsicani che tacciono davanti al loro territorio al collasso e quando hanno preso parola lo hanno fatto solo ed esclusivamente per avvalorare la tesi della maggioranza e della dirigenza Asl. Bene, se è questo che pensano, allora lo vadano a raccontare al personale che subisce intimidazione, o a quei medici e infermieri costretti a fare il doppio e il triplo turno perché non c’è forza lavoro adeguata; o lo raccontino ai precari che, come abbiamo appreso dalle ultime dichiarazioni del sindacato Uil, hanno visto rinnovi mese per mese con scadenza il 31 dicembre senza sapere se dal 1 gennaio saranno o meno in servizio. Dove sono adesso tutte quelle belle parole e le promesse sulla sanità marsicana con cui si sono riempiti la bocca nell’ultima campagna elettorale?"
"E’ arrivato il momento di capire che l’azione di Regione Abruzzo e della Asl fanno il cattivo e il buono tempo sulla vita e la morte delle persone. Abbiamo un Presidente di Regione che preferisce fare l’opinionista nelle Tv e nelle radio nazionali piuttosto che corciarsi le maniche e agire dove gli altri non lo stanno facendo. E qui, nella marsica, basta una pioggia più forte per farci annegare nelle loro promesse vuote” conclude Fedele.