Mercoledì, 27 Gennaio 2021 01:17

Crisi di governo, al via le consultazioni di Mattarella. Conte: "Serve esecutivo di salvezza nazionale". Tutti gli scenari possibili

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Dopo le dimissioni rassegnate dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, cominceranno nel pomeriggio di oggi, mercoledì 27 gennaio, le consultazioni del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Saranno consultazioni lampo: la chiusura è prevista per venerdì pomeriggio.

Nelle prossime ore saranno ascoltati i presidenti di Camera e Senato; giovedì mattina il Gruppo per le Autonomie e il gruppo Misto; giovedì pomeriggio Italia Viva-Psi, Liberi e Uguali e Partito Democratico; venerdì pomeriggio Fratelli d'Italia, Forza Italia, Lega, Idea e Cambiamo, Noi con l'Italia e Movimento Cinquestelle.

Intanto nasce in Senato il gruppo "Europeisti-Maie-Cd", con i dieci senatori che avevano appoggiato Conte durante l'ultimo voto di fiducia. Il capogruppo del Pd in Senato Marcucc: "Sì al reincarico per Conte, ma non a tutti i costi".

Dopo essersi dimesso, Conte ha scritto un post su Facebook: "Serve un’alleanza, nelle forme in cui si potrà diversamente realizzare, di chiara lealtà europeista" ha scritto il premier dimissionario.

I possibili scenari

Conte ter con responsabili

Al momento è lo scenario con la più esigua base parlamentare, che impedirebbe addirittura il reincarico. La scorsa settimana infatti Conte, con l'ausilio dei “volenterosi” ha ottenuto 321 voti alla Camera (a cui aggiungere 2 deputati M5s assenti per Covid) e solo 156 al Senato (157 con un senatore M5s malato di Covid), cioè meno della maggioranza assoluta di 161 seggi, nonostante l'appoggio di 3 senatori a vita (Monti, Cattaneo, Segre).

Per raggiungere quota 161 senza i tre senatori a vita, Conte dovrebbe arruolare dunque almeno altri 7 “costruttori”.

Vecchia maggioranza allargata con o senza Conte

Il premier potrebbe riuscire a ricucire con Renzi e a costruire una coalizione di cui facciano parte tutti i quattro partiti della vecchia maggioranza (M5s, Pd, Leu e Iv) più la piccola pattuglia dei “volenterosi”. Ai voti della scorsa settimana andrebbero aggiunti quelli dei gruppi di Iv, portando i seggi a 351 alla Camera e 174 al Senato. Più di quota 170 indicata la Dario Franceschini come indispensabile. Questi numeri varrebbero anche in caso dell'indicazione di un altro premier (es Cartabia, Lamorgese, Giovannini).

Governo "Ursula"

Formula lanciata da Romano Prodi il 18 agosto 2019, ricalca la maggioranza che in Ue sostiene la Commissione di Ursula Von der Leyen: quindi ai seggi dell'ipotesi precedenti andrebbero aggiunti quelli di Fi (54 senatori e 91 deputati), portando la maggioranza a quota 228 al Senato e 442 alla Camera. Potrebbero essere della partita anche +Europa-Azione, Cambiamo Idea e Udc, che complessivamente porterebbero altri 8 senatori e 15 deputati. Fi nega l'interesse a questa formula che sembrerebbe più plausibile con un altro premier.

Governo di unità nazionale

È la formula lanciata da Silvio Berlusconi sabato scorso, e talvolta evocata da Matteo Renzi, e si scontra con il “no” di Pd, Leu e M5s, nonché di Fdi e Lega (anche se Giorgetti lo ha suggerito in autunno).

Governo guidato da un tecnico

E' una delle ipotesi che sta prendendo corpo in queste ore sulla scia del cosiddetto 'modello Ciampi', ossia il governo guidato nel 1993 dall'allora Governatore della Banca d'Italia. I nomi che girano sono sempre gli stessi: Carlo Cottarelli, Marta Cartabia e Luciana Lamorgese, con le due donne in pole, mentre l'ipotesi Mario Draghi sembra tramontare.

Un politico al posto di Conte

Al momento appare complessa la possibilità di sostituire Conte con un politico. I nomi di Luigi Di Maio e Stefano Patuanelli, considerati i 'papabili' del Movimento 5 Stelle, difficilmente avrebbero l'avallo del Partito Democratico. E sull'altro versante, i pentastellati non potrebbero metabolizzare un premier dem.

Elezioni

Il ritorno alle urne è l'extrema ratio e allo stesso tempo un'ipotesi che ad oggi è tutt'altro da scartare. Se la crisi di governo non si riuscisse a ricomporre, al presidente Mattarella non resterebbe che sciogliere le Camere e indire le elezioni. Per alcune forze politiche, dalla Lega di Matteo Salvini a FdI di Giorgia Meloni, sarebbe proprio questa la strada da percorrere.

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