Martedì, 18 Maggio 2021 20:34

Ghigliottina su emendamenti: il consiglio 'taglia' il Sirente Velino

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Con una forzatura della presidenza del Consiglio regionale che ha 'imposto' la gigliottina sui circa 18mila emendamenti presentati dalle opposizioni, ed in particolare dai consiglieri Pierpaolo Pietrucci (Pd) e Giorgio Fedele (M5s), adducendo discutibili motivazioni per richiamare la clausola d'urgenza, la maggioranza di centrodestra ha approvato la proposta di legge sulla “Nuova disciplina del Parco naturale regionale Sirente Velino e revisione dei confini”.

Oltre ad una revisione dell'articolato della disciplina dell'area protetta, il provvedimento prevede la riduzione del perimetro del parco di circa 8000 ettari, in particolare nella magnifica Valle Subequana.

In un momento in cui si discute di transizione ecologica, di turismo lento, di riscoperta dei borghi montani che vengono scelti da famiglie e lavoratori a distanza per ritagliarsi un periodo più o meno lungo di 'respiro' lontano dalle grandi città soffocate dalla pandemia, Regione Abruzzo - in perfetta controtendenza - ha deciso di tagliare il suo unico parco regionale, sorda alle migliaia di firme raccolte dai cittadini per chiedere di evitare un tale scempio, all'appello di 50 intellettuali di ogni parte d'Italia, al grido d'allarme delle associazioni ambientaliste che si stanno battendo da anni per il rilancio dell'area protetta.

E questo accade in un'area, quella Subequana, tra le più depresse della regione, in via di spopolamento, e senza alcuna prospettiva di rilancio futuro se non puntando sulle ricchezze naturalistiche.

In questi mesi, si è riusciti almeno a 'salvare' una porzione di territorio ricadente nei confini del Comune di Tione degli Abruzzi; con deliberazione del 28 ottobre scorso, infatti, l'amministrazione guidata dalla sindaca Stefania Mariani ha chiesto e ottenuto dalla Regione di non ridurre il territorio protetto che insiste sui propri confini amministrativi, ritirando la delibera che era stata assunta dalla passata amministrazione. Inoltre, l'assessore Emanuele Imprudente - proponente il provvedimento - si è impegnato a tenere dentro due piccole aree, rispetto alla proposta iniziale, una nelle gole di San Venanzio e l'altra ricadente nel comune di Fagnano Alto. 

Tuttavia, è stata tagliata l'area di Ocre: su richiesta dell'amministrazione comunale, nella bozza era stato inserito l'allargamento dei confini dell'area protetta ricadenti nel comune; nella votazione finale, però, l'inserimento di territorio è stato stralciato senza alcuna spiegazione.

Eppure, si era aperto un tavolo di confronto in Regione: le associazioni ambientaliste avevano portato all'attenzione dell'esecutivo un dettagliato piano di rilancio del Parco che prevedeva, tra l'altro, l'uscita dal commissariamento e la nomina di figure apicali di alto profilo culturale, espressione del mondo accademico, della ricerca scientifica, con conoscenza e competenza nel campo della conservazione della natura; l'approvazione del Piano del Parco, strumento fondamentale per intervenire sul territorio anche con azioni di promozione e incentivazione; l'individuazione e l'istituzione delle "aree contigue" allo scopo di dare un segnale ai cacciatori residenti nell'area, riconoscendo la loro presenza storica e il loro ruolo nelle montagne marsicane, peligne e vestine.

D'altra parte, l'area protetta non è mai stata messa nelle condizioni di poter funzionare per responsabilità della stessa Regione che, oggi, per risolvere i problemi e dare un "contentino" ad alcuni sindaci della valle Subequana ha deciso di tagliare di nuovo migliaia di ettari di Parco, come era già accaduto nel 1998, nel 2000 e nel 2011, col solo risultato di produrre un perimetro poco funzionale alla continuità ambientale.

E la situazione peggiorerà ora che il provvedimento è stato approvato in via definitiva dal Consiglio regionale, considerato che non c'è alcuno studio scientifico alla base della riperimetrazione, soltanto la volontà di alcuni sindaci che hanno tracciato una linea sulla cartina dell'area protetta.

"Quando l’ignoranza e l’arroganza si incontrano, si producono i danni peggiori", l'affondo del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci (Pd). "E quando tutto questo avviene nelle aule istituzionali, si toccano i livelli più bassi della politica. Purtroppo oggi in Consiglio regionale si è consumata una pagina vergognosa. Senza una reale motivazione che potesse spiegare i contorni dell’urgenza invocata, la maggioranza di centrodestra, in testa il Vice Presidente Imprudente, ha creato un precedente gravissimo nella storia legislativa della Regione Abruzzo. Nella fase in cui lo sviluppo sostenibile, la transizione green e il turismo ecologico ed esperienziale diventano le strategie del paese, dell’Europa e del mondo intero, la destra abruzzese con una scelta antistorica getta alle ortiche il patrimonio prezioso del Parco regionale Sirente Velino".

"Abbiamo chiesto di investire sull’economia locale, ha aggiunto Pietrucci, le infrastrutture leggere, i prodotti tipici, il turismo locale, il sistema dell’accoglienza e della ristorazione dei nostri borghi, di sostenere l’agricoltura e gli allevatori, di accrescere i ristori per le attività economiche danneggiate dalla fauna selvatica e oggi dalla pandemia, di offrire più servizi alle popolazioni del Parco. E invece, con un colpo di mannaia, si riducono i confini del Parco cancellando i circa 18.000 emendamenti di merito presentati da me e dal collega Fedele alla riperimetrazione del Parco Sirente Velino: era l’unico modo possibile per combattere un progetto di legge che è nato male e che finirà peggio, certificando la totale inadeguatezza di questa Giunta nell’affrontare le tematiche nevralgiche di una regione che non a caso è stata definita cuore verde d’Europa".

Una legge retrograda che danneggia i cittadini dei Comuni che avrebbero potuto beneficiare del brand del Parco e di tutte le risorse attinenti in proporzione alla porzione di territorio che vi ricadrà. "A nulla è servita la valanga di firme di quei cittadini, di quelle associazioni, di personalità del mondo della scienza e della cultura che avrebbero voluto salvare il nostro parco e che, in pochi giorni, aveva raggiunto la ragguardevole cifra di 180mila NO alla riperimetrazione. Voci di dissenso che con tutta evidenza questo governo regionale non ha inteso ascoltare. È chiaro che ricorderemo questa maggioranza come quella che intendeva potenziare l’attrattività turistica all’Abruzzo tramite tanto imbarazzanti quanto cospicui finanziamenti al Napoli Calcio e lo scellerato taglio di uno dei suoi tre parchi. Trovo altresì spiacevole l’atteggiamento tenuto dall’assessore Imprudente che ha solo perso un anno promettendo tavoli di concertazione con le decine di associazioni da sempre contrarie a quanto si voleva legiferare; una concertazione farlocca che spero i cittadini terranno in debita considerazione".

Sulla stessa lunghezza d'onda il consigliere Giorgio Fedele (M5s): "Oggi Lega, Fratelli D’Italia e Forza Italia hanno cancellato dalla storia dell’Abruzzo migliaia di ettari di parco Regionale Sirente Velino. Una vergogna messa nero su bianco nella legge dell’Assessore Imprudente passata in aula con tutti i voti del centrodestra. La Giunta del presidente Marsilio si è confermata una sciagura per la nostra regione verde che da oggi, purtroppo, a causa di questi signori, è un po’ meno verde", il commento durissimo.

"Questa legge è partita male e finita peggio. In Commissione, come in Aula, sono state azzerate le richieste delle opposizioni e dei cittadini. La cecità dimostrata dal centrodestra la pagheranno gli abruzzesi, in particolare quelli delle aree montane, che dovranno subire la mutilazione del proprio patrimonio naturalistico e di biodiversità dal valore inestimabile. Questa legge non migliora e non potenzia il parco, non stanzia un euro per la sua valorizzazione, non vi è un progetto di ritorno in termini economici ed ecologici sul territorio. Si è applicato esclusivamente un taglio basato sulla cartina politica del territorio che strizza l’occhio a chi vede la montagna come terreno di caccia o mercato di legname", ha aggiunto Fedele.

Ad aggiungere sdegno per questa norma sono state le motivazioni che hanno fornito i consiglieri del centrodestra per giustificare la mannaia con cui hanno riscritto la geografia naturale del territorio: "l’ente parco non funziona, e quindi lo tagliamo. Un autentico paradosso, e mi chiedo con che faccia si siano potute pronunciare in aula certe parole rimanendo seri. Come se tutte le criticità emerse in ambito sanitario dopo la pandemia si volessero risolvere eliminando ospedali. Quello di oggi è un passo indietro che riporta l’Abruzzo al medioevo. E mentre dal Governo nazionale e in Europa guardano sempre di più alla transazione ecologica, la tutela ambientale e il green, in un momento in cui l’Unesco riconosce il valore del Parco della Maiella e i parchi nazionali sono la meta di tanti turisti che scelgono di rimanere nei confini nazionali per le vacanze, il Presidente romano in Abruzzo taglia migliaia di ettari di Parco, tirando uno schiaffo in faccia alle migliaia di cittadini che da oltre un anno combattono per tutelare il proprio territorio. Questa è una vergogna che peserà sulle loro coscienze politiche per sempre, e se mai volessero dimenticare quello che hanno fatto all’Abruzzo noi saremo sempre pronti a ricordare che sono stati gli autori consapevoli di questo scempio".

Al momento della votazione, ha deciso di astenersi il consigliere Americo Di Benedetto (Legnini presidente) che ha ricoperto in passato la carica di sindaco del Comune di Acciano, ricadente nei confini subequani dell'area protetta oltre ad aver esercitato il ruolo di componente del consiglio d'amministrazione del Parco. E così ha motivato la sua decisione: "La riperimetrazione dei confini del Parco è un’operazione di grande importanza, da portare avanti con le dovute cautele dal momento che interessa una porzione di territorio con equilibri e criticità particolarmente delicati. Occorre quindi che alla base di questo provvedimento legislativo vi sia la piena consapevolezza di ciò che si sta facendo e di quali siano le conseguenze per il territorio interessato". A tale proposito, ha chiarito Di Benedetto, "ritengo che sia fondamentale avvalersi di valutazioni scientifiche fornite da esperti del settore. Sarebbe erroneo pensare che, includendo quanta più superficie possibile all’interno dell’area tutelata, il territorio sia automaticamente meglio preservato, tanto più se non si dispone di pareri di natura scientifica promananti da soggetti terzi, che non siano condizionati da interessi di parte".

Negli anni '80, la nascita del Parco Naturale Regionale Sirente Velino trovò un positivo riscontro presso le comunità locali ma a più di un trentennio dalla sua istituzione non è stata mai portata avanti una seria valutazione scientifica, "né si è discusso di come il Parco potesse essere meglio amministrato e valorizzato in funzione del suo valore naturalistico" ha aggiunto Di Benedetto. "È del tutto evidente come tali mancanze abbiano avuto un ruolo determinante nel generare quelle problematiche che, nel tempo, hanno portato alcune comunità a tornare sui propri passi ed a mostrare insofferenza".

L’Ente Parco trova ragion d’essere negli elementi paesaggistici e naturalistici che lo contraddistinguono, sono questi gli aspetti da tenere in considerazione nell’affrontare questioni importanti come la ridefinizione dei confini, indipendentemente dalle sue finalità di ampliamento o riduzione degli stessi. "A ciò si aggiunga che si tratta dell’unico Parco Regionale d’Abruzzo, da noi voluto e finanziato in quanto volano di sviluppo e prestigio per la nostra Regione. So bene che una riperimetrazione è già stata proposta dalla mia parte politica di riferimento, nel periodo in cui ho ricoperto la carica di sindaco; fu una proposta assolutamente legittima dal punto di vista politico ma inattuabile da un punto di vista tecnico poiché, come ebbi a sottolineare già all’epoca, non si può ridefinire il contorno di un’area protetta senza avvalersi delle opportune consulenze. Prima di procedere con qualsivoglia modifica occorre quindi che vi sia una valutazione tecnico-scientifica che prescinda dagli umori della classe politica che dirige questa Regione: riscontrando la mancanza di tale valutazione e non volendo andare contro le decisioni prese in precedenza anche dalla mia parte politica, ho scelto di astenermi. Mi sono astenuto per onestà intellettuale e per il profondo rispetto che provo verso quei territori e verso il lavoro che negli anni molti amministratori locali hanno portato avanti anche subendo le disfunzioni del Parco".

Ultima modifica il Mercoledì, 19 Maggio 2021 08:56

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