Non ci saranno assessorati né deleghe ad hoc per la ricostruzione dell'Aquila nella nuova Giunta regionale.
A dirlo è stato Giovanni Lolli durante la conferenza stampa di presentazione della squadra di governo che affiancherà Luciano D'Alfonso nei prossimi cinque anni.
Lolli ha così smentito le ipotesi e le indiscrezioni circolate nelle ultime settimane, che lo volevano, appunto, assessore esterno con delega specifica alla ricostruzione del capoluogo.
Nella nuova Giunta, invece, Lolli andrà probabilmente a occuparsi - la conferma arriverà solo nei prossimi giorni, quando D'Alfonso scioglierà le riserve sull'assegnazione delle deleghe - di attività produttive e turismo. Ma la sua presenza farà comunque sì che L'Aquila e il suo comprensorio avranno, a livello politico, un peso specifico ben diverso rispetto a quello di cui hanno goduto negli ultimi cinque anni e mezzo.
"Un assessorato alla ricostruzione" ha detto Lolli "sarebbe fonte di equivoci. Vorrebbe dire, per la Regione, appropriarsi di responsabilità che oggi non ha perché lo Stato non gliele ha assegnate. La Regione, piuttosto, può fare molto per quanto riguarda le sue materie di sua stretta competenza, per esempio l'urbanistica".
Eppure era stato proprio il partito di Lolli, il Pd (in particolare quello aquilano), a bacchettare la Giunta Chiodi e tutto il centrodestra abruzzese per non essersi fatti promotori, nella passata consiliatura, di una legge regionale organica per la ricostruzione aquilana.
Ora che sono andati al governo, il Partito democratico e il centrosinistra sembrano dunque aver cambiato idea sulla necessità dell'adozione un provvedimento diretto e mirato della Regione.
"Nessuna incoerenza" ha precisato Lolli. Alla base del ripensamento c'è più che altro la presa di coscienza del fatto che la governance disegnata dalla Legge Barca ha tagliato fuori la Regione dall'attribuzione di ogni competenza specifica in materia di ricostruzione. Una legge regionale, arrivati a questo punto, sarebbe, oltre che tardiva, inutile e potenzialmente in conflitto con la normativa nazionale.
"Non ho mai pensato che si dovesse fare una legge organica regionale" ha affermato Lolli. "Un provvedimento del genere sarebbe stato utile e necessario qualche anno fa. Da quando è intervenuta la Legge Barca, che ha redistribuito le responsabilità a livello di governance, la Regione non ha alcun titolo per organizzare il sistema generale che sovrintende alla ricostruzione. Essa può solo intervenire nelle materie di sua competenza. Lo Stato non gliene ha attribuite altre. Se poi si vorrà valutare in futuro questa possibilità non lo so. Ma non si può dire che, poiché adesso c'è un aquilano in Giunta, la Regione deve avere voce in capitolo. Non sarebbe un buon modo di legiferare".
Insomma, la cabina di regia che governa e coordina la ricostruzione dovrebbe rimanere, almeno nell'immediato, inalterata. Nuovi assetti saranno possibili solo modificando la legge nazionale, in parlamento. Il sottosegretario Giovanni Legnini, ha parlato, qualche settimana fa, di una nuova Struttura Tecnica di Missione (che non avrebbe però nulla a che vedere con la vecchia Stm di Gaetano Fontana) da costituire in seno alla Presidenza del Consiglio. Il nuovo organismo, "completamente dedicato all'Aquila", andrà a sostituire il dipartimento per lo Sviluppo delle economie territoriali (Diset), ora accorpato al dipartimento per la Programmazione e il coordinamento della politica economica.
"Nei prossimi giorni" ha specificato Lolli "insieme a Legnini, ai parlamentari abruzzesi - a partire naturalmente dalla sentarice Pezzopane - e ai Comuni del Cratere, dovremo mettere insieme un pacchetto di norme, o, meglio, di esigenze, scaturite dopo quest'anno e mezzo trascorso "sotto" il nuovo regime inaugurato dalla Legge Barca. Vedremo a quali di queste esigenze si potrà dare una risposta con norme nazionali e quali, invece, potranno essere soddisfatte con norme regionali. Io propendo per questa seconda ipotesi, ossia per l'utilizzo di processi amministrativi già esistenti".