Giovedì, 03 Luglio 2014 14:42

La terza commissione visita le Case di San Gregorio e trova una comunità

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La commissione in visita a San Gregorio

Sulla statale 17, ad Est, oltre Paganica , dentro il territorio del Comune dell'Aquila, ci sono le case Comunali di San Gregorio e i loro abitanti. La terza commissione alle Politiche sociali ha preso il Bus e li è andati finalmente a trovare  (video sopra), perché per questi cittadini le vicende del dopo terremoto hanno riservato un destino diverso da quello di tutti gli altri.

Cinque anni fa, la protezione civile tramite le schede AeDES ha classificato tutti gli appartamenti - tranne quelli facenti parte di uno dei dei tre blocchi principali di cui è composto il quartiere - agibili, quindi "A" ma "con lavori" come hanno sempre sostenuto correttamente gli inquilini.

Basta leggere il documento (nella foto a sinistra) mostrato il 23 luglio del 2009 ad uno dei residenti: la scheda recita che l'appartamento è agibile "tranne i locali (stanze) sopra il 'ponte', per la presenza di tamponature che potrebbero presentare pericoli di crollo".

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 Molti inquilini allora sono tornati in casa con le crepe nei muri ed hanno eseguito di tasca loro alcuni lavori, anche grazie al fatto che molti residenti sono operai impiegati nel settore dell'edilizia. Lavori anche di una certa consistenza con spese in qualche caso di 5mila euro, senza mettere in conto ovviamente il prezzo della manodopera.

Peccato che poi alcuni abitanti abbiano scoperto che il Comune classificava invece quegli appartamenti anche B e C, come si può vedere nel documento dell'ottobre 2009 nella foto sopra a destra, in cui è evidenziato lo stato di agibilità della stessa particella abitativa a cui si riferisce la scheda Aedes della Protezione Civile(foto a sinistra).  Essendo "C" questo, come altri inquilini non sarebbe potuto restare nelle casa in cui tre mesi prima gli era stato chiesto di tornare.

La situazione, di cui dentro Palazzo Margherita non si poteva non essere a conoscenza, da allora non si è mai sbloccata. 

La beffa che ha fatto riaccendere i riflettori e gli animi sulla vicenda è arrivata quando lo stesso Comune, in questa fase in cui sta cercando di riscuotere gli affitti da tutti appartamenti di sua proprietà, lo ha fatto anche per gli abitanti delle case di comunali di San Gregorio, lasciati in case inagibili: "fate prima i lavori, poi paghiamo" è stata la risposta.

Ma il destino unico del quartiere delle case comunali di San Gregorio sta nel fatto di ritrovarsi con una propria dimensione comunitaria nonostante l'inagibilità di molte abitazioni. Ora, dopo cinque anni dallo shock legato al sisma e con tutto quello che hanno passato, i residenti si rifiutano di essere disgregati ,sparpagliati tra i Progetti case, e vogliono che la loro comunità resista ai lavori di ristrutturazione o, peggio, a trasferimenti definitivi nelle New Town.

"Siamo disposti ad uscire solo con una data certa di rientro" dicono un po' tutti gli italiani, eritrei, albanesi e rumeni che abitano quelle case. Sì perché nonostante i problemi sociali ed il forte disagio urbano, nel quartiere, sembra ci sia più integrazione che della media. "E' anche per conservare questa integrazione che vogliamo rimanere qui da dove siamo da circa 15anni".

E' L'Aquila in generale ad essersi San Gregorizzata, mentre le case comunali di San Gregorio e i loro abitanti sono rimasti uguali a sé stessi, e di fronte i problemi del post-terremoto - e al netto del disagio - sono divenuti più comunità di prima. Non sarebbe giusto oggi spezzare quei legami, per di più con tutto quello che le persone hanno passato, dislocandole arbitrariamente nei Progetti Case come si fece allora. Il principio, che al tempo si ignorò, è che le persone si legano ai posti in cui hanno deciso di vivere e in cui vedono il loro futuro aggiungendo, a quello che può esser per il Comune un patrimonio edilizio, un patrimonio sociale.

Ma quando verranno fatti i lavori e come si procederà esattamente?

La Politica aquilana in un primo momento era parsa incline all'equazione "San Gregorio uguale immutabile disagio" e, supportata dalla ragion di Sato di dover razionalizzare il patrimonio immobiliare pubblico, lasciava intendere di non volersi più nascondere e ammettere finalmente che i Progetti Case sono le nuove San Gregorio. Ora, dopo essersi interessata finalmente alla questione, pare invece più sensibile a "preservare una comunità che si è formata negli anni e che giustamente chiede di conservare la propria piccola isola di socialità", nelle parole del Consigliere Daniele Ferella (centro destra).

"La situazione che abbiamo trovato è gravissima" afferma ai nostri microfoni il Presidente della Commissione Politiche sociali Adriano Durante - faremo un'altra commissione con il Sindaco per trovare una soluzione adeguata e decorosa per queste persone".

"Non sono per il com'era e dov'era perché il com'era porta ad una città fragile e qui il com'era, sia come vivibilità che come sicurezza, non va bene" afferma il Consigliere Vincenzo Vittorini (Lcv) - Dobbiamo batterci per avere tutti lo stesso livello di sicurezza al massimo".

La palla ora torna dunque agli uffici comunali: "Quella di oggi oggi è stata poco più di una passeggiata - afferma la nuova dirigente del settore Ricostruzione Publbica al Comune dell'Aquila, l'architetta Enrica De Paolis - ora da tecnici dovremo studiare e analizzare qual'è lo stato dello strutture fisiche e dei sotto servizi e fare una diagnosi".

Ma oltre l'aspetto tecnico, sarà fondamentale  capire l'indirizzo politico che il Comune vorrà adottare verso le sue case di San Gregorio. Fin'ora le aveva semplicemente abbandonate sulla statale 17, ad Est, oltre Paganica. 

Ultima modifica il Venerdì, 04 Luglio 2014 15:57

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