Non accennano a placarsi le polemiche sulla citazione a giudizio della Corte dei Conti nei confronti del Sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, degli assessori Alfredo Moroni e Fabio Pelini e dela dirigente Patrizia Del Principe accusati di aver procurato un danno erariale per oltre 11milioni di euro derivato dal non aver sfrattato gli inquilini morosi dal Progetto Case e dai Map.
L'assessore al bilancio Lelio De Santis ha dichiarato a Il Centro di aver già recuperato due degli 11milioni, confermando che sulle 4.500 famiglie che occupano gli alloggi di Case e Map sono ben 2mila a risultare "totalmente o parzialmente morose".
Di queste, circa 300 rientrerebbero nei casi di fragilità sociale. "In questi giorni - ha annunciato De Santis, alle prese col recupero dei canoni di compartecipazione - verranno notificate, a domicilio, altre 822 contestazioni di morosi totali nelle diverse aree abitative del progetto Case. Tutta questa operazione porterà, a breve, al recupero di circa 5 milioni di euro".
Ugualmente, il calcolo degli 11milioni è stato contestato dalla maggioranza in Consiglio Comunale perché comprenderebbe anche il periodo in cui la gestione degli alloggi era affidata alla Protezione Civile e non terrebbe conto dei costi sociali che avrebbero comportato gli sfratti e dell'impossibilità di attuarli con le scarse risorse a disposizione del Comune.
Appena avuta notizia della citazione a giudizio, il sindaco Cialente ha invitato con una lettera al vetriolo i vertici dello Stato a venire a sfrattare i morosi, senza però badare troppo a distinguere tra fragilità sociali e coloro che invece possono permettersi di pagare ma fino ad ora non l'hanno fatto. Perché? E perché il Comune si è adoperato così tardi per recuperare quanto dovuto da chi se lo può permettere?
"Calcolo di convenienza politica", come insinua la Corte dei Conti nello stralcio della citazione a giudizio pubblicato dal primo cittadino, o magari "dilettantismo" come ebbe a dire lo stesso Assessore De Santis riguardo la gestione del Progetto Case quando ne ereditò la delega da Alfredo Moroni?
LE REAZIONI DEL MONDO POLITICO
La Senatrice Stefania Pezzopane chiede in una nota l'intervento sulla vicenda del sottosegretario Giovanni Legnini, "per trovare una soluzione legislativa" e annuncia un'interrogazione per chiedere conto al Governo "di sapere se si è consapevoli dello stato di emergenza sociale in cui versano L'Aquila e i Comuni del Cratere, se si ritenga normale che per scelta del governo Berlusconi si siano realizzate case costose e con costi di manutenzione enormi e che per la prima volta nella storia venga chiesto ai terremotati di pagare un onere per la manutenzione". La senatrice aquilana comunque ammette che "vanno fatti poi dei distinguo perché ci sono anche famiglie morose, che pur potendoselo permettere non assolvono ai loro doveri, il pagamento di un fitto o delle bollette. Niente sconti per furbi e disonesti".
All'attacco invece l'opposizione consiliare di centro-destra che tramite i Consiglieri Quintino Liris (Forza Italia) e Alessandro Piccinini (Nuovo Centro Destra) ricorda a Cialente "che fu lui a volere ad ogni costo la fine dello stato di emergenza e della gestione commissariale, pur non avendo (come i fatti dimostrano) alcun piano di gestione dei nuovi insediamenti abitativi; ricordiamo inoltre che per scelta dell'amministrazione, per un lungo periodo di tempo, gli assegnatari di alloggi titolari di un contratto di affitto sono stati esonerati (per motivi di natura politico-elettorale?) dal pagamento dei canoni degli alloggi, per poi ricevere oggi richieste di pagamento per importi che, in taluni casi, superano i 10.000 euro. Giudichiamo estremamente scorretto scaricare le proprie responsabilità, le proprie mancanze e le proprie omissioni sulle drammatiche situazioni della popolazione aquilana".
Secondo Piccini e Liris "sarebbe opportuno che alcune affermazioni del Sindaco Cialente fossero corroborate da dati verificati e verificabili, e che con questi dimostri alla città che la situazione rilevata dalla Corte dei Conti è frutto unicamente della indigenza e della disperazione della popolazione e non già dell'inefficienza dell'amministrazione comunale nella gestione della problematica. L'amministrazione comunale ha contezza di quali siano le reali condizioni dei residenti, caso per caso?".
Proprio su questo punto da più parti si è invocata da tempo la necessità di una microzonazione sociale che possa fotografare più chirurgicamente possibile, la situazione economica degli aquilani alla luce degli scombussolamenti creati dal sisma del 2009, in modo da predisporre adeguate politiche amministrative.
Per il segretario Comunale del Partito Democratico Stefano Albano infine, quella dei mancati sfratti "è una situazione complessa, che va vagliata con cautela ma soprattutto senza ipocrisie. Quello che va sottolineato è che il sindaco si è trovato a gestire una situazione che non ha corrispettivi in tutta Italia".
Però perché l'amministrazione comunale accettò, senza opporsi minimamente, la soluzione abitativa dei Case propinata dal governo Berlusconi? Dopo il terremoto del 2009 i molti comitati cittadini nati sul territorio invocarono a gran voce soluzioni alternative praticabili, più transitorie e meno costose. Col senno di poi, sarebbe stato saggio ascoltarli di più.