“Le comunità energetiche rinnovabili che partono dalla base e quindi dai cittadini, sono il primo passo per uscire da un tunnel: possono essere lo strumento per contrastare i costi insostenibili per famiglie e imprese. Alla luce delle conseguenze molto negative e, in prospettiva drammatiche, della orribile guerra, bisogna imboccare e, in fretta, la strada della autonomia energetica non essendo più percorribile quella della dipendenza dalla Russia”.
Così Livio Vittorini, candidato della lista di Fdi alle elezioni amministrative dell’Aquila del 12 giugno prossimo, sul tema, di grande attualità e drammaticità, del caro bollette e della strategia per uscire dalla dipendenza dalla Russia.
“È necessario che l’Amministrazione comunale che tanto ha fatto per sostenere i cittadini, soprattutto i più fragili, in tempi di pandemia, promuova questo percorso finalizzato all’autoconsumo, anche intercettando le misure nazionali, comunitarie e del Pnrr nell’ambito della più ampia strategia della transizione energetica”, prosegue il giovane professionista del mondo bancario, figlio dell’indimenticato Stefano, scomparso nel 2015, ex consigliere e assessore comunale e presidente del Consiglio.
“Le comunità energetiche potrebbero ben sposarsi con le esigenze del nostro territorio. Il Comune, che fa da soggetto trainante - spiega ancora l'esponente di Fdi -, una volta raccolta la manifestazione di interesse dai diversi utenti, può mettere ad esempio a disposizione un terreno e promuovere una gara per la realizzazione dell’impianto solare con accumulo di energia. Le aziende che vogliono realizzare l’impianto partecipano alla gara e se aggiudicatari, sulla base dei criteri della stessa, realizzano la proposta migliore. L’impianto, ad esempio, può restare di proprietà della società privata, mentre la comunità corrisponde un canone annuale, che comprende gestione contabile, esercizio, manutenzione e recupero dell’investimento, ricevendo in cambio tutta l’energia elettrica prodotta e gli incentivi ad essa collegati”.
“Essendo gli incentivi a lungo termine, 20 anni - secondo Vittorini -, si possono anche concordare la riduzione del canone lungo la vita dell’impianto, criteri per mantenere un determinato standard di qualità dello stesso ed un minimo livello di energia prodotta, per spingere la società privata a mantenerlo in ottimo stato, e pensare, una volta terminati gli incentivi, alla cessione della proprietà dell’impianto alla comunità stessa”.