Claudia Roselli, candidata capolista al Senato per “Unione Popolare con Luigi De Magistris” per la Regione Abruzzo, è intervenuta, all'interno della campagna elettorale, sul tema della scuola e dell'istruzione.
L'intervento di Roselli parte dalla propria esperienza personale, o meglio "Dal Basso. Da dentro." come scrive lei in una nota.
"Insegno in una scuola dell'infanzia in un piccolo paese di media montagna da 5 anni: una scuola bellissima, sicura, in mezzo ad un panorama mozzafiato (a differenza della maggior parte degli edifici scolastici insicuri, fatiscenti e con spazi insufficienti); buona colleganza, ottima dirigenza, quindi, direi, stra-fortunata) e sono mamma di una undicenne che quest'anno inizierà la scuola secondaria." Queste le premesse dell'intervento di Roselli "Io e il mio compagno pagheremo quasi 400 euro di libri di testo (esclusi i dovuti accessori) per la scuola dell'obbligo. Ecco, questo non è dignitoso.
Abbiamo saputo solo qualche giorno fa il team che nostra figlia avrà quest'anno, perché ormai è un algoritmo che destina i docenti. Neanche questo è dignitoso. Io ad oggi non ho una collega che mi affiancherà (la mia è in maternità) e, verosimilmente, la conoscerò il 12 mattina stesso, quando dovremo fare l'accoglienza a 31 bambine e bambini dai due anni e mezzo ai 5. Avrò una collaboratrice (e mezza) per tutto l'anno che dovrà provvedere alla cura dei piccoletti e all'igiene dei locali (nel nostro caso, molto grandi). Neanche questo è dignitoso.
Detto questo, il nostro impegno, la nostra disponibilità e la nostra determinazione hanno fatto finora scavalcare difficoltà ed intoppi, per cui la nostra scuola cresce e diventa sempre più bella, merito delle persone che dentro vi operano, amandola. Dopo anni di partita Iva come psicologa, ancora mi sento una privilegiata ad avere uno stipendio a fine mese, una tredicesima e non solo casse contributi e varie tasse che, guarda un po', si pagano sempre prima della fine dell'anno e prima dell'estate (quando, in teoria, potresti rilassarti e spendere) ma mi ripeto sempre che dobbiamo pensare al pane, ma anche alle rose. E dobbiamo pensare alla nostra felicità, che è poi direttamente proporzionale alla felicità di chi ci circonda, grande o piccolo che sia... Uno spunto di dignità per la scuola si potrebbe trovare, per iniziare, puntando su strategie che stimolino la colleganza bella e la condivisione di buone pratiche, mentre ormai è quasi "doveroso" competere, lustrare, progettare... Pratiche che distanziano spesso da quello che è il nostro primo obiettivo: favorire la crescita, la socialità, l'umana comprensione oltre che l'istruzione e l'insegnamento che a ciascuna insegnante compete. Certo, se poi smettessimo di esportare armi e finanziare guerre, di comprare F35 (questa settimana andrà in commissione il decreto per stanziare ulteriori 10 miliardi di euro per le spese militari) sai quante risorse si potrebbero trovare... per il pane e per le rose... La risposta alla retorica domanda: “come troverete i soldi per il vostro programma e i vostri sogni?”, è dunque scontata."