Il Consigliere Regionale del Partito Democratico Pierpaolo Pietrucci torna ad affrontare la questione della crisi energetica e del mancato sostegno da parte della Regione alle società sportive e allo sport di base, anzi il consigliere denuncia una discriminazione e una differenza di trattamento fra categorie sportive.
“È sinceramente incomprensibile il motivo per cui la Regione Abruzzo sia disponibile ad erogare ben 1 milione e 100 mila euro per le piscine riconosciute Coni o Fin e nulla – zero euro per intenderci – per tutti gli altri sport. Perché?”
Questo il quesito scagliato da Pietrucci, il quale ha paventato il rischio che la Regione Abruzzo danneggi l’intero settore delle attività sportive.
Pietrucci in fatti ha proseguito affermando che “Se la Regione si comportasse con equità e rispetto di tutti, non sarei costretto insieme a tanti – direi quasi tutti – i rappresentanti dello sport abruzzese a denunciare lo scandalo in atto.” Il consigliere inoltre nel tentare di rispondere al quesito posto da lui stesso riguardo la disparità di trattamento, si chiede se tali azioni siano dettate dalla necessità di fare un favore a qualcuno oppure se magari si sta adottando un criterio a lui conosciuto.
“C’è un criterio che mi sfugge?” Si chiede Pietrucci “Magari non mi sono accorto che il 90% della pratica sportiva in Abruzzo si svolge in piscina e dunque il nuoto (nemmeno tutto, però, e cioè solo le piscine affiliate a CONI e FIN) merita la totalità dei fondi recuperati? Si pensa che il nuoto faccia meglio di altri sport alla salute, alla crescita, al benessere dei giovani e delle persone più di quanto altre attività sportive riescano a fare? Che senso ha generare una discriminazione del genere?”
In conclusione il consigliere dem ha spiegato le sue provocazioni dichiarando:
“Io sarò il più felice se le piscine verranno sostenute coi fondi della Regione. Ma devono esserlo al pari degli altri. Perché la cosa peggiore nei periodi di crisi è scatenare la guerra tra i poveri, generando inutili rivalità e gelosie. La “competizione” leale e sportiva lasciamola agli atleti. La politica assicuri equità e rispetto dei diritti e delle esigenze di tutti: se si è trovato oltre un milione di euro per le piscine se ne devono trovare altri quattro milioni per tutti gli sport, i campi, i tendoni, le palestre, i luoghi dove si pratica l’attività fisica. I costi delle bollette che le associazioni sportive sostengono non possono ricadere sui bilanci familiari: altrimenti il rischio, anzi la certezza, è che le strutture chiudano o le famiglie scelgano di non far fare più sport ai figli. Tranne i ricchi che potranno permetterselo e che magari ringrazieranno Marsilio.”